Niente più liste d’attesa negli ospedali? Cosa prevede il disegno di legge

Ilena D’Errico

20 Luglio 2024 - 23:11

Approvato, per il momento in Senato, l’ambizioso disegno di legge che vorrebbe ridurre e quasi cancellare le lunghe liste d’attesa negli ospedali e garantire prestazioni veloci ai pazienti.

Niente più liste d’attesa negli ospedali? Cosa prevede il disegno di legge

Il Senato ha approvato, con 87 voti favorevoli e 50 contrari, il disegno di legge che mira a rivoluzionare la Sanità italiana. Tra le varie novità che il Parlamento si appresta a introdurre la colonna portante è indubbiamente la cancellazione delle liste d’attesa negli ospedali o quantomeno la loro significativa riduzione in termini di tempistiche. È evidente che si tratta di un progetto piuttosto ambizioso, per questo motivo non mancano alcune perplessità sulla sua riuscita, soprattutto pensando all’efficienza delle nuove regole a lungo termine.

D’altra parte, se la proposta diverrà legge, i pazienti italiani avranno (almeno) la possibilità di accedere a un sistema sanitario mai visto prima, con un’estrema attenzione al cittadino e alla sua salute. Il disegno di legge vuole infatti intervenire sui problemi principali che affliggono la sanità pubblica e che nemmeno l’elevata preparazione e la sfinente dedizione del personale sanitario riescono più a compensare.

Ddl anti-liste ospedaliere, funzionerà?

Medici, infermieri, operatori socio-sanitari sono già costretti a orari di lavoro estenuanti, ma è ovvio che non tutto dipende dai professionisti. La compressione del sistema sanitario, carente tanto nell’organico quanto nelle risorse, è davvero arrivata a un livello inaccettabile, in cui anche per le condizioni più gravi e i pazienti più fragili non ci sono risposte adeguate.

È quindi chiaro che l’accorciamento delle liste d’attesa, insieme ai buoni propositi contenuti dal disegno, richiede sforzi adeguati, a partire dall’incremento e dalla valorizzazione del personale, senza dimenticare le lacune delle strutture. L’obiettivo appare quasi utopico, perché la sua piena realizzazione - ammesso che il disegno diventi legge - comporterebbe un cambiamento senza precedenti. Potenzialmente rischioso secondo alcune correnti di pensiero, in particolare per quanto riguarda il rischio di privatizzazione della sanità, ma assolutamente urgente e necessario.

Cosa prevede il disegno di legge sulla Sanità

Il primo articolo è dedicato proprio alle liste d’attesa per i servizi sanitari erogati dal SSN e dispone:

  • l’istituzione di una piattaforma nazionale per il controllo e la trasparenza, con dati gestiti dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas);
  • la disponibilità dei dati relativi alla tessera sanitaria, tra cui ricette dematerializzate e spesa medica, per l’Agenas e il ministero della Salute;
  • la collaborazione tra Regioni, al fine di rendere interoperabili le piattaforme sulle liste d’attesa;
  • la verifica delle prenotazioni e della gestione delle liste d’attesa.

Oltretutto, il disegno di legge mira a introdurre un Organismo di controllo sull’assistenza sanitaria dipendente dal ministero della Salute, mentre le Regioni dovrebbero istituire l’Unità centrale di gestione dell’assistenza sanitaria, dei tempi e delle liste d’attesa.

Ci sono poi disposizioni dedicate a pazienti particolarmente fragili, quindi con malattie croniche, rare o degenerative, ai quali va garantito un piano personale di assistenza. Per le malattie mentali, le dipendenze patologiche e l’assistenza consultoriale si dispone, invece, l’accesso diretto. Non sarà soltanto il Centro unico prenotazioni (Cup) a essere controllato ed eventualmente sanzionato, ma anche i cittadini, ai quali gli appuntamenti dovranno essere ricordati per tempo, ricordando loro l’obbligo di pagamento in caso di disdetta pervenuta oltre il termine previsto o nient’affatto.

In buona sostanza, i cittadini e le strutture stesse dovranno avere la possibilità di consultare le liste d’attesa, potendo effettuare la prestazione in regime privato o intramoenia (presso il medico ospedaliero ma come libero professionista) al medesimo costo del ticket (o eventuale esenzione) in caso di tempistiche superiori al previsto. Si mira così al rispetto effettivo delle classi di priorità e delle personali necessità in relazione alla condizione clinica.

Si pensa quindi ad allungare gli orari degli ambulatori e disporre l’apertura anche il sabato e la domenica, con l’idea di rispettare i seguenti termini massimi:

  • 72 ore per le visite urgenti;
  • 10 giorni per le viste con codice “breve”;
  • 30 giorni per le visite differibili;
  • 60 giorni per gli esami differibili;
  • 120 giorni per visite ed esami programmati.

Contestualmente, sarà fatto divieto di sospendere o chiudere le agende delle prenotazioni.

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