È possibile e conveniente avere un impianto fotovoltaico senza batterie? Ecco cosa sta cambiando in Europa e come risparmiare.
Gli impianti fotovoltaici con batteria di accumulo servono ancora? Con l’arrivo dell’estate, l’Europa è testimone di un cambiamento non solo climatico, ma anche nel settore dell’elettricità: prezzi dell’energia negativi. Si tratta di una tendenza che potrebbe rivoluzionare il modo in cui concepiamo e utilizziamo gli impianti fotovoltaici. Secondo un recente rapporto di Green Power Denmark, il numero di ore con prezzi dell’elettricità negativi è in costante aumento, con picchi significativi durante le ore diurne. Questo cambiamento è attribuito alla crescente quantità di energia solare ed eolica nel sistema elettrico, che ha superato la domanda in alcune fasce orarie. Di conseguenza, i produttori si trovano a pagare i consumatori per l’elettricità in eccesso immessa nella rete.
Sebbene i prezzi energetici bassi possono sembrare vantaggiosi per i consumatori, esperti come Kristian Rune Poulsen avvertono che a lungo termine potrebbero indicare uno squilibrio nella rete elettrica. Lunghe ore di prezzi negativi potrebbero frenare lo sviluppo delle soluzioni green, mettendo in pericolo gli obiettivi di transizione verso fonti di energia più sostenibili.
Il fenomeno dei prezzi negativi solleva domande importanti sul futuro dell’energia verde. Mentre i consumatori godono di tariffe energetiche ridotte durante l’estate, è necessario considerare gli impatti a lungo termine sullo sviluppo delle energie rinnovabili. Nel frattempo si affaccia una possibilità di risparmio: l’acquisto di un impianto senza batteria di accumulo.
Quando conviene?
Il fotovoltaico senza accumulo si riferisce a un sistema di pannelli solari che produce energia elettrica durante il giorno, ma non immagazzina l’energia in batterie per un utilizzo successivo. L’energia prodotta viene consumata immediatamente o ceduta alla rete elettrica, senza la necessità di un sistema di stoccaggio.
Questo tipo di impianto è conveniente quando l’energia prodotta dai pannelli solari è sufficiente per coprire i consumi dell’abitazione durante le ore diurne e i consumi notturni non sono elevati. Inoltre, se l’investimento in batterie risulta eccessivo rispetto all’effettivo beneficio, optare per un impianto fotovoltaico senza accumulo può essere una scelta più conveniente.
Come funziona?
Un impianto fotovoltaico senza accumulo è un impianto standard non munito di meccanismo di immagazzinamento dell’energia elettrica. Questa tipologia di impianto, dunque, produce solo energia pronta ad essere utilizzata al momento stesso della produzione.
Nei momenti in cui l’impianto non è in funzione, ad esempio nelle ore notturne o in caso di giornate piovose o con scarsissimo irraggiamento diretto ed indiretto, è possibile comunque ricorrere alla rete elettrica (le bollette) per sopperire alla mancanza.
Quanto si risparmia?
Un’analisi sui consumi elettrici per fascia fa emergere che il periodo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 19.00 (escluse festività), l’opzione per un impianto fotovoltaico tradizionale, senza accumulo, risulta vantaggiosa. In questo contesto, l’accumulo può essere considerato solo per specifiche utenze, come l’illuminazione esterna, i sistemi di videosorveglianza, le celle frigorifere o elettrodomestici e le pompe di calore o di raffreddamento.
Si può quindi stimare un risparmio indicativo per un impianto fotovoltaico da 3 kW senza accumulo (costo tra 4.500 e 7.500 euro). Il risparmio mensile è di circa 37,50 euro, corrispondente a circa 450 euro all’anno.
Considerando una produzione annua dell’impianto compresa tra 3.000 e 4.500 kWh - a seconda delle condizioni climatiche e dell’area geografica - con un ritorno economico di circa 0,10 euro/kWh, si può generare un ulteriore bonus che varia da 210 a 360 euro all’anno. Considerando il risparmio dall’autoconsumo e lo scambio, si può ottenere un risparmio massimo annuale che varia da 660 a 810 euro. In questo modo il periodo di ammortizzazione dell’investimento per l’impianto fotovoltaico varia da 5 a 11 anni.
Attenzione: l’utilizzo delle detrazioni fiscali o degli sconti in fattura può ridurre significativamente l’investimento, consentendo di recuperare la spesa in un periodo compreso tra 3 e 5 anni.
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