Nomi vietati in Italia, ecco quelli proibiti per i nuovi nati

Ilena D’Errico

12 Gennaio 2025 - 22:28

Le regole che i futuri genitori devono conoscere prima di scegliere il nome dei propri figli: ecco quelli proibiti per i nuovi nati in Italia e cosa succede se viene scelto un nome vietato.

Nomi vietati in Italia, ecco quelli proibiti per i nuovi nati

Scegliere il nome del proprio figlio è abbastanza complesso per i futuri genitori, un’emozione unica ma anche una grande responsabilità. Nella maggior parte dei casi, infatti, quel nome accompagnerà il nuovo nato per tutta la sua vita e sarà parte integrante della sua identità personale. Ogni genitore ha le sue idee in merito e ovviamente non esiste una regola. C’è chi coglie l’occasione per ricordare una persona cara o celebrare la virtù di un personaggio particolarmente apprezzato, chi spazia con giochi di parole e altri che si fanno guidare da suoni e ispirazione.

In ogni caso, è bene sapere che la libertà dei genitori non è illimitata. Come in altri Paesi, anche in Italia ci sono nomi vietati, che nonostante la volontà non possono essere scelti per i propri figli. Scopriamo quali sono i nomi proibiti per i nuovi nati e cosa succede se non vengono seguite le regole. Sono diversi i criteri da tenere in considerazione, alcuni necessari proprio per tutelare il bambino e futuro adulto, altri per ragioni più pragmatiche. Vediamoli uno ad uno.

Concordanza con il genere biologico

La prima informazione da ricordare è che la legge impone che il nome rispetti il genere biologico del neonato o neonata. Così, è vietato dare un nome femminile a un bambino e viceversa. Fanno eccezione a questa regola soltanto i nomi ormai riconosciuti come unisex, tra quelli italiani:

  • Andrea;
  • Celeste;
  • Diamante;
  • Fiore;
  • Felice.

Non esiste un elenco specifico, pertanto bisogna affidarsi esclusivamente al genere del nome riportato sul dizionario o comunque entrato nell’uso comune. Non si può escludere che nei prossimi anni ci siano quindi dei cambiamenti, soprattutto tenendo conto del naturale mutamento della sensibilità comune. Questo divieto, inoltre, riguarda esclusivamente il primo nome, infatti è ammesso che il secondo nome non rispetti il genere biologico. Ad esempio, il nome Maria – femminile - è molto usato come secondo nome per i bambini.

Omonimia con i familiari

La legge impone che non ci sia omonimia con genitori, fratelli e sorelle in vita. Dato che i bambini possono prendere entrambi i cognomi, bisogna guardare al primo di questi per evitare l’omonimia. Le sorelle con uguale cognome non possono avere lo stesso nome, così come i fratelli.

Le bambine non possono avere il nome della madre se hanno come primo cognome quello materno e i bambini non possono avere il nome del padre se hanno il suo cognome come primo (o unico). Il divieto non vige se il familiare omonimo è deceduto. L’appellativo “Junior”, molto usato negli Stati Uniti, non è ammesso e proprio per questo bisogna evitare lo stesso nome.

La proibizione non vale invece per altri familiari, perciò la tradizione di chiamare i figli come i nonni, ancora molto sentita in alcune famiglie nel 2025, può tranquillamente esser portata avanti purché non contrari altre regole.

Nomi stranieri

I nomi stranieri sono ammessi, ma devono essere trasposti con le lettere dell’alfabeto italiano (che ormai comprende J, K, X, Y e W). Il nome non può essere quindi trascritto con i caratteri dell’alfabeto arabo o cirillico, per esempio.

Ovviamente, sono vietati i nomi con caratteri speciali privi di componenza fonica (come @, & o #). Il nome, anche se straniero, deve comunque rispettare le regole previste.

Cognomi come nomi

È vietato utilizzare come nome un cognome esistente, anche se non il medesimo del nascituro, per evitare confusioni e fraintendimenti. Deve quindi trattarsi di cognomi noti e riconoscibili come tali, per esempio il diffuso «Rossi». Dovrebbe per lo stesso motivo essere evitato anche il nome uguale o simile al cognome, considerando che quest’ultimo, eventualmente simile o uguale a un nome proprio, non viene scelto né modificato facilmente.

Quanti nomi

La legge italiana prevede che ogni bambino possa avere un massimo di tre nomi, a prescindere dall’eventuale virgola. I nomi composti con grafia unita, come “Gianmaria” sono calcolati come nomi singoli.

Personaggi storici, di finzione e nomi inventati

Bisogna fare molta attenzione prima di scegliere per un figlio o una figlia il nome di un personaggio storico o di finzione (ad esempio di opere cinematografiche o letterarie) ma anche prima di attribuire nomi inventati (o parole di significato compiuto che non sono dei nomi di persona).

Si fa riferimento ai personaggi più famosi, come Adolf Hitler e Osama Bin Laden, ma non è necessario che siano ricordati con caratteristiche negative. Anche Madame Bovary e Gesù Cristo sono nomi troppo pesanti e incombenti. Bisogna fare attenzione soprattutto in caso di combinazioni con il cognome o secondo nome.

È consentito chiamare il proprio figlio Jack, ma è vietato chiamarlo Jack lo Squartatore. Il divieto vale anche quando si crea un’involontaria associazione con il cognome che può essere motivo di scherno e derisione, come Pizza Margherita o Santa Pazienza.

Tra i nomi vietati, oltre a quelli menzionati, ci sono:

  • Benito Mussolini;
  • Stalin (anche preso singolarmente è sufficiente a richiamare “l’uomo d’acciaio”;
  • Conte Dracula o anche solo Dracula;
  • Madame Butterfly;
  • Moby Dick;
  • Grande Gatsby;
  • Hannibal Lecter;
  • Erin Brockovich;
  • Joey Tribbiani;
  • Stanis Larochelle;
  • Walter White;
  • Laura Palmer;
  • Ajeje Brazorf;
  • Satana;
  • Ken;
  • Pollon;
  • Doraemon;
  • Pokémon;
  • Ikea;
  • Goku;
  • Lucifero;
  • Dio.

Bisogna tutelare la dignità dei neonati, evitando nomi:

  • Ridicoli;
  • offensivi;
  • che richiamano un handicap;
  • che si riferiscono a condizioni patologiche o private del bambino/a;
  • soprannomi;
  • che ricordano disgrazie o sfortuna nell’immaginario popolare.

Per esempio, sono vietati i nomi “Mercoledì” e “Venerdì” per via dell’associazione con la sfortuna nella cultura popolare.

Anche in caso di nomi inventati e nomi che richiamano paesi, città o colori bisogna prestare molta attenzione. Alcuni nomi, pur essendo estrosi, sono ormai entrati nella comune concezione e sono quindi tollerati, come: Europa, Asia, Chanel, Blu.

Cosa succede in caso di nome vietato

Non c’è alcuna sanzione per i genitori che pongono nomi vietati ai loro figli, ma un accurato meccanismo riparatorio. L’ufficiale di stato civile compie una prima valutazione, decidendo se notificare la registrazione al procuratore della Repubblica.

Quest’ultimo valuta il nome, chiedendo se lo ritiene opportuno una sentenza di rettifica. Di conseguenza, il nome verrà cambiato e sarà necessario rifare i documenti.

C’è da considerare che molto dipende dalla discrezionalità e dalla tolleranza dei soggetti preposti, a meno che il nome violi in modo evidente il buon senso comune. Nei casi più incerti, si potrebbe ottenere l’autorizzazione. Anzi, è proprio con una prima autorizzazione che alcuni nomi sono diventati per l’appunto nomi riconosciuti, come Chanel e Asia.

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