Non si ferma il crollo delle azioni (anche in Cina). L’allarme recessione si aggrava

Violetta Silvestri

16 Settembre 2022 - 08:39

I mercati non trovano ancora il catalizzatore per i guadagni e si apprestano a chiudere la settimana in roso: crolla la Cina, mentre le previsioni su una potenziale recessione si intensificano.

Non si ferma il crollo delle azioni (anche in Cina). L’allarme recessione si aggrava

Mercati asiatici verso l’affondo di fine settimana: le azioni viaggiano in rosso nei principali mercati del continente, con la Cina che non risente di dati economici più incoraggianti.

Gli investitori si stanno preparando a un rialzo dei tassi statunitensi la prossima settimana, in mezzo ai crescenti timori di una recessione globale, richiamata anche negli ultimi avvertimenti della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale.

Gli indici sono crollati dall’apertura in Giappone, Australia e Hong Kong, dopo la chiusura più bassa dell’indice S&P 500 in circa due mesi. Anche le azioni della Cina continentale cadono a picco, con scarso impatto sul sentiment derivante dalla produzione industriale e dai dati sulle vendite al dettaglio che hanno superato le aspettative.

Venti di recessione soffiano più forti per le principali economie mondiali.

Mercati: la Cina affonda

Mentre si scrive, in Asia Shenzhen e Shanghai viaggiano in nettamente in territorio negativo, perdendo rispettivamente l’1,41% e l’1,93%. Hong Kong è in calo dello 0,70% e il Nikkei dell’1,11%.

Lo yuan offshore è rimasto sul lato più debole di 7 rispetto al dollaro. Non sono bastati alla Cina i dati della produzione industriale a +4,2% il mese scorso rispetto a un anno fa, superando la previsione del 3,8% in un sondaggio Reuters e i risultati delle vendite al dettaglio, aumentate del 5,4% ad agosto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

“Sebbene l’attività cinese abbia mostrato qualche miglioramento questa mattina, gli investitori azionari vogliono davvero vedere un sostanziale allentamento delle politiche cinesi relative al Covid...ma non è successo”, ha affermato Chetan Seth, stratega azionario di Nomura Holdings.

La recessione è inevitabile?

Intanto, le prospettive economiche globali rimangono negative e si prevede che alcuni Paesi entrino in recessione nel 2023, ma è troppo presto per dire se sarà diffusa in tutto il mondo, ha affermato giovedì il FMI. Il Fondo a luglio ha rivisto al ribasso la crescita globale al 3,2% nel 2022 e al 2,9% nel 2023. Rilascerà una nuova prospettiva il mese prossimo.

In confronto, la Banca mondiale ha dichiarato che nel 2023 ci si potrebbe avvicinare a una recessione globale, poiché le banche centrali di tutto il mondo aumentano contemporaneamente i tassi di interesse per combattere l’inflazione persistente.

Le tre maggiori potenze del mondo - Stati Uniti, Cina e zona euro - hanno subito un forte rallentamento e anche un moderato colpo all’economia globale nel prossimo anno potrebbe farla cadere in recessione secondo le stime della Banca Mondiale. Indermit Gill, capo economista della Banca mondiale, si è detto preoccupato per la “stagflazione generalizzata”, un periodo di bassa crescita e alta inflazione, osservando che la banca ha ridotto le previsioni per la maggior parte dei Paesi.

A testimonianza di prospettive cupe, le azioni di FedEx sono crollate del 15% negli scambi estesi dopo che la società di spedizioni Usa ha affermato che attuerà iniziative di riduzione dei costi per far fronte a volumi di spedizioni globali deboli, poiché le “tendenze macroeconomiche sono notevolmente peggiorate”.

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