Non si ferma lo spread: 216 punti, l’Italia trema

Violetta Silvestri

07/06/2022

Lo spread si impone prepotentemente come protagonista della scena economica dell’Italia: il differenziale Bund-Btp decennale sale ancora oltre i 216 punti. Il nostro Paese trema, la Bce interverrà?

Non si ferma lo spread: 216 punti, l’Italia trema

Alle ore 10.14 di martedì 7 giugno lo spread tocca i 216,9 punti e segna un’impennata di oltre il 50% da inizio anno.

Siamo di nuovo in allarme sostenibilità del debito in Italia?

Lo scenario nel quale si stanno muovendo i rendimento obbligazionari è complesso. Il differenziale Bund-Btp decennali sta tornando a livelli che non si vedevano dal 2020, assorbendo tutte le incertezze e le preoccupazioni legate a inflazione, recessione e interventi restrittivi della Bce.

Il rendimento del Btp decennale italiano ha superato il 3% ormai da giorni, facendo temere per una pressione sul costo del debito, in vista del probabile annuncio di un rialzo dei tassi dell’Eurozona a partire da luglio.

Sono diversi i commenti di analisti ed esperti sul destino dell’Italia cronicamente indebitata e del possibile intervento Bce per evitare la deriva dei Paesi con alto debito e fermare lo spread.

Lo spread avanza, l’Italia vacilla: la Bce risponde?

Con uno spread balzato a 216 punti e calato leggermente a 214 alle ore 12.00 circa, si torna a parlare del caso Italia.

La prospettiva di un rialzo del costo del denaro da parte della Bce ormai imminente per calmare l’inflazione; le prime avvisaglie di allerta sull’instabilità politica in vista delle elezioni nel 2023; il timore di una recessione e di un Pnrr ritardato stanno pesando sulle valutazioni del nostro Paese.

In un’analisi riportata da Milano Finanza, gli esperti di Bank of America, hanno sottolineato:

“...un nuovo shock ha colpito l’economia: la guerra in Ucraina, intensificando la pressione sui prezzi dell’energia e spingendo per una sospensione delle regole fiscali dell’Ue nel 2023. Inoltre, la Bce ha aperto la strada a una più seria normalizzazione della politica monetaria. Questo nuovo contesto ha rinnovato le preoccupazioni del mercato sulle prospettive macro e fiscali dell’Italia

In sostanza, gli analisti hanno osservato che l’economia nazionale non è ancora e del tutto pronta a “sopportare l’imminente stretta monetaria” e un intervento tempestivo della politica fiscale per mitigare gli effetti del restringimento della politica monetaria è più che mai necessario per salvare il contesto a breve termine.

Vero è che non solo lo spread italiano sta crescendo, come in evidenza nel grafico sottostante e riportato da Fxstreet:

Spread sulla Germania di obbligazioni decennali in Europa Spread sulla Germania di obbligazioni decennali in Europa

Per questo, ci si può aspettare un intervento della Bce, che solo qualche settimana fa, in una nota ha dichiarato:

“Se necessario, possiamo progettare e implementare nuovi strumenti per garantire la trasmissione della politica monetaria mentre ci muoviamo lungo il percorso della normalizzazione delle nostre politiche, come abbiamo dimostrato in molte occasioni in passato.”

La frammentazione non sarà consentita dall’Eurotower e i costi finanziari dei Paesi più vulnerabili come l’Italia e la Spagna saranno contenuti, secondo indiscrezioni che circolano prima della riunione del 9 giugno.

Lagarde ha affermato più volte che la banca centrale non permetterà che le condizioni finanziarie nell’area dell’euro divergano in modo significativo ed è pronta a fare tutto il necessario per evitarlo. Ci sarà uno strumento-scudo per lo spread?

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