Non solo BCE, anche il risparmio degli italiani molla i BTP di Meloni

Laura Naka Antonelli

24/03/2025

A rischio la missione di Giorgia Meloni di rifilare più fette possibili di debito pubblico italiano ai BTP People. Con addio BCE a fare shopping di Italia saranno loro.

Non solo BCE, anche il risparmio degli italiani molla i BTP di Meloni

Niente da obiettare: l’emissione del BTP Più, ovvero della quinta edizione del BTP Valore, andata in scena dal 17 al 21 febbraio 2025, è stata un successo: i BTP People hanno risposto con entusiasmo all’ennesima chiamata del governo Meloni, che sta facendo di tutto per mollare la quantità maggiore possibile di Titoli di Stato italiani ai piccoli risparmiatori, ovvero agli investitori retail, nell’ambito di un piano che va avanti dagli inizi del 2023.

C’è tuttavia un problema non di poco conto, che sta ostacolando l’obiettivo in primis della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: missione che si può riassumere nelle frasi pro BTP Valore proferite più volte, nell’arco di questi anni. Come quella pronunciata da Meloni a poche settimane dal lancio della prima edizione del BTP Valore: “ Vogliamo ridurre la dipendenza dai creditori stranieri, aumentando il numero di italiani e residenti in Italia che detengono quote di debito”.

Cedole crescenti nel tempo con il meccanismo di step up, premi di fedeltà vari od opzione del rimborso anticipato: tutte queste iniziative lanciate dal MEF per corteggiare i BTP People potrebbero non essere più sufficienti, in un momento già critico per la carta italiana, diventata orfana, così come è accaduto nel caso degli altri Titoli di Stato dell’area euro, dell’ultimo bazooka della BCE. La verità è che, secondo alcuni esperti, anche i piccoli risparmiatori potrebbero decidere di mollare i BTP.

BTP Più un successo, ma stanchezza verso i BTP tra i piccoli risparmiatori italiani

Dopo l’euforia manifestata nelle prime edizioni dei BTP Valore, e nonostante il successo confermato con l’ultima trovata del BTP Più, esiste di fatto il rischio che anche i BTP People prendano le distanze dai BTP di Meloni.

A prevederlo sono gli analisti interpellati dalla Reuters, che hanno ricordato le cifre che confermano la missione di Meloni di nazionalizzare il debito pubblico, ma anche come si sia sempre più significativa la quota di BTP in mano agli investitori stranieri: proprio quelli da cui il governo Meloni vorrebbe blindare la carta italiana, convinta che l’assenza dell’amor di Patria induca di per sé gli investitori stranieri a scaricare più facilmente i Titoli di Stato italiani, ai primi segnali di una eventuale turbolenza.

Dagli ultimi dati di Bankitalia è emersa, di fatto, la forte partecipazione al debito pubblico dei BTP People, ma anche degli investitori stranieri.

Stando agli ultimi dati che risalgono al mese di novembre 2024, la quota di BTP in mano agli investitori retail è salita novembre al 14,2%, rispetto al 13,5% dello stesso periodo dell’anno precedente.

Tuttavia, la partecipazione è diminuita se si considera che, nel mese di maggio 2024, la quota dei piccoli risparmiatori si era confermata più alta, attorno al 14,5%.

Aumenta la partecipazione degli investitori stranieri al debito pubblico dell’Italia

A crescere è stata invece la quota di BTP nelle mani degli stranieri, che è balzata fino al 31%, rispetto al 27,7% dello stesso mese del 2023.

Da altri dati diffusi sempre da Bankitalia la scorsa settimana, relativi alla bilancia dei pagamenti, è emerso tra l’altro che la febbre per i BTP degli investitori esteri è aumentata.

A dirlo i numeri, che hanno certificato che, nel mese di gennaio 2025, lo shopping di BTP, ma anche di titoli corporate, da parte degli stranieri, ha continuato a puntare verso l’alto.

In tutto, nel primo mese del 2025, gli stranieri hanno fatto shopping di titoli italiani (titoli di Stato ma anche corporate) per un valore di 17,1 miliardi di euro, inclusi 10,8 miliardi di debito pubblico (BTP e altre fette di debito sovrano).

L’interesse degli stranieri verso i BTP non dovrebbe destare sorprese, alla luce del boom di richieste che hanno caratterizzato le ultime emissioni di titoli di Stato italiani tra gli investitori istituzionali stranieri.

Il problema, tuttavia, è che la quota crescente di debito pubblico italiano nelle mani degli esteri sta andando contro gli interessi del governo Meloni, che vorrebbe che quei Titoli di Stato finissero piuttosto nelle mani dei patrioti italiani, noti anche come BTP People.

Niente da fare, però: a dispetto del successo del BTP Più, la quota detenuta dai piccoli risparmiatori italiani nel debito pubblico di casa sarebbe destinata secondo gli analisti a scendere ulteriormente.

A cosa si deve la ritirata dei BTP People

Gli esperti interpellati da Reuters hanno fatto notare infatti che, con i risparmi degli italiani che sono stati erosi dall’elevata inflazione degli anni 2022-2023 e con i tassi di interesse che la BCE sta continuando a tagliare, l’appetito degli investitori retail verso i BTP di Meloni, che ha testato il suo record due anni fa, sarebbe destinato a diminuire.

Dopo l’elevato volume di emissione degli ultimi anni, un’ampia proporzione di risparmi disponibili da parte degli investitori retail dovrebbe essere stata già investita, limitando l’ammontare che potrebbe essere raccolto in futuro”, ha avvertito Hauke Siemssen, strategist della divisione di tassi di interesse presso Commerzbank, interpellato dalla Reuters.

Siemssen ha così avvertito che, nel corso del 2025, è improbabile che Roma riesca a raccogliere i quasi 30 miliardi di euro che è riuscita a incassare nel 2024 grazie alla sottoscrizione dei BTP Valore da parte dei piccoli risparmiatori (somma già in ribasso, dopo i quasi 44 miliardi che erano stati raccolti nel 2023).

Dal canto loro, gli strategist di UniCredit Luca Cazzulani e Francesco Maria Di Bella prevedono che il contributo netto delle famiglie italiane al fabbisogno finanziario italiano - che considera non solo i BTP dedicati esclusivamente al pubblico degli investitori retail, ma anche altri Titoli di Stato - ammonterà quest’anno attorno ai 50 miliardi di euro, in linea con il 2024, ma decisamente al di sotto dei 130 miliardi del 2023.

A conferma di come lo stesso bacino dei risparmi degli italiani su cui fare affidamento per incoraggiare gli investimenti nei BTP di Meloni sia sceso, è il valore dei depositi parcheggiati nelle banche italiane che, nel mese di dicembre, è stato pari a 2,3 trilioni di euro, vicino ai valori minimi di febbraio del 2017, decisamente al di sotto del record assoluto testato in corrispondenza di 2,86 trilioni nell’aprile del 2022, quando il risparmio delle famiglie balzò ai massimi della storia a causa delle limitate opportunità per i risparmiatori di fare acquisti negli anni precedenti, i più drammatici della pandemia Covid-19.

Meno risparmio degli italiani, meno risorse per i BTP Valore & Co.

Meno risparmio, meno risorse made in Italy da canalizzare nell’acquisto dei BTP Valore e BTP Più vari, dunque.

Ma in assenza anche della BCE, e a fronte di una partecipazione al debito da parte del pubblico retail che sta diminuendo, come farà il governo Meloni a soddisfare esigenze di finanziamento che, per il 2025, sono state calcolate in 350 miliardi di euro?

Va ricordato, infatti, stando a quanto emerge dalle Linee Guida della gestione del debito pubblico del 2025 pubblicate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) che “nel 2025 le esigenze di finanziamento saranno determinate dalle scadenze dei titoli in circolazione che, al netto dei BOT, saranno pari a circa 234 miliardi di euro e dal nuovo fabbisogno del settore statale dell’anno che, in base alle stime di finanza pubblica dovrebbe attestarsi intorno ai 135 miliardi di euro”.

Di conseguenza, tenendo conto dei prestiti del pacchetto NGEU e dell’attività di gestione delle disponibilità di cassa, il Tesoro stima emissioni lorde complessive di titoli a medio lungo termine in un intervallo tra i 330 ed i 350 miliardi di euro.

Ma chi assorbirà - leggi acquisterà - questa mole di BTP?

Secondo gli analisti, per quanto Meloni voglia ridurre la dipendenza dell’Italia dai creditori stranieri, saranno proprio gli investitori esteri a sottoscrivere fette crescenti di debito pubblico, grazie alla maggiore fiducia che ora ripongono nel governo italiano attento ai conti pubblici e, in più, stabile.

A rimpiazzare BCE e piccoli risparmiatori saranno gli investitori stranieri. E la missione di Meloni?

Inoltre, interpellata anche lei da Reuters, Annalisa Piazza, analista della divisione di ricerca sul reddito fisso presso MFS Investment Management, ritiene che un eventuale upgrade del giudizio sul debito sovrano da parte delle agenzie di rating potrebbe far aumentare ulteriormente l’appetito degli investitori stranieri per i BTP, con “alcune compagnie di assicurazione e fondi pensionistici che potrebbero trarre vantaggio dalla curva dei rendimenti italiana, relativamente ripida, per acquistare BTP a più lunga scadenza”.

La buona notizia è che i BTP italiani, dunque, non dovrebbero rimanere a corto di acquirenti. Per il governo Meloni, la cattiva notizia è che quel piano di rifilare il debito pubblico a mani il più possibile italiane, molto probabilmente, salterà in aria.

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