Ecco come stanno procedendo le indagini di Svezia, Danimarca e Germania sul peggior attentato alla sicurezza energetica europea di questo secolo.
Uno degli episodi che certamente rimarranno nella storia del conflitto tra Russia ed Ucraina, o meglio, tra la Russia ed il blocco occidentale, è sicuramente il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2.
Un’infrastruttura strategica per tutta l’Europa, specialmente per la Germania, dal costo esorbitante di oltre 20 miliardi di euro. Con una capacità di 55 miliardi di metri cubi all’anno – per avere un paragone il nostro paese ha consumato nel 2022 circa 68 miliardi di metri cubi di gas – i due gasdotti Nord Stream erano le più lunghe e imponenti arterie energetiche del vecchio continente.
Le quattro esplosioni, registrate tra il 26 ed il 27 settembre del 2022 ebbero un effetto quasi immediato sui prezzi del gas che in quel periodo superavano la cifra record dei 300 euro al megawattora. Un disastro quindi non solo per gli investitori di Nord Stream (la Germania e la Russia in primis, e numerose banche europee in secondo luogo) ma per tutta la manifattura europea ed in generale per i cittadini che in questi due anni hanno dovuto subire dei costi esagerati per riscaldare le proprie abitazioni. [...]
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