Nuova moneta per i BRICS, cosa c’è di vero? Dollaro USA nei guai

Flavia Provenzani

28 Agosto 2023 - 17:25

I Paesi BRICS starebbe valutando la creazione di una valuta che li unisca e permetta di abbandonare gli scambi e il pagamento del debito in dollari USA. Cosa c’è di vero?

Nuova moneta per i BRICS, cosa c’è di vero? Dollaro USA nei guai

I BRICS vogliono creare una nuova valuta, comune e digitale, per gli investimenti e gli scambi commerciali tra i Paesi componenti, con l’obiettivo dichiarato di ridurre la propria vulnerabilità alle fluttuazioni del dollaro americano. È quanto sembrerebbero aver riferito Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa - i BRICS, per l’appunto - per bocca del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva la scorsa settimana, a margine del summit dei maggiori Paesi in via di sviluppo a Johannesburg. Ma cosa c’è di vero?

Non mancano già numerose critiche al progetto di una moneta comune tra i BRICS non solo a livello economico, ma anche politico e sociale. E non da ultimo, aumentano i timori per il possibile impatto sul dollaro USA.

Perché i BRICS vogliono una propria valuta?

Il presidente brasiliano Lula ritiene che i Paesi che non utilizzano il dollaro statunitense non debbano essere costretti a commerciare in tale valuta. Una moneta esclusiva per i BRICSaumenta le nostre opzioni di pagamento e riduce le nostre vulnerabilità”, ha dichiarato durante la sessione plenaria di apertura del summit la scorsa settimana.

Alcuni funzionari sudafricani hanno specificato, tuttavia, che il tema di una moneta dei BRICS non era all’ordine del giorno del vertice, mentre il mese scorso il ministro degli Esteri indiano ha affermato che “non esiste alcuna idea di una valuta BRICS
Secondo il presidente russo Vladimir Putin, che ha partecipato al summit da remoto, si sarebbe piuttosto dovuto discutere del passaggio da un commercio in dollari USA tra i Paesi membri a un sistema di scambio con le relative valute nazionali.
La Cina, dal canto suo, non ha commentato la dichiarazione del presidente brasiliano. Xi Jinping durante il vertice ha semplicemente dichiarato di voler promuovere “la riforma del sistema finanziario e monetario internazionale”.

Al momento, quindi, non traspare alcuna intesa sulla possibile creazione di una valuta esclusiva per i BRICS.

Quali ostacoli alla creazione di una moneta dei BRICS?

Come anticipato, creare una moneta BRICS sarebbe più che altro un “progetto politico”, come ha dichiarato il mese scorso il governatore della banca centrale sudafricana Lesetja Kganyago, per il quale sarebbe necessaria non solo un’unificazione bancaria, ma anche fiscale, creando una convergenza macroeconomia solida.

Anche i possibili squilibri commerciali generati da una moneta comune costituirebbero un problema. Tutti i Paesi membri del BRICS hanno la Cina come principale partner commerciale e commerciano poco tra loro.

Guai in vista per il dollaro USA?

I leader dei Paesi BRICS hanno affermato all’unanimità di voler utilizzare maggiormente le proprie valute nazionali piuttosto che il dollaro statunitense, che si è rafforzato fortemente lo scorso anno quando la Federal Reserve ha iniziato ad alzare i tassi di interesse e quando la Russia ha invaso l’Ucraina, rendendo più costoso non solo il debito in dollari ma anche gran parte delle importazioni.

L’esilio della Russia dai sistemi finanziari globali, imposto dalle sanzioni introdotte lo scorso anno, ha alimentato la speculazione secondo cui gli alleati non occidentali si sarebbero allontanati dal dollaro, un processo di de-dollarizzazione che Putin ha definito “oggettivo e irreversibile” in occasione del summit.

Secondo i dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), la percentuale di dollari americani inseriti nelle riserve valutarie ufficiali è scesa al 58% nell’ultimo trimestre del 2022 e al 47% se adeguata alle variazioni del tasso di cambio. Parliamo di livelli minimi mai visti negli ultimi 20 anni.

Tuttavia, il dollaro continua a dominare il commercio mondiale. Secondo i dati della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), rappresenta quasi il 90% delle transazioni forex globali.

Il destino della de-dollarizzazione e la sua effettiva implementazione dipende strettamente dal fatto che innumerevoli esportatori e importatori, così come debitori, creditori e trader di valuta in tutto il mondo decidano in modo indipendente di smettere di usare il dollaro, preferendo altre valute.

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