Nuova Zelanda: verso una settimana lavorativa di 4 giorni

Marco Ciotola

21/05/2020

Il primo ministro neozelandese ha definito la settimana lavorativa di quattro giorni un modo per “aiutare l’economia”

Nuova Zelanda: verso una settimana lavorativa di 4 giorni

La Nuova Zelanda va verso una settimana lavorativa di 4 giorni. Un’ipotesi tutt’altro che lontana per il Paese a Sud dell’Oceano Pacifico, visto che ne ha parlato il primo ministro Jacinda Ardern, inquadrandola come un sistema possibile per “aiutare l’economia”.

Potrebbe essere - ha spiegato Ardern - un modo per migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata, agevolando il sistema finanziario soprattutto in un momento simile, con la pandemia di coronavirus ancora in corso.

In un live su Facebook, il primo ministro ha inserito l’argomento settimana di 4 giorni nell’ambito della più ampia discussione per rilanciare il turismo interno nel Paese. Negli ultimi mesi infatti l’emergenza sanitaria ha quasi azzerato il comparto turistico:

“Molte persone hanno suggerito che dovremmo avere una settimana lavorativa di quattro giorni. In definitiva, questo è un aspetto che si colloca tra datori di lavoro e dipendenti. Ma non va sottovalutata la flessibilità che una simile opzione garantirebbe in termini di viaggi e ferie, considerando anche come il 60% dell’industria turistica della Nuova Zelanda provenga da persone del posto”.

Nuova Zelanda: verso una settimana lavorativa di 4 giorni

Per il primo ministro neozelandese, Jacinda Ardern, tra i vari cambiamenti introdotti dal coronavirus c’è proprio quello di una notevole flessibilità del lavoro, e di determinati standard divenuti ormai parte del passato.

Spingendo sempre di più per un lavoro flessibile, Ardern ha incoraggiato le aziende del Paese a non abbandonare molti di questi cambiamenti, incoraggiare lo smart working e pensare a “orari più lunghi spalmati su meno giorni”.

Quest’ultimo aspetto - ha spiegato - aiuterebbe “certamente” il turismo in tutto il Paese. Sono discorsi non isolati in un momento del genere, a ridosso di un lockdown che ha spinto i datori di lavoro di tutto il mondo a riconsiderare gli schemi attuali e pensare a un programma che restringa i giorni operativi e aumenti la produttività.

In Nuova Zelanda già dal 2018 diverse agenzie governative sono iscritte a un programma chiamato «lavoro flessibile di default», che disegna un progetto volto nel tempo a dare ai lavoratori più libertà.

Sempre nel 2018 la società Perpetual Guardian, che si occupa di gestione patrimoniale, ha avviato un periodo di prova di due mesi con una settimana lavorativa di 40 ore in 4 giorni. Al termine si è detta entusiasta dei risultati, e ha annunciato la possibilità che in futuro questo schema diventi permanente.

Lavorando solo quattro giorni alla settimana, tutti i 240 dipendenti hanno fatto registrare una maggiore produttività, un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata e una considerevole riduzione dello stress.

“Per anni è stata solo una teoria, un pensiero che circolava spesso nel tentativo di creare un ambiente migliore per il mio team di lavoro. Una volta messa in pratica, il tutto è andato ben oltre le mie migliori aspettative”,

ha dichiarato alla CNN il fondatore di Perpetual Guardian, Andrew Barnes.

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