L’incremento quotidiano di nuovi casi, oggi, è tornato ai livelli di marzo
Rispetto a ieri c’è stato un brusco aumento nel bollettino coronavirus in Italia, che ha portato l’incremento di nuovi casi ai livelli che, a marzo scorso, hanno spinto il Governo ad imporre il lockdown a tutto il Paese. Cosa si deciderà stavolta?
Nuovi contagi in Italia come a marzo
Continua il trend in aumento dei nuovi casi di coronavirus. Il dato di oggi, mercoledì 19 agosto, ha segnato un notevole aumento rispetto al giorno prima, riportando il numero di contagi ai livelli di marzo.
Oggi i nuovi casi confermati sono infatti 642, contro i 403 di ieri. Il dato è pericolosamente simile ai numeri di marzo. Il 4 marzo, infatti i nuovi positivi erano 587, mentre due giorni dopo si toccavano i 778. Pochi giorni dopo, il 10 marzo, il Governo Conte dichiarava obbligatorio il confinamento.
Cosa è chiuso in Italia adesso
Un nuovo lockdown, sebbene parziale, è tuttora in corso. Il ministro della Salute Roberto Speranza, pochi giorni fa, ha annunciato lo stop per tutte le discoteche e l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici - anche se all’aperto - nelle ore serali.
Ma la misura è entrata in vigore solo dopo Ferragosto, quindi è probabile che assisteremo a un ulteriore aumento dei nuovi casi. Già in vigore erano l’obbligo di indossare la mascherina quando non si può rispettare la distanza di un metro, e il divieto di assembramento.
Le discoteche, intanto, hanno fatto ricorso al Tar del Lazio, il quale ha però respinto la richiesta.
Altri Paesi hanno approvato norme più dure contro la movida. Malta, ad esempio, non ha chiuso soltanto le discoteche, ma anche tutti i locali che non posseggono un servizio ristorante, con obbligo di servizio al tavolo.
Tornando in Italia, scuole e università sono chiuse da marzo, ma la riapertura è fissata per il 14 settembre.
App Immuni, è ora di scaricarla?
Intanto, sui social, in molti si chiedono se non sia il caso di utilizzare (finalmente) Immuni, l’app italiana per il contact tracing.
Di recente il segretario della Lega Matteo Salvini ha sollevato un polverone affermando, intervistato a In Onda su La7, che il download dell’applicazione “non è un dovere civico”.
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