Con l’approvazione del Digital Services Act, si rischia un duro scontro tra Ue e Elon Musk, nuovo proprietario di Twitter e “assolutista della libertà di parola”.
Sono passate poche ore dall’annuncio dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk per la cifra record di 44 miliardi di dollari, e il patron di Tesla sta attirando su di sé l’attenzione di tutto il mondo.
Adesso che Twitter è a tutti gli effetti privato, può essere più libero da regole e vincoli, non dovrà più sottostare alla sorveglianza della Security and Exchange Commission, autorità che regolamenta i mercati statunitensi. Ma la privatizzazione del famoso social network ha conseguenze estese in diversi ambiti, tra cui il fatto che non essendo più quotata la società non dovrà rispettare le comunicazioni sui dati trimestrali e avrà sicuramente meno pressione dagli azionisti. Le novità, però, potrebbero non fermarsi qui.
Tra i primi a commentare l’acquisizione “collega” Jeff Bezos, che si è posizionato al secondo posto della classifica degli uomini più ricchi al mondo proprio dietro Musk. Il fondatore di Amazon ha cinguettato sullo stesso Twitter chiedendo provocatoriamente se il Governo cinese trarrà vantaggio da questa transazione.
Bezos fa riferimento agli interessi di Tesla in Cina, che rappresenta il secondo mercato per vendite per la più importante casa produttrice di auto elettriche ed ha un ruolo fondamentale nell’acquisizione di materie prime per la realizzazione delle batterie.
Tuttavia, il pericolo più grande per il miliardario di Pretoria potrebbe arrivare non da un suo diretto concorrente, ma dalle istituzioni dell’Ue. Infatti, il nuovo Twitter di Elon Musk potrebbe subire severe restrizioni in Europa se non si adeguasse alle nuove regole contenute nel Digital Services Act.
Il nuovo Twitter di Musk sarà bloccato in Europa?
Il Digital Services Act è il nuovo regolamento proposto dalla Commissione europea che prevede di regolare in maniera più stringente il mondo del web e dei social, con l’obiettivo di evitare gli abusi e le distorsioni che hanno caratterizzato il settore digitale negli ultimi anni.
In particolare, le regole che dovranno essere approvate a breve dal Parlamento europeo, mirano a evitare che sul mondo digitale si possano manifestare fenomeni come di disinformazione e discriminazione, imponendo alle Big Tech di introdurre dei limiti su ciò che le persone possono pubblicare.
Una visione diametralmente opposta al pensiero di Elon Musk, il quale si è autodefinito un “assolutista della libertà di parola”, poiché essa rappresenta “il fondamento di una democrazia funzionante”.
Il possibile scontro tra Elon Musk e l’Ue
Secondo il Digital Services Act, alle aziende che non si adeguano a questo comportamento possono essere comminate multe fino al 6% del proprio fatturato, che nel caso specifico di Twitter potrebbero valere centinaia di milioni di dollari.
Appare quindi abbastanza plausibile la possibilità che si possa arrivare a uno scontro tra Musk e l’Ue nel prossimo futuro, quando e se, ad esempio, l’Ue chiederà al nuovo patron del popolare social network di rimuovere contenuti considerati illegali e l’imprenditore si rifiuterà di eseguire.
Diventa interessante comprendere come potrebbe reagire Elon Musk a un’imposizione del genere. Come extrema ratio, c’è chi ipotizza che potrebbe abbandonare il mercato europeo operando solamente in Paesi e aree in cui non esistono regolamenti del genere, come gli Stati Uniti.
Al tempo stesso i vertici Ue potrebbero pensare di bloccare Twitter nel caso vada oltre i confini dettati dal nuovo regolamento sul settore digitale.
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