Nuovo Reddito di cittadinanza, ecco 7 novità di cui nessuno parla: dalle sanzioni ai nuovi requisiti, ecco cosa cambia con il decreto che istituisce la Misura d’inclusione attiva.
Abbiamo letto in anteprima il decreto che istituisce la Misura d’inclusione attiva, il nuovo Reddito di cittadinanza. Anche se si tratta solamente di una bozza, per la quale potrebbero arrivare modifiche, è comunque utile per capire cosa effettivamente succederà dopo l’addio al Reddito di cittadinanza, nonché su quali sono le famiglie che potranno beneficiare della nuova Misura d’inclusione.
Di come funzionerà la Mia ne abbiamo già parlato, come pure su come verrà calcolato l’importo spettante alle famiglie. Qui vogliamo concentrarci sugli aspetti poco noti, non raccontati dalla stampa nazionale: ad esempio la novità che lega l’importo della Misura d’inclusione attiva all’andamento dei prezzi, nonché i nuovi requisiti patrimoniali richiesti per beneficiarne.
A tal proposito, abbiamo raccolto 7 ultime novità del nuovo Reddito di cittadinanza, vediamo di cosa si tratta.
1) Nel decreto non si parla di occupabili
È bene sottolineare che nella bozza di decreto non viene effettuata una stretta per gli occupabili, ma solo per quelle famiglie che al loro interno non hanno minori, disabili oppure over 60.
La platea, infatti, viene suddivisa in due parti: nella prima figurano appunto coloro che al loro interno hanno almeno un componente che soddisfa le suddette caratteristiche, indipendentemente dalla presenza di uno o più occupabili, mentre nella seconda tutti gli altri. Se per i primi ci sono poche differenze rispetto al Reddito di cittadinanza, per gli altri l’importo viene ridotto e il beneficio viene pagato per un minor tempo.
Paradossalmente, verrà riservato un trattamento di maggior favore a un nucleo familiare con due genitori maggiorenni, disoccupati, e un figlio minorenne, rispetto a uno composto da una sola persona che non lavora perché sta frequentando un corso di studi o formazione.
2) Non spetta a chi ha casa di proprietà di valore
Il Reddito di cittadinanza non spettava a chi aveva un valore del patrimonio immobiliare superiore a 30.000 euro, ma nel limite non si teneva conto della casa di abitazione.
Con la Mia, invece, questa verrà esclusa dal patrimonio immobiliare solamente se il valore Imu della stessa non supera i 150.000 euro. Di fatto, chi abita in una casa di un certo valore, anche se ereditata, non potrà comunque accedere alla Misura, indipendentemente dal reddito percepito.
3) Novità per i figli non conviventi
Novità anche per i figli non conviventi, per i quali diventa più difficile fare domanda da soli per l’accesso alla Misura. Infatti, mentre la normativa del Reddito di cittadinanza stabiliva che il figlio maggiorenne non convivente con i genitori faceva parte del nucleo quando ha meno di 26 anni ed è nella condizione di essere a loro carico ai fini Irpef, a meno che non risulti coniugato e ha dei figli, con la Misura d’inclusione attiva il limite di età viene innalzato a 30 anni.
Quindi, mentre oggi bastava avere più di 26 anni per fare domanda da soli, con la Mia tale possibilità sarà riservata solamente agli over 30.
4) L’importo aumenta negli anni
Novità assoluta è quella per cui l’importo della Misura inclusione attiva verrà annualmente adeguato alle variazioni dell’indice del costo della vita, ma solo a decorrere dall’anno 2026.
Quindi, l’importo del Mia sarà soggetto a rivalutazione, novità molto importante perché significa che se i prezzi aumentano anche il sostegno avrà un importo maggiore. Ricordiamo, invece, che il Rdc non era soggetto a indicizzazione.
5) Incentivi per chi inizia a lavorare
Per chi inizia a lavorare c’è il vantaggio che il reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico percepito entro 3.000 euro. Una tale novità è stata introdotta per il Reddito di cittadinanza dalla legge di Bilancio, ma in tal caso riguardava le sole attività da lavoro stagionale o intermittente: questa volta, invece, non viene operata alcuna distinzione, quindi vale per tutti i tipi di attività.
Un incentivo è previsto anche per chi avvia un’attività da lavoro autonomo: a titolo di incentivo, infatti, il beneficiario fruisce senza variazione della Mia per altre 2 mensilità. Inoltre, anche in questo caso non si tiene conto del reddito d’attività quando inferiore a 3.000 euro.
6) Sanzioni più severe
Pugno duro nei confronti di coloro che non rispettano gli obblighi previsti dalla normativa. Già alla prima assenza al centro per l’impiego, infatti, scatta la decadenza della Misura, mentre per il Rdc era prevista solamente la decurtazione di una mensilità (due alla seconda assenza, mentre alla terza veniva tolto).
Anche la mancata partecipazione alle iniziative del Gol, una non comunicazione necessaria ai fini del ricalcolo della Misura, e il rifiuto di un’offerta di lavoro congrua comportano la perdita del sostegno.
7) Non più occupabili gli over 60
Con il Reddito di cittadinanza erano esclusi dal soddisfare gli obblighi previsti dalla normativa coloro che avevano compiuto i 65 anni di età. Questo limite si riduce con il passaggio al Mia, in quanto anche chi ha meno di 65 anni ma ha compiuto i 60, non sarà obbligato a prendere parte a un percorso di accompagnamento al lavoro.
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