Il nuovo allentamento monetario annunciato giovedì dalla BCE ha spinto il totale delle obbligazioni a rendimento negativo sopra quota 18 mila miliardi di dollari.
Obbligazioni a rendimento negativo fanno segnare un nuovo massimo storico dopo il meeting della BCE.
L’incremento del supporto da parte della BCE, e le mosse che nei prossimi giorni potrebbero essere annunciate dalle maggiori banche centrali (Federal Reserve in primis), ha spinto il totale delle obbligazioni con rendimento negativo misurate dal Bloomberg Barclays Global Negative Yielding Debt Index sopra la fatidica soglia dei 18 mila miliardi di dollari.
Inutile dire che per questo indicatore, che a marzo 2020 aveva fatto registrare il livello minore da quasi un anno e mezzo, si tratta del nuovo massimo storico.
Obbligazioni a rendimento negativo: da BCE spinta decisiva
La forte impennata registrata dall’indice è tanto più evidente alla luce del fatto che il 10 novembre l’indicatore totalizzava 15,6 mila miliardi di dollari.
Bloomberg Barclays Global Negative Yielding Debt Index, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
A inizio settimana il dato si attestava a 17,57 miliardi e l’annuncio del potenziamento del pacchetto di misure della BCE per agevolare l’uscita delle economie di Eurolandia dalla crisi causata dal virus ha spinto il Bloomberg Barclays Global Negative Yielding Debt Index verso un nuovo record.
Guadagnare indebitandosi
Il continuo incremento della liquidità sui mercati ha prodotti situazioni paradossali: prendendo ad esempio l’Italia, che non rappresenta il primo Paese che viene in mente quando si parla conti pubblici in ordine, al momento il nostro governo è in grado di prendere a prestito fino alla scadenza dei cinque anni offrendo un rendimento negativo.
Niente ovviamente se confrontato con la Germania, che prende a prestito fino alle scadenze trentennali riuscendo a farsi corrispondere un tasso di interesse annuo dello 0,23%.
Con i titoli con rendimento negativo il mondo funziona al rovescio: gli emittenti guadagno e gli investitori registrano una perdita.
Segno meno per i rendimenti delle obbligazioni in Euro e Yen
Circa un quarto del debito “investment-grade” quota con il segno meno. In gran parte si tratta di titoli denominati in euro e yen poiché l’andamento dei prezzi al consumo in queste due aree economiche rappresenta la migliore garanzia che le politiche monetarie ultra-espansive non saranno minacciate dall’avanzata dell’inflazione.
Dalle sale operative rilevano che fino a quando la Federal Reserve manterrà i tassi in territorio positivo, i Treasury statunitensi non corrono il rischio di scendere sottozero (i decennali tedeschi sono entrati nell’era dei tassi negativi solo dopo il -0,4% varato dalla BCE nel 2016).
Spagna prossimo membro del club (e l’Italia?)
Il club dei Paesi in grado di guadagnare indebitandosi sulla scadenza decennale a breve dovrebbe arricchirsi di nuovi membri, visto che da ieri il rendimento del decennale spagnolo (il Bonos) quota zero per cento.
Al 3,4% poco più di due anni fa, il rendimento del nostro Btp decennale al momento si attesta a mezzo punto percentuale, come il Bonos a metà giugno.
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