Obbligo di fedeltà durante la separazione, per quanto dura e cosa rischia chi non lo rispetta

Ilena D’Errico

2 Ottobre 2023 - 00:01

Tra i principali elementi del matrimonio c’è l’obbligo di fedeltà tra coniugi. Ecco cosa cambia durante la separazione, quanto dura il dovere e cosa rischia il coniuge che non lo rispetta.

Obbligo di fedeltà durante la separazione, per quanto dura e cosa rischia chi non lo rispetta

L’obbligo di fedeltà reciproca è fra i principali doveri coniugali e anzi contraddistingue proprio il vincolo coniugale da qualsiasi altro. Il mancato rispetto di quest’obbligo può avere quindi conseguenze più o pesanti a seconda della situazione, fino ad arrivare all’addebito della separazione a carico del coniuge infedele. Un istituto che ha effetti anche di tipo economico-patrimoniale e che preclude alcuni diritti altrimenti garantiti tra coniugi.

È quindi importante sapere come è disciplinato l’obbligo di fedeltà, ma soprattutto quanto dura (e cosa cambia durante la separazione).

Obbligo di fedeltà tra coniugi: come funziona

L’obbligo di fedeltà derivante dal matrimonio è spesso ridotto esclusivamente alla sfera sessuale e ai tradimenti carnali, quando in realtà la legge prevede un concetto ben più ampio di fedeltà coniugale, fondato sul rispetto e la lealtà reciproci.

Difatti, non è solo il tradimento fisico a violare l’obbligo di fedeltà bensì lo è anche l’instaurarsi di un forte legame sentimentale con un terzo. Oltretutto, si considera violazione dell’obbligo fedeltà anche l’adulterio solo tentato ma non riuscito a causa del volere del terzo, contando appunto l’intenzione.

La Cassazione ha anche ribadito in proposito che l’obbligo di fedeltà deve tenere conto dell’intimità non solo sessuale ma anche affettiva che caratterizza il rapporto coniugale. Ecco perché l’infedeltà può essere anche platonica o addirittura costituita da scambi di messaggi e telefonate che mostrino un chiaro interesse romantico e/o sessuale.

Quanto dura l’obbligo di fedeltà e cosa succede durante la separazione

L’obbligo di fedeltà inizia dalla data delle nozze e decorre fino alla sentenza (o l’accordo) di separazione. Su questo punto sorgono spesso molti dubbi, poiché la separazione è una fase transitoria in cui le parti conservano lo status di coniugi.

Effettivamente, durante la separazione resta in vigore la maggior parte di diritti e doveri reciproci derivanti dal matrimonio, compreso il dovere all’assistenza morale e materiale del coniuge. Nonostante ciò, per effetto della separazione vengono meno i doveri di coabitazione e fedeltà.

I coniugi separati, pur essendo di fatto ancora sposati, possono quindi avere altre relazioni e avere residenze diverse senza alcuna implicazione di natura legale. In questo modo è comunque garantita ai coniugi la possibilità di esercitare le proprie libertà personali, senza dover essere costretti a limitare la propria sfera affettiva pur essendosi separati.

Dato che rimangono comunque tutti gli altri doveri, tuttavia, è importante che anche dopo la separazione non vengano messi in atto comportamenti in grado di ledere la dignità e la reputazione dell’altro coniuge, anche in merito a nuove relazioni o nuove convivenze.

In sintesi, dopo la separazione non c’è obbligo di fedeltà ma si è tenuti a non offendere l’onore e la reputazione dell’altro coniuge. Questo è il motivo per cui è rilevante in sede di giudizio anche il tradimento presunto o millantato che abbia leso la dignità dell’altro pur non essendo di fatto avvenuto.

Cosa rischia chi non rispetta l’obbligo di fedeltà

Di norma si associa l’infedeltà coniugale all’addebito della separazione, considerando quest’ultimo come la principale “sanzione” a carico del coniuge. Eppure non si tratta di un procedimento automatico, in quanto l’addebito si basa sulla responsabilità (eventualmente anche condivisa) della fine della relazione.

L’addebito della separazione al coniuge infedele è quindi possibile soltanto se il tradimento è anche la causa della separazione, mentre è da escludere nell’ipotesi in cui derivasse da una precedente crisi matrimoniale.

Oltre all’addebito della separazione è poi importante considerare anche la possibilità di ottenere un risarcimento per i danni causati dal tradimento (platonico, presunto o fisico che sia) durante il matrimonio o anche in seguito alla separazione. In tal caso è poi bene specificare che l’accettazione di un tradimento a cui ne sono seguiti altri non esonera il coniuge fedifrago da alcuna responsabilità.

Per il risarcimento è comunque necessario avviare un giudizio civile indipendente, in cui dimostrare le lesioni ai diritti garantiti dalla Costituzione e dalle altre leggi, proprio come il diritto alla reputazione.

Iscriviti a Money.it