L’aspetto più preoccupante del DSA è il suo potenziale per diventare una moderna forma di Inquisizione digitale, che potrebbe soffocare la libera espressione e il libero scambio di idee.
Oggi, 25 agosto, entra in vigore il Digital Services Act.
Anche se presentato come una misura per garantire un ambiente digitale più sicuro e affidabile, difendendo le persone dal “far west digitale”, molte voci critiche lo considerano un altro passo verso il soffocamento delle libertà online e un’ingiustificata forma di censura.
L’aspetto più preoccupante del Digital Services Act è il suo potenziale per diventare una moderna forma di Inquisizione digitale, in cui le piattaforme online vengono obbligate a conformarsi a una serie di restrizioni e obblighi che potrebbero soffocare la libera espressione e il libero scambio di idee. Il rischio è che questo regolamento possa essere utilizzato in modo eccessivamente ampio e arbitrario per reprimere le voci divergenti e per imporre un’uniformità di pensiero. [...]
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