In Italia i contagi continuano a salire trainati dalla variante Omicron 2. Gli esperti lanciano l’allarme: «Ecco chi rischia di più la malattia severa». Entriamo nel dettaglio.
In Italia il virus ha ripreso a correre. Ieri, martedì 22 marzo, nel bollettino del ministero della Salute i nuovi casi nelle 24 ore sono tornati a sfiorare quota 100 mila, trainati dalla sottovariante Omicron 2. Sempre più presente nel nostro paese e contagiosissima, con un R0 vicino al 18, come quello del morbillo.
I ricoveri sono tornati a salire, ma per capire l’impatto di questa nuova impennata di contagi sulle ospedalizzazioni occorrerà aspettare una decina di giorni. Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), lancia l’allarme: «Ecco chi rischia la malattia severa». Entriamo nel dettaglio.
Allarme Omicron 2, chi rischia la malattia severa
In Italia i contagi continuano a salire trainati dalla sottovariante Omicron 2, la cui contagiosità è equivalente a quella del morbillo. In un’intervista all’Adnkronos Salute, Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie infettive all’Università Sapienza di Roma, ha lanciato l’allarme: «La variante Omicron 2, BA.2, ha preso il sopravvento su Omicron. E ormai vediamo nei nuovi contagiati solo questa. Chi non è vaccinato può rischiare un quadro clinico severo e anche di finire in terapia intensiva. Mentre chi è immunizzato non ha grandi conseguenze».
Insomma, come riporta l’esperto chi non è immunizzato potrebbe rischiare un Covid severo anche con Omicron 2. «L’alto tasso di reinfezioni - continua Mastroianni - che stiamo registrando con Omicron 2, anche in chi è immunizzato con tre dosi ci induce a pensare che la risposta immunitaria sia inferiore rispetto a Delta. Ma comunque il booster va fatto perché è l’unico strumento che ci mette in sicurezza dalla malattia severa».
Per quanto riguarda la crescita dei contagi, Mastroianni aggiunge: «C’è ma per ora la situazione è controllabile e non c’è una grossa pressione sugli ospedali. Però occorre aspettare 1-2 settimane per capire l’impatto di questo incremento di contagi. Dovrà essere messo in pratica un piano di riorganizzazione dei percorsi, perché la nuova fase post pandemia prevede una convivenza con il virus che deve essere gestita al meglio».
Omicron 2, vaccini e mascherine al chiuso
Per affrontare la nuova recrudescenza dell’epidemia, Mastroianni invita a far affidamento sui vaccini «che vanno aumentati, perché sono l’arma in più che abbiamo». Non solo. Gli infettivologi fanno sapere di essere contrari a qualsiasi misura tolga l’obbligo di mascherina al chiuso. «Il dispositivo di protezione - conclude Mastroianni - va tenuto quando si è al chiuso, almeno fino all’estate. Su questo dobbiamo essere molto chiari, è indispensabile mantenere molta prudenza. E quindi anche la mascherina, negli assembramenti all’aperto».
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