In occasione della conferenza organizzata dalla Banca centrale dell’Ungheria, Orban ha illustrato i motivi del suo no all’euro.
Il premier ungherese Viktor Orban è tornato a spiegare i motivi per cui l’Ungheria, Paese appartenente all’Unione europea, continua a non voler adottare l’euro.
Certo, ha detto Orban, la nascita dell’euro ha avuto un significato sicuramente epocale, storico, ma una politica monetaria comune senza una unione fiscale può provocare molti problemi, qualcosa che si è verificato più di un volta.
Orban parla con Lagarde nell’evento in onore del padre dell’euro Lámfalussy
Orban ha parlato nel corso della conferenza indetta dalla Banca centrale dell’Ungheria, che rimane una entità a sé stante, con una propria politica monetaria, che prescinde da quella della BCE (Banca centrale europea).
Tra i partecipanti alla conferenza anche la presidente della BCE Christine Lagarde, che è tornata a lanciare un avvertimento sul pericolo che le banche centrali perdano la loro indipendenza.
L’evento è stato organizzato dalla Banca centrale ungherese, ironia della sorte, in onore di Sándor Lámfalussy, considerato padre dell’euro, di origini ungheresi.
Con in mano una valigia, Lámfalussy arrivò in Belgio nel 1949, lavorando negli anni successivi alla Commissione Delors che gettò le basi dell’Unione europea economia e monetaria.
Alexandre Lamfalussy primo presidente dell’organo pre BCE
Tra il 1994 e il 1997, Sándor Lámfalussy fu il primo presidente dell’Istituto monetario europeo (IME).
E’ la stessa BCE a ricordare che, nel 1992, il Trattato sull’Unione europea, conosciuto anche come “Trattato di Maastricht”, “delineò una tabella di marcia per la creazione di una moneta e di una banca centrale comuni per l’UE” e che durante questo percorso, “la fondazione dell’Istituto monetario europeo (IME) nel gennaio 1994 rappresentò una tappa intermedia ma fondamentale verso la creazione della BCE ”.
La banca centrale europea ricorda che il primo presidente dell’IME fu per l’appunto Alexandre Lamfalussy, e che dopo di lui “subentrò Willem Frederik Duisenberg, che divenne il primo Presidente della BCE nel 1998”.
Quest’anno, la Banca centrale ungherese, nota come Hungarian Central Bank (MNB), ha organizzato la conferenza dedicata a Lámfalussy per la decima volta. A prendere la parola, tra gli altri, il governatore uscente della Banca centrale György Matolcsy, che sarà sostituito a partire dal mese di marzo dall’ex ministro delle Finanze ungherese Mihaly Varga, alleato di Orban.
L’evento ha assunto stavolta una importanza maggiore, in quanto caduto nel giorno del 100esimo anniversario della nascita della banca centrale del Paese.
Se Christine Lagarde, durante il discorso con cui ha accettato il premio Lámfalussy, ha ricordato il ruolo che l’euro vanta nel riuscire a combattere l’inflazione, Orban è stato decisamente meno prodigo di complimenti nei confronti della moneta unica che, non per niente, la sua Ungheria - sotto il suo controllo da 15 anni - ha deciso di non adottare. La valuta ungherese è infatti il fiorino ungherese (in ungherese forint).
Orban, da introduzione euro competitività USA migliorata molto più che in area euro
All’inizio del suo discorso, il premier ungherese Viktor Orbàn, oltre a mettere in evidenza l’importanza storica della nascita della moneta unica, ha detto che “dall’introduzione dell’euro, la competitività degli Stati Uniti è migliorata molto più di quella dell’Eurozona”.
Non solo: sovranista e populista convinto, Orban ha aggiunto che, nella sua forma attuale, l’euro garantisce vantaggi solo alle economie solide, non contribuendo invece al rafforzamento dei mercati più deboli, che vogliono emergere.
Proprio questo, ha enfatizzato Orban, è il motivo per cui l’Ungheria non fa parte ancora dell’Unione monetaria. Il primo ministro ha continuato, affermando che ogni nazione ha il diritto di considerarsi il centro del mondo, e l’entità più importante per se stessa, accettando che anche gli altri facciano lo stesso.
“Verso un’era sovranista”, la profezia di Viktor Orban: è l’UE quella isolata
L’interrogativo, ha aggiunto il premier, è in che modo il mondo può prosperare in questa sua nuova versione che, a suo avviso, è il futuro, in quanto, parole sue, “L’era liberale sarà sostituita nel mondo da quella sovranista”.
Orban ha affermato anche che “ non è l’Ungheria a essere isolata, ma l’Unione europea ”. E ancora, “stiamo percorrendo la strada principale, mentre l’Unione europea sta inciampando da qualche parte in strade fangose e periferiche”.
Sarà: sta di fatto che, a proposito di inflazione, se la politica monetaria della BCE ha riportato la crescita dell’inflazione dei Paesi dell’area euro a una media del 2,4%, nel mese di dicembre, l’Ungheria si è confermata tra le economie con il tasso di inflazione più alto nell’Unione europea, pari al 4,8%.
Nel terzo trimestre del 2024, il PIL dell’Ungheria si è contratto inoltre su base trimestrale dello 0,7%, dopo la crescita negativa pari a -0,2% del trimestre precedente, entrando così ufficialmente nella fase di recessione tecnica, zavorrata dalla crisi che ha colpito i settori chiave dell’economia, ovvero l’agricoltura, l’industria, l’edilizia.
Vero è che le proiezioni della Commissione europea sono positive: la crescita del PIL dell’Ungheria del 2024 è vista rafforzarsi da Bruxelles dal +0,7% al +3,1% nel 2026.
Per quanto riguarda l’inflazione, l’indice dei prezzi al consumo HICP è inoltre letteralmente crollato dal 17% nel 2023 al 3% nel settembre del 2024.
Nell’ultimo meeting di dicembre 2024, la Banca centrale dell’Ungheria ha lasciato i tassi di interesse del Paese invariati al 6,5% per la terza riunione consecutiva, così come atteso dai mercati, dopo una serie di tagli che sono iniziati a partire dal 2023.
Fino al 24 ottobre 2023, data in cui la Banca centrale ungherese ha iniziato ad avviare i suoi tagli, i tassi di interesse dell’Ungheria sono rimasti inchiodati al 13% a partire dalla riunione del settembre 2022.
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