Le ore di straordinario possono essere disposte dal datore di lavoro per specifiche ragioni, ma non possono essere pagate fuori busta paga o in nero. Come può tutelarsi il lavoratore?
Evitare di pagare le tasse e i contributi, ovvero evaderle, è un obiettivo di non pochi datori di lavoro che, gravati dalle spese, potrebbero scegliere la via dell’illegalità per non rinunciare a risorse economiche, che altrimenti andrebbero (giustamente) allo Stato.
Ebbene, un esempio tipico di evasione fiscale da parte delle aziende - specialmente quelle di piccola o media dimensione - è rappresentato dal pagamento degli straordinari in nero, vale a dire al di fuori della busta paga. Oggi questo tipo di pratiche illecite non può sorprendere, se pensiamo ai più elevati costi che deve sostenere un’azienda anche solo rispetto al recente passato, ma l’aumento del prezzo delle materie prime o il boom bollette non possono essere una valida ragione per le ore di straordinario in nero.
Dal lato del lavoratore, molto spesso le ore di straordinario in nero sono viste come una sorta di ricatto subito per non rischiare il posto, anche se non manca chi tra i lavoratori non si oppone, per il maggior introito incassato (salvo poi patire le conseguenze a livello previdenziale per i contributi non versati).
Di seguito parleremo dei rimedi a cui un dipendente può affidarsi per combattere l’utilizzo delle ore di straordinario in nero, ovvero fuori busta paga. Come puoi dunque tutelarti, per non dover subire un comportamento del datore di lavoro che non ha nulla di giuridicamente ed eticamente accettabile? Lo scopriremo insieme nel corso di questo articolo, dopo aver ricordato - in breve - quando ricorre il lavoro straordinario.
Ore di straordinario: che cosa sono? Il contesto di riferimento
Un lavoratore svolge lavoro straordinario nel momento nel quale su richiesta del datore di lavoro, egli prolunga il suo orario di permanenza sul luogo di lavoro oltre quello fissato dal contratto di lavoro in essere. Ricordiamo che, nel nostro paese, in linea generale sono 40 le ore settimanali di lavoro subordinato (tempo pieno), che appunto possono aumentare sommando le ore di straordinario.
Insomma, nessun dubbio a riguardo: lavoro straordinario è quello svolto oltre le 40 ore settimanali. Si tratta della definizione di cui al decreto legislativo n. 66 del 2003, pubblicato allo specifico scopo di riordinare la normativa in tema di orario di lavoro.
Tieni ben presente che le ore di straordinario in busta paga sono effettuate nel pieno rispetto della legge se il Ccnl di riferimento disciplina lo straordinario, oppure se in sua mancanza c’è un accordo ad hoc tra azienda e lavoratore. Ancora, le ore di straordinario possono essere giustificate da cause di forza maggiore, esigenze produttive di tipo eccezionale o eventi speciali come mostre o fiere del settore in cui opera l’azienda. In ogni caso, le ore di straordinario non possono essere pagate fuori busta, ovvero in nero.
Come sono pagate le ore di straordinario? Maggiorazioni, riposi compensativi e straordinario forfetizzato
Se ti domandi come debbono essere pagate le ore di straordinario in busta paga, queste per legge debbono vedersi applicate le maggiorazioni di cui al Ccnl di categoria, oppure possono essere compensate con i cosiddetti riposi compensativi (permesso retribuito), nel caso ciò sia previsto dal Ccnl applicato.
Alternativa a quanto appena esposto è la previsione di un importo come straordinario forfetizzato, da assegnare al lavoratore subordinato come elemento fisso della retribuzione, e dunque anche nei mesi in cui non lavora per un numero maggiore di ore.
Attenzione però: lo straordinario forfetizzato in busta paga non può mai rappresentare per il lavoratore una perdita economica, rispetto a quanto avrebbe incassato in ipotesi di pagamento delle ore di straordinario concretamente svolte.
In ogni caso, ovvio che i compensi versati per il lavoro straordinario sono, come la retribuzione ordinaria, soggetti sempre a trattenute per contributi Inps e tassazione Irpef.
Il caso delle ore di straordinario fuori busta paga: perché succede?
Lo abbiamo anticipato in apertura: le ore di straordinario pagate in nero al lavoratore hanno il vantaggio di far risparmiare il datore di lavoro, ma chiaramente si tratta di una pratica senza giustificazione nelle norme di legge - e contro cui il lavoratore può difendersi.
Il datore di lavoro sceglie la via del ’nero’ allo scopo di pagare meno tasse e contributi, ma il fatto che nel nostro Paese il livello di imposizione fiscale su dipendente e azienda sia elevato, non può di certo costituire una giustificazione a questo comportamento. Il punto è che il calcolo delle imposte è compiuto sul lordo dello stipendio, con i contributi Inps che rappresentano un non indifferente onere in termini di percentuali da pagare allo Stato.
D’altro lato, vero è che al diminuire dell’importo in busta paga con il pagamento delle ore di straordinario in nero, il datore di lavoro risparmierà notevolmente in termini di contributi da versare. Ma lo ribadiamo: la legge impone obblighi ben precisi al datore e, tra essi, quello della consegna della busta paga, contestualmente al pagamento della retribuzione mensile.
In quello che è anche detto cedolino paga debbono comparire tutte le voci che formano la retribuzione, per permettere al lavoratore di compiere le opportune verifiche sulla correttezza del documento. E le ore di straordinario debbono essere indicate e pagate in busta paga in modo separato dalle ore di normale lavoro, e con le maggiorazioni di cui al Ccnl di categoria.
Chiaro dunque che se il datore di lavoro paga lo straordinario “fuori busta”, consegnando al dipendente un prospetto paga infedele, tu come lavoratore potrai tutelarti nelle modalità che ora vedremo.
Come comportarsi in caso di ore di straordinario fuori busta paga? Il rifiuto opposto dal dipendente al datore di lavoro
Un lavoratore in verità si trova danneggiato da questa pratica del datore di lavoro, perché perde i contributi (non versati), cui avrebbe diritto - con conseguenze del tutto ovvie a livello previdenziale. Senza contare il fatto che, in caso di infortunio o sinistro durante l’orario straordinario in nero, salterebbe la copertura assicurativa Inail. Il datore di lavoro, da parte sua, rischia sanzioni fissate dalla legge, la quale - come accennato - dispone delle maggiorazioni retributive obbligatorie da far valere sull’attività di lavoro tramite ore di straordinario.
Il timore del lavoratore potrebbe però essere quello di subire ritorsioni da parte del datore di lavoro, e per questo motivo c’è chi preferisce tacere e non denunciare la situazione di illegalità, per non rischiare di perdere il posto di lavoro, oltre che la busta paga.
Ma lo abbiamo detto sopra: gli straordinari non possono esserti pagati fuori busta perché questa scelta ti penalizzerebbe. Allora che linea seguire per contrastare questo comportamento dell’azienda che “gioca al risparmio”, facendone però le spese il lavoratore? Ebbene, anzitutto il dipendente farà bene a rivolgersi direttamente al capo e manifestare apertamente e con educazione la propria contrarietà a ricevere il compenso per le ore di straordinario fuori busta paga, ovvero sotto banco e in nero. Ma ciò potrebbe non bastare a convincere l’azienda a non servirsi del lavoro nero.
Il rimedio della denuncia della situazione all’Ispettorato del Lavoro
Se il datore dimostra o lascia intendere di non volersi riallineare agli obblighi di legge, non ti resterà che effettuare una denuncia della situazione. Dovrai attivarti rivolgendoti all’Ispettorato del Lavoro che, tra le sue varie funzioni, ha anche quella di effettuare controlli su questo tipo di pratiche illegali e, se del caso, infliggere sanzioni amministrative al datore di lavoro responsabile.
All’Ispettorato sarà opportuno presentare tutta la documentazione e gli elementi idonei a dimostrare di aver svolto ore di straordinario in nero. Successivamente verranno svolti accertamenti sull’operato dell’azienda.
Interessante notare che le norme in materia prevedono sanzioni a tre cifre per l’azienda che non conteggia in busta paga le ore di straordinario, oppure lo fa ma senza indicarli a parte nel prospetto paga, o ancora le conteggia ma senza far valere la maggiorazione cui il dipendente ha diritto (così come prevista dal Ccnl di categoria). Inoltre, la sanzione pecuniaria è destinata ad aumentare considerevolmente se, dalle verifiche effettuate dall’Ispettorato del Lavoro, emerge che quello del pagamento delle ore di straordinario fuori busta è un sistema consolidato in azienda (più di 5 lavoratori coinvolti o più di 50 giornate lavorative in un anno solare) e dunque espressamente mirato a evadere tasse e contributi previdenziali.
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