Pagamenti tracciabili obbligatori per i titolari di partita Iva, le novità 2025

Nadia Pascale

23/10/2024

Nella Legge di Bilancio 2025 importanti novità per il contrasto all’evasione fiscale: introdotto l’obbligo di tracciabilità delle spese per le partite Iva e di collegare Pos e registratore di cassa.

Pagamenti tracciabili obbligatori per i titolari di partita Iva, le novità 2025

Cambiano gli adempimenti per i titolari di partita Iva, la Legge di Bilancio 2025 introduce obbligo di tracciabilità delle spese e collegamento tra POS e registratore di cassa. Così il Governo contrasta l’evasione fiscale.

Il disegno di legge di bilancio 2025 approdato in Parlamento porta significative novità in ambito fiscale, tra queste l’estensione di obbligo di tracciabilità per le spese effettuate dai titolari di partita Iva. La tracciabilità viene promossa a condizione essenziale per ottenere le detrazioni e deduzioni fiscali.

Sappiamo che le imprese e i professionisti, ai fini della determinazione del reddito imponibile possono portare in deduzione le spese inerenti l’attività professionale e di impresa. Tali elementi portano a una riduzione delle imposte da versare, ma purtroppo capita che siano fatte valere spese non effettivamente sostenute. Per contrastare tale fenomeno il Governo corre ai ripari.

Non solo tracciabilità dei pagamenti per partita Iva, a questo obbligo si affianca l’obbligo di collegare il POS al registratore di cassa.

Ecco le novità fiscali per le partite Iva nella Legge di Bilancio 2025.

Tracciabilità dei pagamenti per le partite Iva

La Legge di Bilancio 2025 inizia il suo iter di approvazione, le misure sono state delineate dal Governo nel DdL proposto, tra le novità importanti vi sono le norme di contrasto all’evasione fiscale per titolari di partita Iva.

Alla tracciabilità dei pagamenti siamo ormai abituati, infatti, per le persone fisiche la maggior parte delle deduzioni e detrazioni Irpef sono strettamente correlate alla tracciabilità dei pagamenti, avviene ad esempio per le spese per bonus edilizi, spese universitarie, trasporto scolastico, spese veterinarie.
Per avere la tracciabilità, i pagamenti devono avvenire con bancomat, carta di credito, bonifici, assegni.

Lo stesso principio viene esteso alle partite Iva e la finalità è il contrasto all’evasione fiscale evitando che possano essere dedotte dalle spese aziendali somme non effettivamente utilizzate.

A dettare la strada è il vice ministro dell’Economia e Finanze, Maurizio Leo, che ha anticipato l’introduzione della tracciabilità delle spese per le detrazioni per le partite Iva. L’articolo 10 del disegno di Legge di bilancio 2025 introduce modifiche al DPR 917 del 1986 e stabilisce che i rimborsi delle spese per vitto, alloggio, viaggio e trasporto non concorrono a formare il reddito sono effettuate con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento previsti dall’articolo 23 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.

Cosa prevede la legge di Bilancio 2025 per la tracciabilità delle spese per partite Iva?

Le nuove norme sono contenute nell’articolo 10 del disegno di Legge di Bilancio.

La lettera B del comma 1 stabilisce che le spese relative a prestazioni alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande e le spese per viaggio e trasporto addebitate analiticamente al committente, nonché i rimborsi analitici relativi alle medesime spese sostenute per le trasferte dei dipendenti ovvero corrisposti a lavoratori autonomi (Lett. C), sono deducibili se effettuate con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili.
La lettera D apporta modifiche all’articolo 108, comma 2 del Tuir che si occupa delle spese di propaganda, pubblicità e rappresentanza, anche in questo caso le stesse diventano deducibili sono se effettuate con strumenti di pagamento tracciabili.

Ai fini della deducibilità tali regole valgono sia per le imposte sui redditi sia per l’Irap.
Il comma 3 fissa l’entrata in vigore delle norme sulla tracciabilità delle spese a partire dal 1° gennaio 2025, cioè il periodo di imposta successivo rispetto a quello in scadenza al 31 dicembre 2024.

Si tratta di una misura di contrasto all’evasione fiscale che mira a rendere certe le spese da portare in deduzione. Naturalmente questa esigenza non si palesa per i contribuenti forfetari visto che portano in deduzione le spese con metodo forfetario applicando i coefficienti di redditività.

Collegamento POS al registratore di cassa

Non è però questa l’unica novità per i titolari di partita Iva, infatti, è previsto anche che il registratore di cassa sia collegato al POS.
La misura è prevista nell’articolo 9 del disegno di Legge di Bilancio per il 2025. La disposizione prevede la piena integrazione e interazione del processo di registrazione dei corrispettivi con il processo di pagamento elettronico.

A tal fine, lo strumento hardware o software mediante il quale sono accettati i pagamenti elettronici (POS) è sempre collegato allo strumento mediante il quale sono registrati e memorizzati (registratori di cassa), in modo puntuale, e trasmessi, in modo aggregato, i dati dei corrispettivi nonché i dati dei pagamenti elettronici giornalieri.
In questo caso la norma entra però in vigore dal 1° gennaio 2026 in modo da consentire ai contribuenti di adeguare i dispositivi alle nuove norme.

La norma nasce perché sono stati denunciati casi in cui i titolari di partita Iva abbiano accettato pagamenti con il Pos emettendo però scontrino non fiscale attraverso registratori di cassa “paralleli”. Con l’obbligo di collegare il POS al registratore di cassa viene meno tale possibilità, ecco perché trattasi di un importante strumento di contrasto all’evasione fiscale.

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