Da tenere d’occhio la scadenza della Tari che a settembre prevede il pagamento di una delle rate o del versamento unico.
In molti Comuni è previsto il pagamento della Tari con scadenza a settembre. Cosa succede a chi non la paga e chi rischia di vedersi recapitare una cartella esattoriale? La Tari è la tassa con cui i Comuni finanziano il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ma essendo un balzello dal carattere locale non ha scadenza uguale in tutta Italia.
Se si cerca, quindi, uno scadenziario fiscale per il pagamento della Tari emerge soltanto il fatto che entro la fine dell’anno, ovunque, deve essere versata, senza tenere conto del fatto che ogni realtà locale prevede un diverso numero di rate con scadenze differenti. La regola generale vuole che se si paga in un’unica soluzione la Tari debba essere versata alla prima scadenza utile (quella dell’eventuale prima rata); se invece si paga a rate si può dilazionare il versamento in 2, 3 o 4 rate (in base a quello che prevede il Comune di residenza).
A differenza dell’Imu, altro balzello a livello locale, a decidere date e importi per il versamento della tassa rifiuti è il Comune. In alcune realtà locali si avvicina, però, la data in cui versarla mentre in altre è stata da poco superata. Vediamo cosa e fare e che rischi si corrono per il mancato versamento.
Chi paga la Tari?
Come abbiamo detto la Tari è la tassa con cui i Comuni finanziano il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. A istituire questa tassa è stata la Legge di Stabilità 2014 che prevede che sia dovuta da "chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani”.
Non conta, quindi, se i rifiuti si producano davvero e l’imposta è sempre dovuta da chi utilizza l’immobile e non, eventualmente, dall’effettivo proprietario. Nelle case concesse in locazione, infatti, a dover versare la tassa è l’inquilino (che ha diritto di abitazione) e non il proprietario. La Tari è dovuta anche sulla seconda casa non abitata. Si può non pagare la tassa su un immobile solo qualora lo stesso non abbia allacciate le utenze di luce e acqua e non sia ammobiliato (si deve dimostrate, quindi, che anche volendo non è possibile vivere nell’immobile e pertanto lo stesso non produce rifiuti).
Quando si paga la Tari?
Come abbiamo anticipato, non esistono scadenza valide in tutta Italia per il pagamento della Tari. La scadenza e il numero di rate variano da Comune a Comune anche se, solitamente, il pagamento si effettua entro queste date:
- primo acconto entro la fine di aprile;
- seconda rata da versare entro la fine di luglio;
- terza rata a saldo entro fine anno.
Ci sono, poi, Comuni che prevedono anche una quarta rata che solitamente ha scadenza entro fine settembre.
leggi anche
Tari, come pagare di meno
Occhio alle scadenze di settembre
A settembre, come abbiamo anticipato, ci sono dei Comuni che prevedono in alcuni casi il pagamento della prima o seconda rata, altri che richiedono entro questo mese il pagamento del saldo dell’intera tassa. In base a quello che i diversi siti delle amministrazioni comunali hanno pubblicato, in diverse realtà locali il pagamento di settembre era dovuto entro il 16, in altre la data da tenere a mente è quella del 30 settembre.
Iniziamo con i Comuni dove il pagamento di settembre è ormai scaduto (ma versare la rata con qualche giorno di ritardo è possibile applicando una piccola maggiorazione):
- Comune di Barletta, la prima rata della Tari scadeva il 16 settembre;
- nel Comune di Brescia il 16 settembre scadeva il termine per il versamento della seconda rata;
- sempre il 16 settembre era l’ultimo giorno per versare la seconda rata nel Comune di Grugliasco;
- la prima rata nel Comune di Napoli andava versata entro il 16 settembre, ma se si sceglie di versare la tassa in un’unica soluzione si può pagare entro il 30 settembre 2024.
Tari, dove scade il 30 settembre?
Entro il 30 settembre è necessario versare la prima rata della Tari per chi abita nei Comuni di Lamezia Terme e Olbia. Entro la stessa, data, invece, deve essere versata la seconda rata della Tari per chi vive nel Comune di Roma, di Modena, di Rimini, della Bassa Romagna.
Cosa succede se non paghi la Tari?
Per chi non paga la Tari il Comune provvede ad attivare le procedure del recupero crediti: prima arriva la cartella esattoriale che, se non saldata, può far scattare il pignoramento dei beni. Nel caso l’importo non versato sia superiore a 30.000 euro scatta anche la denuncia penale da parte del Comune.
La Tari può essere pagata anche in ritardo applicando una sanzione del 30% dell’importo dovuto. Se si accede al ravvedimento operoso, però, c’è una riduzione delle sanzioni pari a:
- 0,1% dell’imposta per ogni giorno di ritardo se si paga entro 14 giorni dalla scadenza;
- 1,5% dell’imposta + interessi se si paga tra il 15° e il 30° giorno dalla scadenza;
- 1,67% dell’imposta + interessi se si paga tra il 30° e il 90° giorno dalla scadenza;
- 3,75% dell’imposta + interessi se si paga tra il 90 giorni e 1 anno dalla scadenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA