Patentino per la raccolta dei funghi o permesso, quali sono le regole?

Caterina Gastaldi

4 Ottobre 2022 - 19:44

Cosa prevede la normativa riguardante la raccolta dei funghi in Italia? Quanto costa il patentino? Bisogna seguire un corso?

Patentino per la raccolta dei funghi o permesso, quali sono le regole?

Andare a fare una passeggiata per i boschi e raccogliere dei funghi può sembrare una buona idea e un modo diverso di passare una domenica autunnale, ma potrebbe concludersi con multe e conseguenze impreviste. Perché? In tutta Italia è previsto che, per poter raccogliere i funghi epigei (ovvero che si trovano sopra il suolo) è previsto il rispetto di regole precise, atte a salvaguardare l’ambiente naturale e i raccoglitori.

Come per altre situazioni simili, ovvero la raccolta di tartufi o la caccia, ogni singola regione può scegliere con una certa libertà le regole da applicare, ma queste riguardano sempre alcuni aspetti, andando a disciplinare le modalità di acquisizione dei permessi, il limite massimo di funghi che è consentito raccogliere, e i giorni o le ore in cui è possibile farlo, per esempio.

Quali sono gli aspetti disciplinati

La necessità di leggi riguardo questa realtà è relativa all’importanza della salvaguardia ambientale e della biodiversità dei boschi italiani, ma è anche chiaramente legata alla protezione sanitaria degli interessati. In Italia, infatti, esistono molti funghi non commestibili, tossici, anche letali. Il rischio di scambiarli con quelli mangerecci è sempre presente, anche per i cercatori di funghi più esperti. Viene da sé quindi l’esigenza di regolamentare questa attività.

Come previsto dalla legge 352/93 sono le singole regioni a occuparsi di disciplinare alcuni aspetti fondamentali relativi alla raccolta dei funghi, per cui esistono sempre e comunque delle indicazioni e regole nazionali a cui fare riferimento.

Gli aspetti principali regolamentati prevedono:

  • i limiti massimi consentiti durante la raccolta, riguardanti anche le varietà di funghi, dimensioni, ecc;
  • i comportamenti da adottare durante la raccolta per evitare di danneggiare l’ambiente, lo strato umifero del terreno, il micelio fungino, l’apparato radicale della vegetazione;
  • le autorizzazioni da richiedere per poter procedere con la raccolta, e le eventuali agevolazioni previste per i cittadini che utilizzino la raccolta e la vendita di funghi come introito;
  • le autorizzazioni in deroga con cui è consentita la raccolta di funghi epigei ai residenti;
  • i divieti di raccolta, in relazione a determinate aree;
  • la vigilanza, le sanzioni, e le violazioni;
  • le limitazioni temporali necessarie alla salvaguardia dell’ambiente;
  • le autorizzazioni speciali, come quelle relative a mostre o manifestazioni di interesse micologico;
  • i corsi e le varie iniziative culturali riguardanti gli aspetti di conservazione e di tutela ambientale legati ai funghi.

Le leggi nazionali

Ogni singola regione può andare ad apportare il proprio tocco alle norme comuni, tuttavia è anche presente un inquadramento nazionale da dover seguire, che riguarda diversi aspetti, anche perché le leggi al riguardo possono variare da zona a zona, e anche molto.

Le regole in questo caso riguardano il limite massimo previsto, 3kg (che può essere inferiore in alcune regioni), la tipologia di contenitori da utilizzare che è necessario permettano la diffusione delle spore (è assolutamente vietata la plastica), il divieto incondizionato di distruggere o danneggiare i funghi (anche velenosi) o altre zone dell’ambiente circostante, per esempio.

Non solo, alcune leggi sono relative ai luoghi in cui si può procedere con la raccolta, che escludono chiaramente i cortili di case private (tranne che per i proprietari) e riserve e parchi naturali, oltre che nelle aree di particolare valore naturalistico. Ci si deve anche assicurare di non lasciare spazzatura sul luogo e non danneggiare in alcun modo l’ambiente, quindi non si possono utilizzare, per esempio, i rastrelli.

Le leggi precedenti sono state ideate soprattutto per la protezione dei boschi e salvaguardia della biodiversità, alcuni riguardano anche in particolare la salute dei raccoglitori. Su tutto il territorio nazionale è vietato raccogliere funghi che non permettano un riconoscimento chiaro, oltre che divieto assoluto di Amanita caesarea allo stato di ovolo chiuso, non solo perché spesso è prevista un’altezza e maturazione minima del fungo perché questo possa venire raccolto, ma per evitare confusione con altre specie velenose.

Patente o permesso per raccolta

Tecnicamente la patente o patentino per la raccolta dei funghi non è più previsto, ma è necessario la frequentazione di un corso, tenuto da associazioni dotate dei dovuti permessi o le Asl, con un minimo di ore di frequenza, ed eventualmente il pagamento di un bollettino dal prezzo variabile a seconda della durata o del luogo di residenza.

Per conoscere le modalità riguardo i costi, le tempistiche, e le regole previste per la propria regione sarà necessario rivolgersi a una di queste associazioni, oppure utilizzare il sito internet della regione di appartenenza, dove vengono pubblicate tutte le informazioni necessarie al riguardo.

Nel caso di dubbi, le Asl e le associazioni locali offrono nel periodo della raccolta servizi di riconoscimento dei funghi, e sarà sempre opportuno richiedere una loro consulenza, soprattutto se non si può contare su cercatori più esperti.

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