La patrimoniale non s’ha da fare e l’esito negativo è arrivato dopo una breve valutazione. Ecco come e perché (dopo un iniziale ok alla discussione) Giorgia Meloni ha fermato tutto.
No, la patrimoniale non ci sarà. Lo ha confermato l’esecutivo, che ha concluso in maniera negativa la “discussione” (meglio dire valutazione) sull’ipotesi di una Next generation tax.
In altre parole: nessuna tassa patrimoniale all’orizzonte. È bastata una breve valutazione per dire “no” all’ordine del giorno presentato da Nicola Fratoianni (Sinistra italiana). la proposta era stata inizialmente approvata in aula e impegnava il governo a valutare la possibilità di introdurre una tassa, una sorta di patrimoniale, dal nome di Next generation tax.
La nota è arrivata direttamente da palazzo Chigi dopo la valutazione, breve (si fa sapere), della proposta. No, nessuna Next generation tax, tra il dispiacere di tanti e la gioia di molti altri al governo.
Addio alla patrimoniale: lo stop del governo Meloni
La possibilità di una patrimoniale non piace a molti italiani, almeno a quelli che verrebbero colpiti da questa tassa. Si tratta, secondo quanto stabilito nella proposta di Nicola Fratoianni, delle persone fisiche con patrimoni sopra ai 500 mila euro.
L’ok per discutere la Next generation tax (un termine diverso per intendere una tassa sul patrimonio e quindi una patrimoniale) era arrivato da Paola Frassinetti (Fratelli d’Italia). Spettava quindi al governo valutare l’introduzione o meno di una tassa patrimoniale.
La sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione e del Merito ha però chiesto a Fratoianni di riformulare l’ordine del giorno, così da chiedere solo l’impegno di una “valutazione”. Così, tra una riunione e l’altra, è stato diffuso un comunicato che ha confermato la valutazione della proposta, anche se in tempi brevi. Il risultato è: negativo.
Valutazione rapita prima delle ferie: no alla patrimoniale
Il governo Meloni difficilmente avrebbe potuto discutere un ordine del giorno simile. Velocemente il problema (rappresentare i protettori degli imprenditori e delle classi più ricche è la colonna vertebrale della destra dopotutto) è stato risolto.
Secondo la ricostruzione del giornalista Francesco Damato, che in passato è stato direttore de Il Giorno, grazie alle ferie della Camera dei Deputati per qualche settimana sarà scongiurato un altro brivido come quello dell’ipotesi patrimoniale.
Sarebbero stati i renziani, pronti a vigilare sull’opposizione, a denunciare la discussione sulla Next generation tax. Su “X” (ex Twitter) Luigi Marattin di Italia Viva (facendosi portavoce non richiesto di un popolo che invece è sempre più favorevole a una patrimoniale) ha dichiarato che erano pronti a votare contro “i tassatori folli” e concludeva scrivendo:
Come avete potuto proprio voi accogliere un ordine del giorno che introduce la tassa patrimoniale? Di nuovo create lo scontro in questo Paese: gli uni contro gli altri, i giovani contro i vecchi, i ricchi contro i poveri.
Giorgia Meloni, da parte sua, era impegnata in un pranzo di lavoro che, come ci tiene a informare Damato e Il Foglio, era base di riso, ricottine, mozzarella e prosciutto cotto. Non è passato molto prima di una comunicazione ufficiale in cui si dichiarata la valutazione fatta di corsa sulla patrimoniale conclusa. Si legge:
Come richiesto dall’ordine del giorno presentato dall’onorevole Fratoianni, il governo ha velocemente valutato la proposta e altrettanto velocemente ha concluso che non intende dare seguito alla possibilità di introdurre una next generation tax.
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