Pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi nel 2023, si rischia il ricalcolo contributivo?

Lorenzo Rubini

23 Settembre 2022 - 14:10

Per chi rimanda il pensionamento anticipato all’anno prossimo che rischi ci sono che possa cambiare il metodo di calcolo?

Pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi nel 2023, si rischia il ricalcolo contributivo?

Molto spesso, pur avendo raggiunto i requisiti di pensionamento, il lavoratore preferisce restare al lavoro per un altro anno. Ma con i continui cambiamenti della nostra normativa previdenziale quale rischio si corre che possa essere modificato il sistema di calcolo applicato alla determinazione dell’assegno spettante?

Andiamo a rispondere alla domanda di un lettore di Money.it che ci scrive:

Gentile redazione di Money, leggo sempre i vostri interessanti quesiti e le risposte sempre chiare che fornite. E proprio per questo ho deciso di porvi anche il mio dubbio. Ho raggiunto a marzo 2022 i 42 anni e 10 mesi di contributi e ho lavorato anche i 3 mesi di finestra di attesa. Compiendo i 63 anni a gennaio 2023, ho deciso di rimandare il pensionamento a febbraio dell’anno prossimo per vedermi applicare un coefficiente di trasformazione più conveniente nel calcolo della pensione. Ma ora ho il dubbio che questa scelta possa penalizzarmi. Con le modifiche che apporteranno ai pensionamento entro fine anno rischio per caso di vedermi applicare un calcolo completamente contributivo?

Pensione anticipata 2023, sistema di calcolo e coefficienti

Le eventuali modifiche apportate alle modalità di pensionamento per il 2023, saranno contenute nella Legge di Bilancio o, eventualmente in un decreto apposito rimandato direttamente al prossimo anno. Si cercherà di intervenire soprattutto sulla flessibilità in uscita, visto che come tutti ormai sappiamo la quota 102 scade a fine anno e terminano sempre alla fine del 2022 anche gli effetti delle proroghe in corso di Ape sociale e Opzione donna.

L’intervento, quindi, dovrebbe mirare a rendere più semplice il pensionamento del prossimo anno per non lasciare solo la Legge Fornero con i suoi rigidi paletti. Difficilmente si metterà mano alla legge previdenziale attualmente in corso. Neanche per cambiare il sistema di calcolo applicato. Quello che bisogna mettere in conto, infatti, è che qualsiasi intervento possa essere fatto nella variazione del calcolo della pensione non può essere retroattivo. Ma potrà riguardare solo i contributi versati da quel momento in poi. Oppure prevedere, come l’Opzione donna, una scelta che il lavoratore opera con consapevolezza.

Ad ogni modo, per tranquillizzarla ancora di più, lei a marzo dello scorso anno ha cristallizzato non solo il diritto di accedere alla pensione, ma anche quello di avere una pensione calcolata secondo quanto previsto alla stessa data. E, quindi, se anche per assurdo, dovesse essere applicato il sistema di calcolo contributivo, per lei la cosa sarebbe del tutto ininfluente.

Per quanto riguarda, infine, il coefficiente di trasformazione è bene chiarire che per la frazione di anno si calcola il coefficiente effettivo spettante con una media tra quello dell’anno precedente e dell’anno successivo. Se si va in pensione, quindi, a 62 anni e 7 mesi, non si applica il coefficiente di trasformazione dei 62 anni, ma si calcola quello spettante con la frazione di anno.

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