La riforma delle pensioni arriva in Parlamento: tra gli emendamenti presentati dalla maggioranza spicca quello finalizzato a favorire l’accesso alle pensione delle lavoratrici mamme.
La riforma delle pensioni è al Senato dove in queste ore sono stati presentati 1.600 emendamenti per la modifica del decreto 4/2019 che - ricordiamo - dovrà essere convertito in legge entro la fine di marzo.
Nel dettaglio, tra i 1.600 emendamenti presentati - di cui meno di 80 fanno capo alla maggioranza - ce n’è uno che ha catturato la nostra attenzione: uno sconto per le lavoratrici con uno o più figli, le quali potranno accedere alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata fino ad un anno di anticipo.
Si tratta di un emendamento proposto dalla Lega, con il quale si vanno ad agevolare le lavoratrici mamme che potranno andare in pensione con leggero anticipo rispetto ai requisiti attualmente previsti. Ovviamente non c’è ancora la certezza che ciò avvenga: gli emendamenti - di cui di seguito trovate un approfondimento - alla riforma delle pensioni devono essere ancora votati e fino ad allora non sapremo quali entreranno a far parte del testo definitivo.
Vedere come potrebbe cambiare la riforma delle pensioni - che ricordiamo ha introdotto Quota 100, ma anche la possibilità di anticipare il TFS per i dipendenti pubblici o di riscattare agevolmente la laurea per gli Under 45 - è comunque interessante: a tal proposito di seguito trovate un elenco degli emendamenti più importanti al decreto 4/2019, partendo da quelli che puntano a favorire l’accesso alla pensione per le lavoratrici mamme.
Riforma pensioni, ultime novità: “sconti” per le mamme
L’emendamento di cui vi abbiamo parlato in precedenza - proposto dall’area leghista - prevede uno sconto anagrafico o contributivo (a seconda della forma di accesso alla pensione) per le lavoratrici che hanno uno o più figli.
L’emendamento riguarda coloro che vogliono accedere alla pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 anni di contributi) o alla pensione anticipata (41 anni e 10 mesi di contributi, più finestra mobile di tre mesi) escludendo quindi Quota 100 o Opzione Donna.
Nel dettaglio, questo consiste in uno sconto di 4 mesi per ogni figlio, fino ad un massimo di 12 mensilità di anticipo. Per la pensione di vecchiaia lo sconto si applica sul requisito anagrafico, mentre per quella anticipata - ovviamente - su quello contributivo. Quindi, per chi ha almeno tre figli il diritto alla pensione verrebbe raggiunto a 66 anni e 20 anni di contributi o a 40 anni e 10 mesi di contributi (indipendentemente dall’età anagrafica).
Sempre la Lega ha presentato un altro emendamento - a prima firma di Simone Pillon - che invece prevede l’accredito di tre anni di contributi figurativi per ogni figlio. Ci sono però delle condizioni che la lavoratrice deve soddisfare: deve aver maturato almeno 20 anni di contribuzione e deve aver compiuto il 50° anno di età.
Riforma delle pensioni: gli altri emendamenti
Oltre a quelli suddetti, ci sono altri emendamenti (in totale sono 1.600) depositati in Commissione Lavoro del Senato. I più attivi su questo fronte sono stati i senatori di Fratelli d’Italia che hanno depositato ben 900 emendamenti; segue Forza Italia con 236, il Partito Democratico con 225 e Liberi e Uguali con circa 130.
Movimento 5 Stelle e Lega insieme, invece, contano “appena” 80 emendamenti al decreto 4/2019. Tra le modifiche proposte dalla maggioranza oltre a quelle volte a favorire l’accesso alla pensione per le lavoratrici mamme c’è anche quello che estende la possibilità di riscatto agevolato della laurea a coloro che non hanno compiuto i 55 anni (nel decreto questo era limitato agli Under 45).
Tuttavia, una volta superato il 45° anno di età il riscatto sarebbe meno vantaggioso: infatti, mentre per i primi quarantacinque anni c’è un costo di circa 5.000€ per riscattare ogni anno di studio, nei successivi 5 anni si sale a 7.500€ per poi salire a 10.000€ per chi ha un’età compresa tra i 50 e i 55 anni. Per gli over 55, invece, si prevede un prezzo di 12.500€ l’anno.
C’è poi la possibilità che il Parlamento decida di innalzare la soglia dell’anticipo TFS dei dipendenti pubblici, la quale potrebbe passare da 30.000€ a 50.000€. Inoltre, si cercherà di rendere più snella la procedura per la richiesta di anticipo.
Inoltre, bisognerà tutelare le 15 categorie di lavoratori gravosi danneggiate dalle nuove regole in tema di pensione anticipata. Queste, infatti, già lo scorso anno avevano ottenuto il diritto alla sospensione dello scatto della speranza di vita, mantenendo quindi l’accesso alla pensione anticipata una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi (o un anno in meno nel caso delle donne). È ovvio quindi che i gravosi sono stati danneggiati dall’introduzione della finestra mobile che ritarda di tre mesi la decorrenza della pensione anticipata rispetto a quanto previsto inizialmente.
Ultima - non certo per importanza - la nona salvaguardia per gli esodati: si parla di favorire l’accesso a Quota 100, Opzione Donna e Ape Sociale a coloro che sono disoccupati da prima del 31 dicembre 2011.
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