Pensioni: ci sono delle categorie che necessitano di una maggior tutela e che godono di un trattamento di maggior favore in ambito previdenziale.
Pensione: non tutti ci vanno alla stessa età. Ci sono delle misure per il pensionamento, infatti, che sono riservate a coloro che rientrano in uno dei profili che necessitano di maggior tutela.
In alcuni casi il trattamento di favore per la pensione dipende dalle caratteristiche proprie del pensionato: ad esempio, godono di un trattamento di maggior favore gli invalidi, come pure le donne. In altri casi, invece, l’anticipo della pensione è riconosciuto in base alla situazione del pensionato: ad esempio, se questo negli ultimi anni è stato impiegato in un lavoro particolarmente gravoso o usurante, oppure se questo necessita di prendersi cura di un parente affetto da grave disabilità.
A seconda della propria situazione, quindi, è possibile anticipare più o meno l’accesso alla pensione. A tal proposito, di seguito trovate un elenco di tutte le situazioni che garantiscono una maggior tutela per l’accesso alla pensione così da farsi un’idea di quanto è possibile anticipare il collocamento in quiescenza.
Pensioni: le agevolazioni per le donne
Una delle categorie che oggi nutre di un trattamento di maggior favore per l’accesso alla pensione è quella delle donne. Va detto, però, che c’è chi ritiene non sia abbastanza in quanto vanno considerati maggiormente i carichi di cura: è per questo che da tempo si riflette sulla possibilità di riconoscere alle donne un bonus contributivo per ogni figlio così da permettere loro di anticipare l’accesso alla pensione.
Ad oggi le agevolazioni per le donne sono le seguenti:
- ai fini della pensione anticipata a queste è richiesto un anno in meno di contribuzione rispetto che agli uomini. Le donne, infatti, possono andare in pensione - indipendentemente dall’età anagrafica - al raggiungimento dei 41 anni e 10 mesi di contribuzione;
- a queste è riservata l’Opzione Donna, la misura che al raggiungimento dei 35 anni di contribuzione permette di andare in pensione all’età di 58 (lavoratrici subordinate) o 59 anni (lavoratrici autonome), accettando però un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno;
- esclusivamente ai fini dell’accesso all’APE Sociale a queste è riconosciuto un anticipo di 6 mesi per ogni figlio, per un massimo di 2 anni.
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Pensioni: le agevolazioni per gli invalidi
Anche per chi è invalido ci sono delle agevolazioni per l’accesso alla pensione.
La prima è quella riconosciuta dall’articolo 1 - comma 8 - del D.lgs. 503/1992, con il quale agli invalidi civili con percentuale non inferiore all’80% viene data la possibilità di anticipare l’accesso alla pensione al compimento di:
- 61 anni per gli uomini;
- 56 anni per le donne.
Come possiamo notare, quindi, anche in quest’occasione le donne godono di un trattamento di maggior favore. Per entrambi, comunque, oltre alla suddetta età anagrafica è richiesto un requisito contributivo di 20 anni per l’accesso alla pensione.
Altra agevolazione è quella riconosciuta ai lavoratori non vedenti. Per questi gli anni di contributi richiesti sono sempre di 20 anni, ma l’età anagrafica si abbassa ancora:
- 56 anni per gli uomini;
- 51 anni per le donne.
Chi ha una percentuale di invalidità inferiore all’80%, ma comunque superiore al 74%, può accedere alla pensione con 41 anni di contribuzione indipendentemente dall’età anagrafica.
Va detto, però, che la pensione con Quota 41 è riservata ai lavoratori precoci, ossia a chi all’età di 19 anni poteva già vantare 12 mesi di contribuzione.
Questi possono accedere anche all’Ape Sociale, smettendo di lavorare al compimento dei 63 anni di età (purché nel frattempo abbiano maturato almeno 30 anni di contribuzione).
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Pensioni: agevolazioni per chi assiste un disabile
Anche per chi assiste da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con grave disabilità (in alcuni casi anche un parente o affine di secondo grado) sono riconosciute alcune agevolazioni per l’accesso alla pensione.
Nel dettaglio, per questi valgono le stesse agevolazioni riconosciute a chi ha un’invalidità superiore al 74% e inferiore all’80%. Questi, quindi, sono tra le categorie che rientrano nella possibilità di accedere a Quota 41 (ma solo se nel contempo sono lavoratori precoci) e all’Ape Sociale.
Pensioni: le agevolazioni per chi svolge un lavoro gravoso
Anche per chi svolge un lavoro gravoso (qui l’elenco aggiornato) vi è la possibilità di accedere a Quota 41 precoci o all’Ape Sociale. Tuttavia, affinché questo venga riconosciuto come utile per anticipare l’accesso alla pensione è necessario che sia stato svolto per almeno 7 anni negli ultimi 10, o anche per almeno 6 anni negli ultimi 7. Va detto, però, che i gravosi per poter accedere all’Ape Sociale a 63 anni devono aver maturato 36 anni di contribuzione.
Inoltre, chi ha svolto un lavoro gravoso o usurante, come pure chi ha lavora di notte, vi è la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia al compimento dei 66 anni e 7 mesi di età, a fronte però di 30 anni di contribuzione.
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