La pensione di reversibilità può essere assegnata ai figli, ma soltanto in base alle specifiche condizioni ed entro i limiti fissati dalla legge in materia.
Si tratta sicuramente di un argomento che interesserà non poche persone, per gli evidenti riflessi pratici che lo caratterizzano. Ci riferiamo alla cd. pensione ai superstiti, ossia quel particolare trattamento pensionistico previsto in ipotesi di decesso del pensionato (pensione di reversibilità) o dell’assicurato (pensione indiretta), in favore dei familiari superstiti.
In particolare di seguito vogliamo vedere da vicino come funziona la reversibilità figli a seguito del decesso dei loro genitori o di uno solo di essi. Nella prassi il diritto all’assegno di reversibilità è previsto anzitutto per il coniuge superstite del pensionato defunto, ma in talune ipotesi pratiche può essere esteso anche ai figli in possesso di specifici requisiti.
Quali sono le regole applicate in materia e quando i figli minorenni, i figli maggiorenni studenti o o i figli inabili al lavoro hanno diritto a percepire l’assegno in oggetto? Scopriamolo nei prossimi paragrafi.
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Pensione di reversibilità figli: requisiti, quanto spetta e come richiederla
- Pensione di reversibilità: che cos’è in sintesi
- Pensione di reversibilità ai figli: come funziona? I possibili beneficiari
- Figli beneficiari della reversibilità: la nozione di figli e il caso dell’inabilità
- L’importo della pensione di reversibilità ai figli e la cumulabilità con altri redditi
- Pensione di reversibilità: decorrenza e come fare domanda per ottenere l’importo
Pensione di reversibilità: che cos’è in sintesi
Tra poco vedremo come funziona la reversibilità nei confronti dei figli, ma prima ci appare opportuno chiarire che la pensione di reversibilità consiste in un trattamento economico:
- di natura previdenziale;
- riconosciuto agli stretti familiari superstiti di un lavoratore o di un pensionato deceduto;
- erogato dall’Inps, su domanda del richiedente.
Ribadiamo che in caso di lavoratore deceduto prima di aver raggiunto l’età pensionabile, la pensione ai superstiti prende il nome di pensione indiretta. In particolare, al fine di conseguire la pensione indiretta, è necessario che l’assicurato abbia raggiunto specifici requisiti prima del decesso. Eccoli di seguito:
- 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva;
- oppure 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva dei quali almeno 3 anni nel quinquennio anteriore alla data del decesso.
Abbiamo accennato al fatto che la pensione di reversibilità può spettare ai figli, ma le regole in materia fissano una gerarchia precisa. Come accennato, ad aver accesso all’indennità in oggetto è anzitutto il coniuge superstite. Perciò prima di parlare dell’assegnazione della reversibilità ai figli, chiariremo in breve che cosa dice la legge in riferimento al marito o moglie della persona deceduta.
Pensione di reversibilità ai figli: come funziona? I possibili beneficiari
La pensione di reversibilità è prevista a favore del coniuge, anche se separato o divorziato, ma in dette circostanze deve essergli stato riconosciuto l’assegno di mantenimento o divorzile. In base alla legge il trattamento di reversibilità termina se il vedovo o la vedova si risposa.
Nel quadro normativo odierno la pensione di reversibilità è riconosciuta altresì al superstite di una coppia unita civilmente ai sensi della ben nota legge Cirinnà.
Non solo il coniuge, ovviamente. La pensione di reversibilità può essere prevista per:
- i figli minorenni alla data del decesso del genitore;
- i figli inabili al lavoro e a carico del genitore alla data del decesso, al di là dell’età;
- i figli maggiorenni che studiano, sono a carico del genitore alla data del decesso, non lavorano, frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici e sono minori di 21 anni;
- figli maggiorenni che studiano, sono a carico del genitore al momento della morte, non lavorano, vanno all’università e hanno un’età al di sotto dei 26 anni.
In buona sostanza, l’assegno in oggetto è percepito al massimo fino al compimento del 26° anno di età, tranne il caso dei figli inabili al lavoro per cui non ci sono limiti. Chiaro dunque che anche i figli hanno diritto alla reversibilità, ma non tutti in maniera indiscriminata.
Figli beneficiari della reversibilità: la nozione di figli e il caso dell’inabilità
Non solo. Sulla scorta delle regole vigenti, la nozione di ’figli’ è da intendersi in senso estensivo. Pertanto sono compresi non soltanto quelli nati da una coppia unita in matrimonio, ma anche i figli naturali, legalmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati, e gli adottati o affiliati.
Si precisa altresì che ai figli vanno equiparati i nipoti: anch’essi hanno infatti diritto alla pensione di reversibilità, laddove siano minorenni e a carico del dante causa.
Ribadiamo di seguito un punto molto importante circa il meccanismo della pensione di reversibilità ai figli. Quest’ultima scatta – a parte il caso degli studenti fino a 26 anni – laddove essi siano stati riconosciuti inabili al lavoro e siano a carico del genitore al momento del suo decesso. Da ricordare altresì che l’inabilità è definita dalla legge come una situazione di “assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa”. Si tratta della definizione rintracciabile nella legge n. 222 del 1984, relativa alla revisione della disciplina della invalidità pensionabile.
Pertanto, la reversibilità non spetta mai ai figli maggiorenni anche laddove siano disoccupati e in gravi condizioni economiche, a meno che siano stati dichiarati nella condizione di cui sopra.
A questo punto, ci si potrebbe domandare se la pensione ai superstiti sia assegnata in mancanza di coniuge e figli. Ebbene la risposta è positiva. In base alle norme di legge vigenti, la reversibilità - a specifiche condizioni - va ai genitori della persona deceduta oppure, in loro assenza, ai fratelli celibi e sorelle nubili.
L’importo della pensione di reversibilità ai figli e la cumulabilità con altri redditi
Indicare quanto spetta di reversibilità ai figli non è complesso. L’assegno di reversibilità infatti consiste semplicemente in una quota percentuale dell’assegno pensionistico, che andrebbe al soggetto deceduto se fosse rimasto in vita.
Le percentuali sono differenti in base alla composizione della famiglia e, in particolare, riportiamo di seguito quelle che interessano con riferimento alla presenza del figlio o figli:
- 80% al coniuge con un figlio (60% al coniuge solo o con figli non più a carico);
- 100% al coniuge con due o più figli;
- 70% un figlio (in assenza del coniuge);
- 80% due figli (in assenza del coniuge);
- 100% tre o più figli (in assenza del coniuge).
Nel caso della contitolarità, ovvero quando ci sono più figli e dunque la pensione spetta all’insieme di persone, precisiamo quanto segue. Alla data nella quale un figlio diviene maggiorenne o trova un lavoro, o finisce gli studi, perde il diritto alla reversibilità. Pertanto la pensione in oggetto sarà da ricalcolarsi per i rimanenti beneficiari.
Il superstite ha diritto altresì alle mensilità aggiuntive, ovvero tredicesima e quattordicesima, se il defunto le percepiva.
Da notare altresì che detti importi della pensione di reversibilità sono pienamente cumulabili con altri redditi dei beneficiari, ma solo entro specifici limiti stabiliti ogni anno. Laddove l’avente diritto al trattamento in oggetto percepisca altri redditi personali superiori alle soglie fissate dalle norme in materia, sono infatti applicate decurtazioni in percentuale sull’importo del trattamento ai superstiti.
Inoltre, come ricordato da una circolare Inps del 1996, al fine di conteggiare i redditi personali bisogna considerare i redditi assoggettabili ai fini Irpef, con l’esclusione dell’eventuale TFR, del reddito della casa di abitazione e delle competenze arretrate sottoposte a tassazione separata. L’Istituto di previdenza ha altresì chiarito che nel conteggio non va incluso, ovviamente, l’importo della pensione ai superstiti su cui si applicherebbe la riduzione.
Pensione di reversibilità: decorrenza e come fare domanda per ottenere l’importo
Rimarchiamo che la domanda deve essere effettuata via web all’Inps con il servizio dedicato nel portale dell’istituto. Chiaramente la procedura intende abbattere la burocrazia e velocizzare l’iter per l’assegnazione dell’indennità.
L’interessato può, alternativamente, fare domanda servendosi:
- del contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
- o di enti di patronato e intermediari dell’Istituto di previdenza, con i servizi appositi offerti dagli stessi.
Infine, ricordando quanto indicato nel sito web ufficiale dell’Inps, la pensione ai superstiti - e in particolare la suddetta pensione di reversibilità ai figli - decorre dal primo giorno del mese posteriore a quello del decesso del pensionato o dell’assicurato. Perciò anche se l’avente diritto fa la domanda mesi dopo, avrà poi diritto al rimborso degli arretrati.
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