Pensione, fino a quale importo non si pagano le tasse?

Simone Micocci

08/07/2024

Quando non si pagano le tasse sulla pensione? Ecco l’importo da prendere in considerazione (ma attenzione alle addizionali).

Pensione, fino a quale importo non si pagano le tasse?

Le tasse sono viste da molti come inutili (per quanto non sia così, dal momento che servono a finanziare diversi servizi pubblici) e dannose, in quanto riducono - in alcuni casi anche in maniera notevole - il reddito effettivamente percepito. Vale per gli stipendi, come pure per le pensioni, per le quali una volta sottratte le imposte dovute rimane molto meno rispetto alla cifra lorda indicata nel cedolino.

Ecco perché spesso ci si chiede quando si possono non pagare le tasse, nonché quanti soldi bisogna avere per non rischiare che il Fisco bussi alla nostra porta. La buona notizia è che le tasse si pagano entro un certo importo.

Va detto, infatti, che la norma fissa una soglia al di sotto della quale non solo si può, ma non si devono pagare le tasse. Si chiama no tax area, importo sotto cui la pensione lorda percepita equivale anche al netto.

No tax area Irpef

Sono perlopiù due le voci che riducono l’importo lordo della pensione. L’Irpef e le addizionali (comunali e regionali).

Concentriamoci sulla prima, un’imposta progressiva che nel 2024 viene così calcolata:

  • 23% sulla parte di reddito che non eccede i 28.000 euro;
  • 35% sulla parte compresa tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% sulla parte che supera i 50.000 euro.

Per calcolare quanto si paga di Irpef sulla pensione, quindi, basta prendere l’importo percepito (l’anno), dividerlo in scaglioni e applicare per ciascuno di questi l’imposta dovuta. Ad esempio, su una pensione annua di 30.000 euro va considerato il 23% di 28.000 euro, più il 35% dei restanti 2.000 euro.

Ma non è tutto, perché dall’Irpef dovuta vanno sottratte le detrazioni per reddito da pensione, ossia quel valore che riduce l’importo dovuto a titolo di imposta.

Ed è proprio grazie alle detrazioni per reddito da pensione che è possibile definire una no tax area, ossia un certo importo sotto il quale non è dovuta l’Irpef. Come previsto dall’articolo 13, comma 3, del Tuir, come a sua volta modificato dalla legge di Bilancio 2022, infatti:

Quando alla formazione del reddito complessivo concorrono uno o più redditi di pensione spetta una detrazione dall’imposta lorda pari a 1.955 euro quando il reddito complessivo non supera gli 8.500 euro.

Prendiamo quindi una pensione di 8.500 euro. L’Irpef dovuta, pari al 23% sull’intero importo, sarebbe pari a 1.955 euro, cifra che però viene completamente annullata dalla detrazione prevista.

È questa quindi la soglia entro cui non si pagano le imposte sulla pensione, 8.500 euro lordi l’anno, circa 653 euro al mese. Più ci si discosta da questo importo invece e più aumenta l’importo dovuto a titolo di imposta, con un incremento quindi della differenza che c’è tra pensione lorda e netta.

“No tax area” addizionali

Come anticipato, però, c’è un’altra voce da considerare, ossia l’imposta dovuta a Comune e Regione di residenza a titolo di addizionali.

Qui non ci sono aliquote uguali per tutti, in quanto appunto dipendono da Comune e Regione di residenza. E sono sempre queste a definire la “no tax area”, ossia il limite entro cui queste imposte non devono essere pagate. E non è neppure detto che esista.

Pensiamo ad esempio alla Regione Lazio. Qui nel 2024 l’aliquota applicata è pari all’1,73%, ma allo stesso tempo viene riconosciuta una detrazione pari a 60 euro per chi ha un reddito Irpef che non supera i 35 mila euro.

Questa detrazione, quindi, annulla completamente l’Irpef dovuta per chi ha un reddito annuo che non supera i 3.468,21 euro. La no tax area in questo caso è dunque molto più bassa rispetto a quella prevista per l’Irpef.

Con una pensione annua di 8.500 euro, invece, un pensionato residente nel Lazio non paga nulla allo Stato, ma alla sua Regione deve comunque un contributo pari a 87 euro circa l’anno, con l’aggiunta poi di quanto dovuto al Comune di residenza.

Ci sono altre Regioni, però, che non riconoscono detrazioni né tantomeno esoneri. L’addizionale, quindi, va comunque pagata, anche quando complessivamente l’importo percepito non supera gli 8.500 euro.

Ad esempio, in Lombardia per i primi 15.000 euro si paga comunque un’addizionale dell’1,23%, mentre in Toscana sullo stesso scaglione è dell’1,42%.

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