Sulla pensione, come sullo stipendio, si paga l’Irpef, le addizionali comunali e regionali. Le pensioni molto basse, che ricadono nella no tax area, e alcune prestazioni assistenziali sono esentasse.
Si pagano le tasse sulla pensione? Anche la pensione è soggetta a tassazione: è considerata al pari di un reddito da lavoro dipendente e di conseguenza, così come per lo stipendio, è sottoposta a una serie di tassazioni. Ecco perché ogni mese una buona parte dell’assegno viene “trattenuta” dal Fisco, rendendo l’importo più esiguo.
Non sempre è chiara la tassazione applicata sui trattamenti previdenziali perché l’Inps paga al pensionato l’importo netto spettante e trattiene l’Irpef mese dopo mese sul cedolino.
Ma quali sono le tasse che si applicano sulla pensione? Abbiamo le aliquote Irpef, uguali per tutti; quindi, così come il reddito da lavoro dipendente, l’Inps sostituendosi al fisco effettua sulla pensione lorda una trattenuta mensile a titolo di imposta sul reddito delle persone fisiche, la cosiddetta Irpef.
Anche per quanto riguarda la pensione la tassazione viene calcolata sulla base di aliquote proporzionali suddivise in scaglioni di reddito (più questo è elevato e maggiore sarà l’aliquota applicata).
Alle aliquote Irpef si aggiungono le addizionali regionali e comunali che - come si può intuire dal nome - variano a seconda della zona di residenza. È però possibile ridurre il peso delle tasse grazie alle detrazioni del reddito, con le quali è possibile ridurre l’Irpef.
Una volta capito quali sono le tasse che si applicano sul reddito del pensionato bisogna approfondire il loro funzionamento; partiamo con le aliquote Irpef facendo chiarezza su quali sono le fasce di reddito e le relative percentuali.
Proprio per questo andremo a rispondere a tutte quelle che sono le domande più comuni sulla tassazione delle pensioni soffermandoci sulla soglia della no tax area e sulle prestazioni che sono esentasse.
Quali sono le pensioni esentasse?
Come abbiamo anticipato, ci sono delle prestazioni erogate dall’Inps sulle quali non si paga l’Irpef. Si tratta di prestazioni assistenziali non legate ai contributi versati: queste somme non concorrono nella determinazione del reddito imponibile e non sono assoggettate all’Irpef.
Si tratta di:
- pensione di invalidità civile;
- pensione di inabilità civile;
- pensione sociale;
- pensione di guerra;
- pensioni collegate a menomazioni subite durante il servizio militare;
- l’assegno sociale.
Sono esenti da Irpef, inoltre, anche le pensioni ordinarie, quelle calcolate sui contributi, che ricadono nella cosiddetta no tax area, ovvero che hanno un reddito annuo fino a 8.500 euro. In questo caso l’Irpef dovuta è annullata dalle detrazioni da pensione spettanti e, quindi, la pensione lorda corrisponde a quella netta. Su quanto eroga l’Inps, quindi, non sono effettuate trattenute e non è prevista imposizione fiscale. Rientrano nella no tax area tutte le pensioni che hanno un importo mensile fino a 653,84 euro mensili.
Che tasse si pagano sulla pensione?
La pensione, al pari dello stipendio del lavoratore dipendente o al reddito prodotto dal lavoratore autonomo, costituisce reddito imponibile ai fini Irpef, tranne nei casi sopra menzionati.
Il pensionato, quindi è soggetto, in primo luogo, alla tassazione Irpef in base allo scaglione di appartenenza, ovvero:
- fino a 28.000 euro aliquota del 23%;
- da 28.000 a 50.000 euro aliquota del 35%;
- oltre i 50.000 euro aliquota del 43%.
A questa tassazione fanno da contrappeso le detrazioni da pensione che partono da 1.995 euro per i redditi più bassi e vanno a diminuire al crescere del reddito fino a scomparire per chi percepisce più di 50.000 euro.
Oltre al’Irpef i pensionati, poi, devono versare, sempre sull’importo della pensione, le addizionali comunali e regionali. Sono tassazioni in percentuale applicate dalla Regione e dal Comune di residenza e che, quindi, cambiano in base al luogo in cui si vive.
Le aliquote regionali e comunali
Come anticipato sulla pensione poi si applicano anche delle addizionali regionali e comunali a seconda della residenza del pensionato. In questo caso sono le singole Regioni e Comuni a decidere se applicare un’aliquota unica oppure se differenziarla a seconda della fascia di reddito.
Nel dettaglio, ecco una tabella nella quale sono riassunte tutte le aliquote regionali:
Abruzzo | 1,73% |
Basilicata | 1,23% |
Calabria | 1,73% |
Campania | 1,73% (fino a 15.000€), 2,96% (da 15.0001€ a 28.000€), 3,20% (da 28.0001€ a 50.000€), 3,33% (oltre i 50.000€) |
Emilia Romagna | 1,33% (fino a 15.000€), 1,93% (da 15.0001€ a 28.000€), 2,03% (da 28.0001€ a 50.000€), 2,27% (oltre i 50.000€) |
Friuli Venezia-Giulia | 0,70% (fino a 15.000€), 1,23% (per le fasce di reddito successive) |
Lazio | 1,73% (fino a 15.000€), 3,33% (per le fasce di reddito successive) |
Liguria | 1,23% (fino a 28.000€), , 3,18% (da 28.0001€ a 50.000€), 3,23% (oltre i 50.000€) |
Lombardia | 1,23% (fino a 15.000€), 1,58% (da 15.0001€ a 28.000€), 1,72% (da 28.0001€ a 50.000€), 1,73% (oltre i 50.000€) |
Marche | 1,23% (fino a 15.000€), 1,53% (da 15.0001€ a 28.000€), 1,70% (da 28.0001€ a 50.0001,73% (oltre i 50.000€) |
Molise | 2,03% (fino a 15.000€), 2,23% (da 15.0001€ a 28.000€), 3,63% (per le fasce di reddito successive) |
Piemonte | 1,62% (fino a 15.000€), 2,13% (da 15.0001€ a 28.000€), 2,75% (da 28.0001€ a 50.000€), 3,33% (oltre i 50.000€) |
Puglia | 1,33% (fino a 15.000€), 1,43% (da 15.0001€ a 28.000€), 1,63% (da 28.0001€ a 50.000€), 1,85% (oltre i 50.000€) |
Sardegna | 1,23% |
Sicilia | 1,23% |
Toscana | 1,42% (fino a 15.000€), 1,43% (da 15.0001€ a 28.000€), 3,32% (da 28.0001€ a 50.000€), 3,33% (oltre i 50.000€) |
Umbria | 1,23% (fino a 15.000€), 1,62% (da 15.0001€ a 28.000€), 1,67% (da 28.0001€ a 50.000€), 1,83% (oltre i 50.000€) |
Valle d’Aosta | 1,23% |
Veneto | 1,23% |
Per consultare le aliquote comunali, invece, potete cliccare qui e utilizzare il servizio realizzato dal MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) indicando il Comune d’interesse.
In alternativa potete scaricare il file che trovate in allegato, contenente tutte le aliquote comunali Irpef.
Con la pensione si deve fare il 730?
Se si è titolare del solo reddito da pensione non si è obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi annuale poiché l’Inps applica già la tassazione sulla prestazione che eroga. In alcuni casi, anche se non si è obbligati è consigliabile presentare il modello 730 per recuperare le detrazioni fiscali spettanti, che altrimenti andrebbero perdute. Ne sono un esempio quelle relative alle spese mediche, alle spese per l’affitto o per il mutuo, alle spese assicurative, a bonus edilizi, ecc...
Per molti pensionati, con solo il reddito da pensione, quindi, la presentazione del modello 730 potrebbe rappresentare la possibilità di ricevere un rimborso: avendo già versato per intero, sull’assegno mensile, l’Irpef dovuta, le detrazioni spettanti che riducono l’imposta che avrebbero dovuto versare, danno luogo a un rimborso che l’Agenzia delle Entrate provvederà a erogare sul primo assegno previdenziale disponibile.
Infine ricordiamo che nel caso in cui il pensionato fosse residente all’estero - per almeno 6 mesi l’anno - questo potrà chiedere (qualora si trovi in un Paese con cui l’Italia ha sottoscritto una Convenzione per evitare la doppia imposizione dell’assegno previdenziale) la detassazione della pensione in Italia, pagando così le tasse secondo le regole del Paese di residenza.
Ecco perché molti italiani una volta ottenuta la pensione decidono di trasferirsi in altri Paesi preferendo quelli dove c’è un regime fiscale agevolato (Portogallo e Tunisia su tutti) così da risparmiare sulle tasse e percepire un assegno previdenziale di importo più elevato.
Per maggiori informazioni in merito vi consigliamo di leggere- Pensioni, regime fiscale agevolato all’estero: dove andare per pagare meno tasse.
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