Con le deroghe Amato e l’opzione Dini è possibili richiedere la pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi. Ecco come fare e chi può richiederla.
Pensione di vecchiaia, come andare con soli 15 anni di contributi- Il settore previdenziale è stato il tema caldo che ha tenuto banco nell’estate della crisi di governo 2019 e che, dopo tanti dubbi e incertezze, ha visto un posto da protagonista nel programma del nuovo governo giallorosso.
Le attenzioni maggiori sono rivolte alle formule che permettono di andare in pensione anticipatamente, come Quota 100, Opzione Donna e Ape Social, ma nel panorama pensionistico non sono certo le uniche modalità attraverso cui accedere alla pensione.
In molti hanno ormai raggiunto l’età pensionabile naturale richiesta per legge dalla pensione di vecchiaia, 67 anni di età e 20 anni di contributi versati; che ha tra l’altro visto nel 2019 un incremento di 5 mesi dell’età pensionabile.
Le riforme previdenziali hanno man mano inasprito i requisiti minimi per accedere alla pensione, tanto per età che per contributi. Basti pensare che nel 2012 per i lavoratori era sufficiente aver maturato 42 anni e 1 mese, mentre ad oggi di mesi ne servono 10.
Accedere alla pensione, di vecchiaia o anticipata, diventa insomma sempre più difficile. Ci sono casi però in cui è possibile richiedere la pensione di vecchiaia avendo maturato solo 15 anni di contributi, pur mantenendo inalterato il requisito dell’età, 67 anni.
Come? Grazie alla Legge Amato del 1992 e alla Legge Dini del 1995. Entrambe permettono di risparmiare 5 anni di contributi rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente ma operando in maniera diversa.
La Legge Amato prevede tre modalità, deroghe Amato, ognuna delle quali non va a penalizzare coloro che vi fanno ricorso. Diversa l’opzione Dini che pur prevedendo lo stesso risparmio di 5 anni sui contributi opera, al pari di Opzione Donna, un ricalcolo contributivo dell’assegno di pensione, nella maggior parte dei casi più penalizzate rispetto a quello retributivo.
Pensione con 15 anni di contributi: cosa prevede la Legge Amato
Come anticipato la Legge Amato 503/1992 prevede tre diverse deroghe, con ognuna delle quali si può accedere alla pensione di vecchiaia con soli 15 anni di contributi.
Nel dettaglio, la prima lo consente qualora tutti i 15 anni di contributi, ovvero 780 settimane contributive, facciano riferimento a periodi antecedenti al 31 dicembre 1992. Per il calcolo si tiene conto di tutte le tipologie di contributi, quindi anche quelli figurativi, quelli volontari e quelli da riscatto. Tuttavia c’è un ulteriore requisito che questi devono rispettare: il lavoratore deve essere iscritto al Fondo lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’INPS. Possono richiederlo anche gli ex Enpals e gli ex INPDAP.
La seconda deroga riconosciuta dalla Legge Amato, invece, consente di andare in pensione con 15 anni di contributi qualora con un provvedimento antecedente alla suddetta data (31 dicembre 1992) si sia stati autorizzati al versamento dei contributi volontari, anche nel caso in cui non si sia proceduto a farlo.
Anche in questo caso valgono tutti i contributi, ma solo per i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria dell’INPS, nonché per gli iscritti ex Enpals.
Infine abbiamo la terza deroga Amato, con la quale il requisito contributivo viene tagliato per coloro che possiedono un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni. Ciò significa che il primo contributo deve essere stato versato almeno 25 anni dalla data del raggiungimento dei requisiti per la pensione.
Inoltre è necessario avere 15 anni di contributi da lavoro dipendente versati all’Assicurazione generale obbligatoria o ad un fondo sostitutivo o esonerativo. Infine, di questi 15 anni almeno 10 devono essere stati lavorati per periodi non inferiori alle 52 settimane.
Tuttavia è importante sottolineare che la terza deroga Amato si applica solamente nei confronti dei lavoratori dipendenti iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria o ad un fondo sostitutivo o esonerativo della medesima.
Pensione con 15 anni di contributi: cosa prevede la Legge Dini
Nel caso in cui non rispettiate i suddetti requisiti non disperate; per voi, infatti, potrebbe esserci l’opzione contributiva prevista dalla Legge Dini 335/1995.
In questo caso però ci sono due requisiti da rispettare:
- come prima cosa è necessario avere almeno 1 contributo accreditato prima del 31 dicembre 1995;
- inoltre bisogna aver maturato almeno 5 anni di contributi dal 1996 in poi.
Come anticipato però con questa opzione c’è uno svantaggio notevole per il lavoratore: la pensione viene calcolata interamente con il sistema contributivo, particolarmente penalizzante specialmente nel caso in cui la maggior parte dei contributi maturati dal lavoratore siano antecedenti alla data del 31 dicembre 1995 (entro la quale si applica il sistema retributivo).
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