Riforma pensioni, obiettivo 2020: i sindacati aspetteranno fino ad aprile, poi sarà mobilitazione.
Riforma delle pensioni: per i sindacati il 2020 dovrà essere l’anno della svolta. Le mobilitazioni non si fermeranno, ma nel frattempo i sindacati prenderanno parte al tavolo delle trattative annunciato dal Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.
A parlare di riforma delle pensioni fissando gli obiettivi delle parti sociali è stato Maurizio Landini, il quale a margine della manifestazione che ha avuto luogo a Roma in piazza Santi Apostoli si è soffermato sul tema delle pensioni anticipate.
Come noto, per i sindacati Quota 100 non è sufficiente per far sì che i lavoratori possano avere una maggiore flessibilità in uscita; il problema è che si tratta di una misura sperimentale e con una scadenza già prefissata, oltre al fatto che penalizza le donne in quanto queste difficilmente hanno possibilità di raggiungere i 38 anni di contribuzione.
Ecco perché bisognerà lavorare affinché vengano introdotte regole per il pensionamento valide per tutti e durature; in caso contrario le proteste continueranno e saranno persino più dure. A tal proposito i sindacati hanno fissato una data entro la quale si attendono novità concrete riguardo alle pensioni: aprile 2020, vediamo perché.
Sindacati: novità pensioni entro aprile 2020
Il discorso pensioni verrà portato avanti da sindacati e Governo nei primi mesi del 2020, con l’apertura di un tavolo di concertazione che ha come obiettivo il superamento della Legge Fornero. Non sarà semplice trovare una quadra, anche perché le richieste delle parti sociali sono molto ambiziose e richiedono uno sforzo economico non indifferente.
Come spiegato da Landini, però, i sindacati si aspettano che il Governo mantenga gli impegni presi, dal momento che la “riforma delle pensioni non è Quota 100, ma consiste nel cambiare davvero la Legge Fornero”. Le risorse, se la volontà dell’Esecutivo è davvero quella di cambiare il sistema pensionistico italiano, si possono trovare: basta intensificare la lotta all’evasione fiscale, dal momento che è “inaccettabile” vivere in un Paese con 118 miliardi di evasione.
A tal proposito c’è una scadenza entro la quale si capirà se il Governo ha davvero intenzione di attuare una riforma delle pensioni già nel 2020, provvedendo ad introdurre misure come una pensione di garanzia e Quota 41 per tutti: aprile 2020.
Entro questa data, infatti, dovrà essere approvato il decreto di programmazione economica per il 2021, all’interno del quale i sindacati si aspettano novità importanti sia riguardo al lavoro che alle pensioni. Se entro questa data non ci saranno risultati concreti allora le parti sociali “allargheranno la mobilitazione”.
Pensione anticipata: cosa vogliono i sindacati?
Ma quali dovrebbero essere per i sindacati i “risultati concreti” sul fronte pensioni? Come più volte ribadito è necessario “superare definitivamente la Legge Fornero”.
Per questo motivo bisogna riconoscere il principio per cui “41 anni di contributi devono essere sufficienti per tutti i lavoratori”, indipendentemente dalla categoria di appartenenza.
Quota 41 per tutti, quindi, dovrà essere parte della riforma delle pensioni, così come la valorizzazione della maternità tramite il riconoscimento di un bonus contributivo di un anno per ogni figlio.
E Quota 100? Secondo i sindacati questa merita una conferma, alla pari dell’Ape Sociale (prorogata di un anno con la Legge di Bilancio 2020). Dovrà esserci poi l’estensione dell’elenco dei lavoratori usuranti, così come una “grande riforma fiscale” che riduca - dopo quanto fatto per il lavoratori con il taglio nel cuneo fiscale - anche le tasse sulle pensioni.
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