Riforma pensioni, il governo ci prova ma sarà complicato trovare le risorse da stanziare con la legge di Bilancio 2025.
Negli uffici del ministero del Lavoro si sta valutando un nuovo dossier sulle pensioni, con l’obiettivo di approvare al più presto una riforma che possa rendere il sistema più flessibile e con regole certe e durature.
Ne ha dato conferma nelle scorse settimane la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, come pure la ministra del Lavoro Marina Calderone che tuttavia ha avuto modo di precisare che nonostante sia tempo di “riaprire il cantiere sulle pensioni” la riforma “non si farà a breve termine”.
L’intenzione mai nascosta è di introdurre in pianta stabile una Quota 41 in Italia (oggi riservata ai precoci), consentendo a ogni lavoratore di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età.
Tuttavia, se il governo non ci è riuscito con la legge di Bilancio 2024, con la quale le regole per il pensionamento sono state rese persino più severe, difficilmente ci riuscirà nel 2025 visto che le nuove regole sul patto di stabilità impongono al nostro Paese il rispetto di nuovi vincoli che limitano le possibilità di spesa.
Il piano riforma delle pensioni per il 2025
Con la legge di Bilancio 2024 sono stati stanziati circa 24 miliardi di euro, di cui circa 16 miliardi derivati dall’extra deficit e i restanti 8 recuperati da spending review e nuove tasse.
Con le risorse a disposizione il governo ha preferito concentrarsi sui lavoratori, confermando lo sgravio contributivo e introducendo l’esonero totale per le mamme con almeno due figli, come pure stanziando le risorse per il rinnovo di contratto della Pubblica amministrazione.
Le pensioni sono servite perlopiù per fare cassa: la conferma di Quota 103 ma con il ricalcolo contributivo per chi vi accede, l’incremento del requisito anagrafico per l’Ape Sociale e il taglio della rivalutazione per gli assegni più ricchi.
Una scelta politica che tuttavia non è piaciuta a quegli elettori che hanno votato il Centrodestra per la promessa di rivedere le regole imposte dalla riforma Fornero.
Per questo motivo dal governo hanno ripreso in mano il dossier sulle pensioni, valutando se ci sono le possibilità per passare a Quota 41 per tutti, eliminando il requisito anagrafico da Quota 103 ma mantenendo la penalizzazione in uscita con ricalcolo contributivo.
In questo modo ai lavoratori verrebbe offerta una soluzione alternativa rispetto alla pensione anticipata, con uno sconto di qualche anno di contributi ma con la possibilità concreta che l’assegno ne risulti più basso.
Le difficoltà della riforma pensioni nel 2025
Riguardo alla possibile riforma delle pensioni nel 2025, la ministra del Lavoro, Marina Calderone, nelle scorse settimane ha ribadito che l’obiettivo di legislatura è rimettere mano “con sapienza e attenzione” anche a quello che è il patto intergenerazionale, in quanto è alla base di un “sistema efficiente”.
A tal proposito, il governo valuterà “tutti gli interventi per mettere in protezione chi deve uscire dal lavoro in anticipo ma perché ha lavorato tanto e per chi è giovane e deve ancora costruire la propria posizione previdenziale”, aggiungendo però che la riforma non va pensata a breve termine.
D’altronde, nonostante i proclami nel governo sanno che le nuove regole sul patto di stabilità europeo rendono molto complicata l’approvazione di una riforma delle pensioni nel 2025.
Con la firma da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti all’accordo che fissa nuove regole fiscali europee, nelle prossime leggi di Bilancio l’Italia dovrà stanziare le risorse per ridurre il deficit accumulato, circa 5 miliardi di euro l’anno secondo le previsioni.
Ma l’aspetto fondamentale è che non si potrà fare extradeficit per finanziare le misure di politica economica; di fatto, è come se l’Italia nel 2024 avesse avuto 16 miliardi di euro in meno da spendere per la manovra, dovendo così rinunciare a sgravio contributivo e altri importanti aspetti.
Con una legge di Bilancio 2025 che si preannuncia molto più povera della scorsa, come si pensa di riuscire a raggiungere un obiettivo che è stato mancato nelle ultime manovre? Difficile, a meno che non dovessero esserci sorprese gradite da parte della Bce rispetto al taglio dei tassi di interesse (ma le ultime notizie in merito non sono positive) o comunque una crescita inaspettata dell’economia (scenario anch’esso complicato).
Ma d’altronde lo stesso Giorgetti lo ha spiegato qualche mese fa, quando commentando i dati sulla natalità in Italia ha già avuto modo di spiegare che allo stato attuale “non esistono riforme delle pensioni sostenibili”.
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