Pensioni, 8 novità attese per il 2024 (legge di Bilancio permettendo)

Simone Micocci

15 Settembre 2023 - 10:06

Pensioni, cosa aspettarci dalla legge di Bilancio? Almeno 8 sono le novità da tenere sott’osservazione.

Pensioni, 8 novità attese per il 2024 (legge di Bilancio permettendo)

Il pacchetto pensioni per la legge di Bilancio 2024 comincia a configurarsi anche perché - secondo indiscrezioni - il governo sembra aver individuato il tesoretto da destinare alla riforma: 2 miliardi di euro.

Una cifra che non sarà di certo sufficiente per cancellare la legge Fornero, ma perlomeno il governo avrà un piccolo margine di manovra per adottare delle misure a tutela sia di chi è già in pensione che per chi deve ancora andarci (per i quali potrebbero esserci delle possibilità di anticipare il momento del pensionamento).

Nel dettaglio, possiamo riassumere le novità attese per le pensioni in 8 punti: legge di Bilancio permettendo, ecco quali sono le misure che dobbiamo aspettarci per il prossimo anno o comunque quelle su cui il governo sta effettuando le dovute valutazioni.

1) Conferma di Quota 103

Ancora per un altro anno l’accesso alla pensione dovrebbe essere consentito a coloro che al compimento dei 62 anni hanno maturato almeno 41 anni di contributi. Non sarà infatti un problema trovare le risorse per confermare Quota 103 nel 2024 visto che il governo potrà disporre di quanto risparmiato nel 2023 visto che ad approfittare di questa misura per anticipare l’accesso alla pensione sono state meno persone rispetto a quelle attese.

2) Proroga ed estensione dell’Ape sociale

Un’altra misura in scadenza il 31 dicembre 2023 è l’Ape sociale, l’anticipo pensionistico nato per tutelare i lavoratori fragili che per un motivo o per un altro possono avere maggiori difficoltà ad andare in pensione.

Con l’Ape sociale si può smettere di lavorare a 63 anni di età e con 30 anni di contributi, che diventano 36 anni nel caso in cui ad accedervi fosse un lavoratore addetto a mansioni gravose. Con la legge di Bilancio 2024 sicuramente arriverà la conferma per almeno un altro anno ma c’è anche un’altra possibile novità da attenzionare: come anticipato da fonti di governo, infatti, si sta valutando di estendere la platea dei beneficiari dell’Ape sociale così da includere un maggior numero di fragili.

3) Ritorno al passato per Opzione donna

Dovrebbe poi esserci un ritorno al passato per Opzione donna. Le parti sociali, come pure le lavoratrici interessate, chiedono di ripristinare i vecchi requisiti cancellati dalla riforma di quest’anno, ossia: 58 anni di età (59 per le autonome), 35 anni di contributi e nient’altro.

Il governo sta valutando il da farsi e non è da escludere una soluzione a metà: proroga per il 2023, stop al requisito per cui Opzione donna è limitata a invalide, caregiver e lavoratrici licenziate o impiegate in aziende in crisi, ma requisito anagrafico che resterebbe a 60 anni per tutte con la possibilità di ridurlo di 12 mesi, fino a un massimo di 2 anni, per ogni figlio.

4) Aumento pensioni minime

All’interno della maggioranza sembra sia stato raggiunto un accordo per un nuovo aumento delle pensioni minime. Come anticipato da noi di Money.it, tra rivalutazione e aumenti già finanziati con la scorsa legge di Bilancio ci sarà già un incremento che porterà le pensioni minime a superare i 600 euro.

Tuttavia, a Forza Italia - che ha promesso l’incremento fino a 1.000 euro entro la fine della legislatura - non basta e per questo motivo ha chiesto di alzare l’asticella almeno per quanto riguarda gli over 75 per i quali potrebbe esserci una rivalutazione straordinaria che porterebbe l’assegno a toccare quota 670 euro.

5) Aumento pensioni d’invalidità

Nei mesi scorsi la maggioranza in Parlamento ha approvato una risoluzione che impegna il governo a prendere in considerazione anche un aumento delle pensioni di invalidità. Per quanto non vincolante, non è da escludere che laddove dovessero esserci delle risorse a disposizione il governo decida di estendere anche a queste prestazioni il diritto a una rivalutazione straordinaria che andrebbe a incrementare di qualche euro l’assegno percepito.

6) Aumento delle pensioni in base al costo della vita

Come ogni anno, le pensioni verranno adeguate al costo della vita. Nel dettaglio, a inizio 2024 verrà prima applicato un tasso pari allo 0,80% pari alla differenza tra l’aliquota provvisoria applicata per la rivalutazione 2023 (7,3%) e quella definitiva accertata dall’Istat (8,1%). Dopodiché le pensioni verranno adeguate al tasso d’inflazione accertato dall’Istat per l’anno corrente che secondo le aspettative del Def dovrebbe essere pari al 5,7%.

Il meccanismo utilizzato dovrebbe essere quello introdotto dall’ultima legge di Bilancio che penalizza gli assegni d’importo superiore a 4 volte il trattamento minimo. Ma non è da escludere, e qui ci colleghiamo al punto successivo, che possa esserci una nuova stretta.

7) Stretta alla rivalutazione

Non ci sono solamente buone notizie: come tra l’altro confermato da fonti governative, è in valutazione la possibilità di attuare una nuova stretta alla rivalutazione dopo quella approvata con l’ultima manovra con lo scopo di recuperare poco più di 1 miliardo di euro. A farne le spese sarebbero i redditi più alti, per i quali l’indicizzazione potrebbe essere persino bloccata per un anno.

8) Part-time negli anni che precedono la pensione

Un’ultima novità riguarda l’introduzione del modello scandinavo in Italia, il quale prevede che negli ultimi 2 anni che separano dal pensionamento il lavoratore passi ad orario part-time compensando la riduzione dello stipendio con il pagamento di una parte della pensione maturata. Nel frattempo l’azienda andrebbe ad assumere un under 35 che il futuro pensionato contribuirebbe a formare in vista di quando arriverà il momento di sostituirlo.

Anticipato dal ministro Urso, al momento non sembrano esserci le risorse per l’introduzione di questo modello in Italia ma laddove dalla legge di Bilancio dovesse risultarne un tesoretto il governo si farà trovare immediatamente pronto e sfrutterà questa opportunità di ricambio generazionale nelle aziende.

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