Pensioni, Bankitalia avverte: a lavoro fino a 74 anni

Antonio Cosenza

30/05/2020

Pensioni, ultime notizie: secondo Banca d’Italia sarà necessario lavorare per più anni per limitare gli effetti dell’invecchiamento della popolazione sul mercato del lavoro.

Pensioni, Bankitalia avverte: a lavoro fino a 74 anni

Pensioni, l’allarme lanciato da Bankitalia spaventa i lavoratori: secondo quanto si legge nella Relazione annuale allegata alle Considerazioni finali che nella giornata di ieri sono state lette dal Governatore Ignazio Visco, infatti, più si andrà avanti negli anni e più tempo bisognerà lavorare prima di maturare il diritto alla pensione.

Nonostante ci possano essere misure finalizzate a rendere più flessibile l’accesso alla pensione, infatti, c’è comunque un fattore demografico da tenere in considerazione e dal quale in ogni caso non si potrà scappare. Un fattore che in futuro ci porterà a lavorare fino a 74 anni prima di accedere alla pensione.

Niente di politico, si tratta solamente delle conseguenze del fenomeno dell’invecchiamento della società, a causa del quale nel prossimo futuro dovremo restare a lavoro per molti più anni rispetto ad oggi.

La popolazione italiana sta “invecchiando” progressivamente

Secondo il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, in futuro si andrà in pensione ben oltre la soglia dei 67 anni (età pensionabile attuale). Questo perché, come si legge nella relazione annuale realizzata da Banca d’Italia, l’Italia deve fare i conti con il fenomeno dell’invecchiamento della società, il quale avrà importanti conseguenze per il mondo del lavoro, nonché sul sistema previdenziale.

Nel dettaglio, come si legge nella relazione, nei prossimi dieci anni l’economia italiana “dovrà fronteggiare una notevole riduzione della popolazione in età da lavoro”. Lo conferma l’Eurostat, secondo il quale entro il 2032 il numero di persone dell’età compresa tra i 15 e i 64 anni subirà una riduzione del 6%, mentre quella tra i 15 e i 74 anni scenderà in maniera meno marcata (solamente dell’1,5%) visto che nel frattempo aumenterà il numero di coloro che fanno parte della fascia di età 65-74 anni (+24%).

Una riduzione della popolazione in età da lavoro che non si fermerà negli anni successivi, visto che comunque nel frattempo continuerà a crescere l’aspettativa di vita mentre le nascite dovrebbero continuare a calare.

Pensione sempre più tardi? L’allarme di Bankitalia

Alla contrazione della popolazione in età da lavoro, quindi, seguirà un progressivo aumento dell’età media della stessa e questo impatto sfavorevole sull’input di lavoro potrà essere contrastato solamente - secondo Banca d’Italia - “dalla prosecuzione delle tendenze positive di recente osservate nell’offerta di lavoro dei diversi gruppi demografici (distinti per età, genere, livelli di istruzione e cittadinanza) e da un ulteriore progressivo allungamento della vita lavorativa”.

Potremmo dover assistere, quindi, ad un “allungamento della vita lavorativa” che tanto spaventa coloro che si erano fatti un piano ben preciso su quando andare in pensione. Per mantenere l’equilibrio del sistema, infatti, servirà che chi si trova nella fascia 65-74 anni possa restare a lavoro per più tempo possibile.

Vista questa decisione, quindi, sarà necessario rinviare l’uscita dal lavoro, a cui tra l’altro già contribuirà l’adeguamento dell’età pensionabile con le aspettative di vita previsto dalla legislazione vigente. Ma non sarà comunque sufficiente questo strumento da solo, visto che, secondo quanto si legge nella relazione di Bankitalia, questo contribuirà solamente per la metà a garantire l’equilibrio.

Servirà quindi un nuovo intervento sul piano previdenziale, necessario a causa degli andamenti demografici a cui assisteremo nei prossimi anni.

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