Pensioni, cresce l’allarme per questa truffa

Simone Micocci

19 Aprile 2025 - 09:50

Torna la truffa del doppio Spid, a rischio anche stipendi e pensioni. Ecco come riconoscerla e difendersi.

Pensioni, cresce l’allarme per questa truffa

Negli ultimi tempi è tornata alla ribalta la truffa del doppio Spid, così ribattezzata proprio perché si basa sulla creazione di nuove identità digitali gestite interamente dai truffatori. Nulla vieta infatti di creare più Spid intestati allo stesso titolare, che può affidarsi a molteplici gestori differenti per la creazione dell’identità digitale.

Così, i criminali possono impossessarsi delle chiavi di accesso a tutti i servizi online, passando anche per l’Inps, NoiPa e l’Agenzia delle entrate, appropriandosi di pensioni, conti correnti e stipendi.

Difendersi dalla truffa dello Spid e così proteggere i propri dati e il proprio denaro non è impossibile, ma bisogna prestare attenzione e cautela. Le truffe, soprattutto di questa tipologia, non sono affatto una minaccia nuova ma oggi l’azione dei malintenzionati è decisamente facilitata. Il meccanismo è molto più semplice, quanto meno rispetto all’appropriazione dei documenti per il furto d’identità tradizionale, e può colpire un enorme numero di vittime in poco tempo. Oltretutto, la stessa efficienza dello Spid diventa un’arma pericolosa se in uso a persone non autorizzate.

Pensioni, allarme per la truffa dello Spid

Come anticipato, negli ultimi tempi è aumentata considerevolmente la segnalazione di casi di truffa attraverso il doppio Spid, specialmente ai danni dei pensionati.

Il meccanismo è tanto semplice quanto pericoloso, sfruttando proprio una falla nel sistema delle identità digitali, ovvero la possibilità di creare più Spid che autenticano il medesimo titolare.

Ciò avviene perché non esiste un gestore unico e quindi ogni utente può affidarsi al provider che preferisce, potenzialmente creando tanti account quanti sono i gestori autorizzati e usandoli indistintamente. Avere più Spid non è granché conveniente ma nemmeno rischioso, a meno che una delle due identità digitali sia controllata da un cybercriminale che può fingersi il titolare su tutti i servizi online senza destare alcun sospetto e ottenere il proprio tornaconto. Per esempio, i truffatori possono accedere al portale web dell’Inps e cambiare l’iban di accredito di pensioni o altri trattamenti, potendo anche aprire conti correnti a nome del titolare.

Come funziona la truffa e come difendersi

Prima di arrivare alla truffa vera e propria c’è una fase di acquisizione dei dati sensibili. Questa fase può avvenire in diversi tempi, cominciando dall’appropriarsi delle informazioni ingannando gli utenti e poi finendo con la vendita illegale dei dati ottenuti. Vale quindi sempre la regola di non inserire mai i propri dati personali su siti web sconosciuti e di controllare che, quando noti, siano quelli ufficiali. Non bisogna aprire link sospetti, né comunicare per Sms, email o telefonate le proprie credenziali di accesso, gli estremi dei conti correnti o soprattutto i documenti personali. Ottenuti questi dati è poi molto semplice per i criminali informatici aprire un nuovo Spid intestato al titolare, soprattutto se si affidano all’intelligenza artificiale per clonare il volto delle vittime necessario all’identificazione.

I mezzi sono dei più disparati e includono anche la clonazione del numero di telefono o direttamente l’inganno dell’utente a fornire i codici ottenuti, mascherando la richiesta con una apparentemente legittima.

Una volta in possesso dello Spid, i truffatori hanno poi una libertà d’azione potenzialmente illimitata, almeno finché le vittime non si insospettiscono notando accessi anomali ai servizi online, modifiche non richieste e così via. Gli esperti consigliano quindi di monitorare spesso i servizi più importanti, incluso l’home banking per verificare che le informazioni siano corrette, e di impostare l’autenticazione a due fattori per tutti gli accessi online con dati sensibili. Il minimo sospetto deve essere segnalato alla Polizia postale e anche all’Agenzia per l’Italia digitale, al fine di bloccare immediatamente l’utilizzo dello Spid fraudolento.

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