Pensioni: per il 2022 è atteso un altro cambiamento per la rivalutazione degli assegni. Ecco quali novità ci aspettano (in attesa di ulteriori modifiche da parte del Governo).
Pensioni, novità per la rivalutazione degli assegni previdenziali nei prossimi anni.
Una questione di cui si discute da tempo visto che c’è chi ritiene che a causa dei tagli apportati negli anni al sistema di rivalutazione ci siano state grandi perdite per i pensionati, specialmente per quelli che percepiscono assegni di importo elevato.
Ma andiamo con ordine: la rivalutazione delle pensioni è quello strumento pensato allo scopo di proteggere nel tempo il potere d’acquisto del trattamento pensionistico così da assicurare ai pensionati un tenore di vita costante nel tempo. Nel dettaglio, grazie alla perequazione automatica le pensioni - come pure rendite ed eventuali trattamenti assistenziali erogati dalla previdenza pubblica - vengono incrementate sulla base dei parametri di riferimento periodicamente individuati dall’INPS.
Rivalutazione degli assegni ridotta per alcuni pensionati
Va detto però che a non tutti i pensionati spetta una rivalutazione piena dell’assegno. Nel tempo, infatti, è stato introdotto un meccanismo che prevede una rivalutazione al 100% del tasso individuato annualmente solo per chi ha una pensione molto bassa. L’ultima modifica a questo meccanismo è stata apportata con la Legge di Bilancio 2020, con il quale è stato deciso che dal 1° gennaio 2020:
- la rivalutazione è piena (100%) per le pensioni con importo fino a 4 volte il minimo;
- la rivalutazione è al 77% per le pensioni con importo compreso tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo;
- la rivalutazione è al 52% per quelle di importo compreso tra le 5 e le 6 volte il trattamento minimo;
- la rivalutazione è al 47% per quelle di importo compreso tra le 6 e le 8 volte il minimo;
- la rivalutazione è al 45% per le pensioni di importo compreso tra le 8 e le 9 volte il minimo;
- la rivalutazione è al 40% per le pensioni di importo superiore a 9 volte il minimo.
Un meccanismo che, come anticipato, non è esente da polemiche: negli ultimi anni, ad esempio, non sono mancati i ricorsi di quei pensionati che rivendicano una rivalutazione piena dell’assegno e che quindi tentano di recuperare gli importi sottratti dallo Stato negli ultimi anni.
Nel frattempo va detto che la rivalutazione subirà un’altra modifica nel 2022; vediamo quali sono le novità attese per i prossimi anni rispetto agli aumenti delle pensioni.
Rivalutazione pensioni: come cambiano nel 2022
Tra poco più di un anno, ossia dal 1° gennaio 2022, la rivalutazione delle pensioni cambierà ancora. Nel dettaglio, per gli assegni di importo compreso tra i 2.029 e i 2.538 euro al mese, quindi per chi si trova nella seconda fascia (tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo) e per i quali oggi la rivalutazione è al 77%, si passerà al 90%.
Per tutti gli altri assegni che superano i 2.538 euro al mese, superando così le 5 volte il trattamento minimo, la percentuale di rivalutazione verrà portata al 75%.
Anche chi prende pensioni medio alte, quindi, potrà godere di un aumento della pensione con un tasso “quasi” pieno. Non si tratta comunque di cifre di chissà quale portata, visto che la variazione sarà di pochi euro. Ma attenzione: non è da escludere, come fatto in passato, che il Governo possa intervenire nuovamente con un taglio alla rivalutazione, rivedendo queste percentuali e apportando delle riduzioni per coloro che percepiscono degli assegni elevati.
In assenza di modifiche dal 1° gennaio 2022 torneremo ad avere tre diverse fasce: 100% per chi ha una pensione che non supera le 4 volte il trattamento minimo, 90% per gli importi compresi tra le 4 e le 5 volte e 75% per chi supera le 5 volte.
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