Novità pensioni, allarme fondo TFR in gestione presso l’Inps: conti in rosso nei prossimi anni, lo Stato dovrà intervenire per pagare la buonuscita dei dipendenti.
Pensioni: nei prossimi anni potrebbe scoppiare il caso del “fondo TFR in gestione”, ossia di quel fondo gestito dall’Inps nel quale finisce trattamento di fine rapporto di quei lavoratori impiegati per aziende con almeno 50 dipendenti.
Secondo quanto spiegato da Il Sole 24 Ore, infatti, questo fondo è ad un passo da disavanzo: su un totale di 36 miliardi di euro versati in questi anni, infatti, c’è un avanzo di appena 1,5 miliardi. Circa 34 miliardi di euro, quindi, sono “spariti”: soldi con cui l’Inps avrebbe dovrà pagare la buonuscita dei dipendenti interessati che accederanno alla pensione.
Ricordiamo che fu il Governo Prodi - alla fine del 2006 - ad introdurre per le aziende con almeno 50 dipendenti l’obbligo di trasferire il TFR accantonato ogni mese ad un apposito fondo di tesoreria dello Stato gestito dall’Inps. Questa decisione fu motivata dal fatto che si temeva che alcuni datori di lavoro potessero influenzare i loro dipendenti nella scelta riguardante la destinazione del TFR; in quanto danneggiati dal trasferimento del TFR alla previdenza integrativa, infatti, questi avrebbero potuto convincere i loro dipendenti a mantenere la quota accantonata in azienda.
Per evitare il verificarsi di situazioni di questo genere, è stato quindi disposto il divieto di accantonare queste somme in azienda: così in ogni caso i datori di lavoro non avrebbero avuto a disposizione il TFR, il quale o finiva in un fondo pensione oppure veniva girato all’Inps.
Originariamente le risorse raccolte da questo fondo sarebbero dovute servire per promuovere edilizia ad alta efficienza energetica, ma anche per finanziare un fondo di salvataggio e ristrutturazione delle aziende in difficoltà. Queste sarebbero potute servire anche per far fronte alle spese necessarie al funzionamento della Difesa, oppure per la realizzazione di opere per l’alta velocità.
Il problema è che in questi dodici anni si è perso il controllo, tant’è che sembra che una parte di queste risorse siano sparite poiché finite nel calderone dell’Inps senza che ne fossero specificati gli scopi.
Pensioni, il fondo TFR dell’Inps è ad un passo dall’essere in rosso
In questi giorni il Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, si è detto favorevole all’istituzione di un nuovo fondo pubblico di previdenza complementare per i lavoratori più giovani (così da garantire loro una pensione di garanzia). Ma siamo davvero sicuri si tratti della scelta migliore? Vedendo l’esperienza avuta con il fondo TFR in gestione sembrerebbe di no.
Questo, infatti, è ad un passo dal disavanzo: tra qualche anno, infatti, è possibile che le risorse a disposizione non siano più sufficienti per pagare il TFR ai dipendenti.
Infatti, mentre nei primi anni la differenza tra entrate e uscite (ricordiamo che l’Inps ha attinto da questo fondo ogni volta che ha dovuto liquidare il TFR ad un lavoratore che ha cambiato azienda, ha perso il posto, oppure è andato in pensione) è stata positiva, negli ultimi tempi i numeri si sono quasi dimezzati.
Siamo passati, infatti, da un avanzo superiore ai 5 miliardi nel 2007 ad 1,5 miliardi dello scorso anno; e se il trend sarà questo già dal prossimo anno il fondo potrebbe andare in rosso.
Fondo TFR dell’Inps: un’esperienza da ripetere?
Come sottolineato da Il Sole 24 Ore, questa esperienza conferma che “una gestione a ripartizione ha tempi non necessariamente lunghi di maturazione e se il mercato del lavoro si restringe il capolinea può arrivare prima del previsto”.
Non per forza la solidità dei fondi negoziali introdotti ormai da circa vent’anni - ma che solo adesso hanno cominciato a pagare le prestazioni integrative - può ripetersi sotto la gestione di un ente pubblico: ecco perché anche l’idea di un fondo complementare pubblico potrebbe rappresentare un rischio per l’Inps.
TFR a rischio per i dipendenti?
È bene sottolineare però che anche nel caso in cui il Fondo suddetto dovesse andare in disavanzo, non ci sarebbe alcun rischio per il TFR dei dipendenti.
Questo perché, così come avviene per tutte le gestioni Inps che sono caratterizzate da uno squilibrio tra contributi versati e prestazioni erogate, qualora si arrivi ad un disavanzo - ossia ad uno squilibrio in sfavore delle entrate - sarà lo Stato ad intervenire.
Anche in questo caso, quindi, qualora l’Inps non dovesse avere più risorse a disposizione per pagare il TFR ai dipendenti interessati sarebbe lo Stato a farsi carico di quanto dovuto, tramite nuovi trasferimenti con i quali andrebbe a restituire il capitale maturato nella fase di maturazione del Fondo.
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