Pensioni, la classifica dei Paesi migliori: Italia in basso, ecco perché

Alessandro Cipolla

13 Ottobre 2022 - 13:13

Per uno studio di Mercer e CFA Institute, il sistema previdenziale dell’Italia sarebbe al 32° posto su 44 Paesi presi in considerazione: ecco perché sulle pensioni andiamo così male.

Pensioni, la classifica dei Paesi migliori: Italia in basso, ecco perché

L’Italia sulle pensioni è bocciata di nuovo. Questo è il responso del Mercer CFA Institute Global Pension Index 2022, uno studio che ha analizzato i sistemi pensionistici di 44 Paesi che a livello globale coprono il 65% della popolazione mondiale.

Lo studio ha confrontato i sistemi previdenziali di questi Paesi, mettendo in luce le lacune di ogni ordinamento e suggerendo possibili aree di riforma che assicurerebbero un trattamento pensionistico più adeguato e sostenibile.

In questa speciale graduatoria, l’Italia si piazza al 32° posto con un punteggio totale di 55.7 su un massimo di 100: in Europa solo l’Austria (55.0) farebbe peggio di noi in materia di pensioni. Al primo posto invece c’è l’Islanda (84.7), con Olanda (84.6) e Danimarca (82.0) poi a completare il podio.

Nello specifico sono tre i criteri su cui si basa il Mercer CFA Institute Global Pension Index: adeguatezza (rapporto tra il reddito a fine lavoro e l’assegno poi percepito), sostenibilità (capacità generale del sistema di sostenere i costi) e integrità ( qualità, trasparenza e livello di fiducia verso il sistema).

A incidere sul brutto punteggio generale dell’Italia è la voce sostenibilità, con una valutazione di 23.1 che pone il Belpaese al penultimo posto della classifica di Mercer e CFA Institute. Con un punteggio di 72.3 e 74.7, rispettivamente per adeguatezza (16° posto) e integrità (24° posto), il nostro sistema previdenziale fa registrare invece un buon risultato per le altre due voci.

L’Italia e la non sostenibilità delle pensioni

Il Mercer CFA Institute Global Pension Index 2022 ha posto l’accento su problema ben noto in Italia: la spesa previdenziale nel nostro Paese alla lunga potrebbe non essere più sostenibile per le casse statali.

L’Italia dovrebbe fare di più per incentivare l’adesione a forme di previdenza complementare - si legge nello studio - Continuare ad alzare l’età pensionabile man mano che l’aspettativa di vita aumenta ed evitare di offrire finestre di uscita anticipata dal mondo del lavoro”.

In merito alla previdenza complementare, Marco Valerio Morelli, ad di Mercer Italia, ha spiegato che “abbiamo davanti un prossimo futuro in cui le persone che non avranno attivato un programma complementare andranno in pensione e avranno maggiore tempo a disposizione ma non la capacità di spesa per godere del proprio tempo libero: una situazione che condurrebbe a rilevanti impatti sociali ed economici”.

Il tema delle pensioni comunque sarà uno dei primi che il nuovo governo Meloni dovrà affrontare visto che, senza interventi nella legge di Bilancio, da gennaio tornerà a pieno regime la tanto discussa riforma Fornero.

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