Pensioni, ultime notizie: l’Inps ha aggiornato gli importi per la contribuzione volontaria, qui la circolare (che potete scaricare) con tutte le regole per il calcolo.
La contribuzione volontaria rappresenta uno strumento molto utile per chi vuole andare in pensione; con il versamento dei contributi volontari, infatti, coloro che hanno cessato - o comunque interrotto - un’attività di lavoro possono assicurarsi il perfezionamento dei requisiti necessari ai fini del raggiungimento del diritto alla pensione, o anche per incrementare il montante contributivo e - di conseguenza - l’importo dell’assegno.
A differenza dei contributi figurativi, accreditati gratuitamente su richiesta dall’Inps, per il versamento dei contributi volontari c’è un costo da pagare che dipende dalla retribuzione del lavoratore, nonché dal settore di appartenenza.
A tal proposito l’Inps, con la circolare 42 pubblicata il 13 marzo 2019, ha aggiornato gli importi per i versamenti volontari per il 2019, alla luce della rivalutazione delle pensioni intervenuta a gennaio 2019 con il quale, ricordiamo l’importo degli assegni previdenziali e assistenziali è stato adeguato al tasso di inflazione pari all’1,1% per il 2018.
Lo stesso è stato fatto per il calcolo dell’importo dei contributi volontari; vediamo in che modo e quali sono le percentuali di riferimento per il 2019.
Versamento contributi volontari, importo aggiornato al 2019
Come spiegato dalla circolare Inps n°43 pubblicata in questi giorni, nel 2019 per un anno di contribuzione volontaria bisogna pagare un costo almeno pari a 3.521,23€. Non ci sono invece differenze per coloro i quali sono stati autorizzati al versamento volontario entro il 1995, per i quali il costo resta pari a 2.973,84€ annui.
Per capire il perché di questi importi bisogna fare chiarezza su come si calcola l’onere per la contribuzione volontaria. Nel dettaglio, si prende come retribuzione di riferimento quella percepita nelle ultime 52 settimane lavorate, per poi moltiplicarla per le seguenti aliquote:
- 27,87% per gli autorizzati entro il 31 dicembre 1995;
- 33,00% per tutti gli altri.
Di conseguenza, se si tiene conto del minimale contributivo - che nel 2019 equivale a 205,20€ a settimana - l’onere del contributo non può essere inferiore a 57,19€ per i primi, e a 67,72€ per i secondi. Questi importi sono da intendere per il riscatto di una settimana lavorativa.
Versamento dei contributi volontari: e aliquote per i vari settori
Ci sono comunque dei settori per i quali si applicano delle percentuali di calcolo differenti da quelle sopra elencate. Se per gli iscritti al FPLD (autoferrotranvieri, elettrici, telefonici, o dirigenti ex INPDAI), nonché al Fondo dipendenti Ferrovie dello Stato S.p.A, così come anche per gli assicurati presso la CTPS si applica sempre un’aliquota del 33%, per gli iscritti al fondo ex-IPOST questa è leggermente più bassa, pari al 32,65%. La stessa si applica per i dipendenti impiegati negli enti locali e nella Sanità.
Per quanto riguarda i lavoratori agricoli dipendenti, invece, le percentuali di riferimento per il calcolo sono rispettivamente del 29,10% e del 28,90%; per i pescatori, invece, del 10,47% e del 14,90%.
Nel caso dei lavoratori occupati in cantieri di lavoro, per il calcolo dell’onere da sostenere per la contribuzione volontaria si applica una percentuale del 10,94% per gli autorizzati prima del 31 dicembre 1995 e del 14,57% per il periodo successivo.
Per i lavoratori domestici, colf e badanti comprese, le percentuali sono invece del 12,9975% e del 17,4275%.
Nel caso di artigiani e commercianti si applicano invece delle percentuali differenti per titolari (indipendentemente dalla loro età) e collaboratori di età superiore ai 21 anni, rispetto a quando quest’ultimi hanno meno di 21 anni. Nel dettaglio, per gli artigiani le percentuali sono rispettivamente del 24,00% (titolari e collaboratori Over 21) e del 21,45% (collaboratori Under 21), mentre per i commercianti del 24,09% e del 21,54%.
Ultimo approfondimento lo merita la Gestione Separata. Per gli iscritti con Partita Iva il calcolo viene effettuato in base al reddito, ossia:
- reddito pari o inferiore a 15.878€: 3.969,60€ l’anno, ossia 330,80€ al mese;
- reddito superiore a 15.878€: 25% dell’importo dei compensi percepiti nell’anno precedente la domanda entro il massimale di 102.543€ l’anno.
Per i collaboratori iscritti alla Gestione Separata, invece, le regole sono differenti:
- reddito pari o inferiore a 15.878€: l’onere è pari a 5.239,80€ l’anno, ossia 436,65€ al mese;
- reddito superiore a 15.878€: 33% dell’importo dei compensi percepiti nell’anno precedente la domanda entro il massimale di 102.543€ l’anno.
Per ulteriori informazioni, nonché per le tabelle per ogni settore, vi consigliamo di scaricare la circolare Inps che trovate di seguito dove sono indicati tutti i valori aggiornati per il 2019.
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