Riforma delle pensioni: nel 2020 proroga di Opzione Donna e dell’Ape Sociale. Almeno per il prossimo anno non dovrebbero esserci novità e cambiamenti per Quota 100.
Sul tema delle pensioni si è detto molto in settimana e non poteva essere altrimenti visto il cambio di Governo che porterà - inevitabilmente - ad un cambio di rotta per le politiche previdenziali.
Obiettivo dichiarato dell’Esecutivo formato da Lega e Movimento 5 Stelle era di proseguire con la fase transitoria di Quota 100 per poi arrivare all’estensione di Quota 41; il cambio di maggioranza, però, potrebbe rimettere tutto in discussione, come tra l’altro confermato dalle ultime notizie sulle pensioni di questi giorni che parlano di una possibile cancellazione anticipata di Quota 100.
I punti del programma Giallo-Rosso concernenti le pensioni sono stati resi noti nei giorni scorsi: nel dettaglio, come obiettivo a breve termine troviamo la proroga di Opzione Donna, mentre per garantire un futuro ai nati dagli anni ‘70 in poi si punta ad introdurre una pensione di garanzia.
Fattivamente, però, i lavoratori interessati delle novità sulle pensioni vogliono sapere cosa cambierà già nel 2020; la risposta a questa domanda sarà più chiara nelle prossime settimane, quando cominceranno i lavori che porteranno all’approvazione della Legge di Bilancio.
Tuttavia, grazie alle notizie pubblicate in questi giorni possiamo fare una piccola previsione su cosa ci aspetta, lato pensioni, il prossimo anno: vediamolo nel dettaglio.
Pensioni: obiettivo primario per il 2020 la proroga di Opzione Donna
Nella Legge di Bilancio 2020 ci sarà spazio sicuramente per la proroga di Opzione Donna, misura che il Governo Lega-M5S ha esteso alle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2018 hanno maturato entrambi i requisiti previsti dalla misura, ossia:
- 35 anni di contributi;
- età anagrafica non inferiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti, 59 anni per le autonome.
Nonostante il cambio di maggioranza non sembra essere a rischio una nuova proroga di Opzione Donna; nella manovra finanziaria, quindi, ci sarà spazio per un intervento che consentirà di anticipare l’accesso alla pensione alle lavoratrici che entro il 31 dicembre del 2019 matureranno i suddetti requisiti.
Entrano nella platea dei beneficiari di Opzione Donna, quindi, anche le nate negli anni 1959 (se lavoratrici dipendenti) e 1960 (se autonome).
Ape Sociale e Volontario
Altra proroga dovrebbe interessare l’anticipo pensionistico introdotto dal Governo di Centrosinistra, sia quello Sociale che il Volontario.
Entrambi, infatti, sono in scadenza al 31 dicembre di quest’anno.
Per quanto riguarda l’Ape Sociale ci potrebbe essere anche una modifica dei requisiti, con l’obiettivo di estenderne la platea di beneficiari.
Da parte del Partito Democratico, infatti, c’è molta fiducia nel fatto che questo provvedimento sia utile - persino più di Quota 100 - per mandare anticipatamente in pensione quelle persone che necessitano di una maggior tutela.
Ricordiamo, infatti, che l’Ape Sociale permette a coloro che si trovano in una particolare condizione (disoccupati di lungo corso, invalidi, caregiver, lavoratori gravosi o usuranti) di smettere di lavorare al raggiungimento del 63° anno di età, percependo nel contempo un prestito pensionistico erogato da un istituto finanziario. Prestito di cui lo Stato si farà interamente carico, a differenza di quanto succede per l’Ape Volontario dove invece l’importo erogato viene restituito dal pensionato (con trattenute direttamente dal futuro assegno di pensione).
Pensione di garanzia e Quota 100: possibili novità, ma non nel 2020
Come anticipato, tra gli obiettivi del Governo M5S-PD figura sia l’introduzione di una pensione di garanzia che una revisione di Quota 100 (su cui però c’è ancora molta incertezza).
C’è da dire, però, che molto difficilmente avremo novità su questi due fronti già nella Legge di Bilancio 2020: per quanto riguarda Quota 100, infatti, sembra molto probabile che almeno per il prossimo anno resti tutto invariato, così che l’Esecutivo possa avere altri 12 mesi per valutare l’efficacia di questa misura.
Anche per la pensione di garanzia tutto dovrebbe essere rimandato alla prossima Legge di Bilancio, con il Governo che avrà tutto il tempo necessario per capire come fare per garantire una pensione dignitosa a coloro che hanno iniziato a lavorare negli anni ‘80, i quali - penalizzati dalla Legge Fornero e dal passaggio dal sistema retributivo a contributivo per il calcolo della pensione - rischiano di andare in pensione dopo i 70 anni percependo un assegno troppo basso per mantenere una vita dignitosa.
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