Guida alla pensione: quale differenza tra anzianità assicurativa e contributiva? Ecco perché sono entrambe importanti.
Quando si parla di pensioni bisogna fare chiarezza sulla differenza che c’è tra anzianità assicurativa e anzianità contributiva. Specialmente quest’ultimo è un elemento fondamentale per il raggiungimento di qualsiasi trattamento di tipo previdenziale: non è possibile, infatti, andare in pensione senza contributi.
Con il termine anzianità contributiva si considera la quantità di contributi versati per ottenere una certa prestazione previdenziale; questo non va confuso con l’anzianità assicurativa, con la quale invece si intende l’arco temporale trascorso dal versamento del primo contributo.
Questi due elementi sono entrambi importanti per chi deve andare in pensione; vediamo perché.
Anzianità contributiva: come funziona e come si calcola
Come anticipato, ogni trattamento previdenziale richiede un’anzianità contributiva. Questa varia a seconda della misura alla quale si accede: ad esempio, per la pensione di vecchiaia di tipo contributivo è sufficiente avere un’anzianità contributiva di almeno 5 anni. Lo stesso vale per chi richiede l’assegno ordinario d’invalidità o la pensione d’inabilità lavorativa: per queste due prestazioni sono richiesti infatti 5 anni di contributi, ma alla condizione che almeno 3 siano stati maturati nei 5 anni precedenti alla domanda.
Ci sono poi delle misure che consentono il pensionamento guardando solamente all’anzianità contributiva dell’interessato: si pensi, ad esempio, alla pensione anticipata con la quale il collocamento in quiescenza avviene, indipendentemente dall’età anagrafica, al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne. Solitamente, invece, accanto al requisito contributivo è richiesto anche il perfezionamento di un certo requisito di età anagrafica: per la pensione di vecchiaia, ad esempio, non è sufficiente aver maturato 20 anni di contributi in quanto è necessario anche aver compiuto i 67 anni di età.
Per il calcolo dell’anzianità contributiva bisogna guardare alla gestione previdenziale in cui l’assicurato risulta iscritto. Nel dettaglio:
- per i lavoratori dipendenti iscritti all’AGO viene determinata in settimane: ogni anno di lavoro, quindi, si ha diritto a 52 settimane contributive;
- per i dipendenti pubblici, iscritti quindi ai fondi esclusivi dell’AGO, come pure per gli iscritti ai fondi sostitutivi dell’AGO, questa è determinata sulla base dei giorni di servizio calcolati sull’anno commerciale. Per ogni anno di lavoro, quindi vengono accreditati 360 giorni (30 giorni in un mese);
- per gli iscritti nelle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, come pure per gli iscritti alla Gestione separata Inps e per gli iscritti alle casse professionali, l’anzianità viene rapportata a mesi interi. Un anno lavorato, quindi, corrisponde a 12 mesi;
- infine, per i lavoratori agricoli, per i lavoratori dello spettacolo e per gli sportivi professionisti, l’anzianità contributiva si calcola in giorni.
La contribuzione viene quindi accreditata per tutti i periodi lavorati; per quelli non lavorati, ma comunque in costanza del rapporto di lavoro (ad esempio per i periodi coperti da indennità di malattia), vengono accreditati i cosiddetti contributi figurativi. È bene ricordare, comunque, che per l’accredito della contribuzione è necessario il rispetto del cosiddetto minimale contributivo.
Anzianità assicurativa della pensione: a cosa serve?
L’anzianità assicurativa è invece il periodo trascorso dal primo accredito contributivo. È utile, ad esempio, per il calcolo dell’assegno: per chi ha un’anzianità assicurativa successiva al 1° gennaio 1996, ad esempio, si applicano le regole del regime contributivo; nel caso in cui invece risalga a prima di questa data, allora si applicano le regole del regime misto:
- retributivo fino al 31 dicembre 1995 o 31 dicembre 2011 per coloro che alla data del 31 dicembre 1995 hanno un’anzianità contributiva di almeno 18 anni;
- contributivo dal 1° gennaio 1996 o 1° gennaio 2012 per coloro che alla data del 31 dicembre 1995 hanno un’anzianità contributiva di almeno 18 anni.
L’anzianità assicurativa è molto importante in alcune circostanze. Ci sono delle prestazioni - non molte in realtà, ma ci sono - che oltre all’anzianità contributiva richiedono anche una certa anzianità assicurativa. Ne è un chiaro esempio la pensione di vecchiaia maturata nella gestione dei lavoratori dello spettacolo, per la quale è richiesta anche un’anzianità assicurativa di 20 anni.
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