Pensioni minime al pari del Reddito di Cittadinanza: chiesto l’aumento a 780,00€ per COVID-19, ma il Governo non è intenzionato a riconoscere il bonus.
Pensioni, novità: mentre per gli assegni di invalidità - dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 23 giugno 2020 - verrà disposto un aumento fino ad arrivare all’importo delle pensioni minime, per quest’ultime si parla di una possibile equiparazione alla quota massima per persona riconosciuta con il Reddito di Cittadinanza.
Come noto, nel 2020 l’importo della pensione minima è di circa 515 euro. Questo sarà il parametro di riferimento per l’aumento della pensione per inabili civili totali che dovrebbe essere operativa dal mese di agosto. Tuttavia c’è chi ritiene che anche l’importo della pensione minima necessiti di un aumento, specialmente alla luce della crisi economica che stiamo attraversando che colpisce specialmente i soggetti più vulnerabili, come ad esempio gli anziani con redditi bassi.
A tal proposito, in questi mesi sindacati e associazioni hanno presentato diverse richieste di aumento della pensione minima, chiedendo di prendere come riferimento la quota minima del Reddito di Cittadinanza. Una richiesta presentata nelle scorse settimane da diversi sindacati, mentre negli ultimi giorni questa porta la firma di Battista Cualbu presidente della Coldiretti - Regione Sardegna.
Pensioni minime dello stesso importo del Reddito di Cittadinanza
Come anticipato, la richiesta prevede l’aumento delle pensioni minime fino ad arrivare all’importo massimo riconosciuto ad una persona sola con il Reddito di Cittadinanza. Nel dettaglio, questo è pari a 780,00€ (500 come integrazione del reddito e 280 come rimborso per le spese di locazione).
Nella lettera si legge che i pensionati sono tra le fasce più esposte e vulnerabili al COVID-19, come dimostra il fatto che la pandemia abbia mietuto vittime specialmente tra gli anziani. Una situazione che ha portato questa categoria di persone ad auto-isolarsi: una decisione che ha avuto sia risvolti sociali ma anche economici. In molti casi, infatti, l’auto-isolamento ha comportato un accrescimento delle difficoltà e delle spese da sostenere e per coloro che hanno una pensione minima non è stato semplice arrivare alla fine del mese.
Difficoltà che non sono state riconosciute dal Governo, visto che per i pensionati non vi è stato alcun aiuto, come se avere una pensione minima garantisse di per sé una sicurezza economica.
La richiesta, quindi, è di aumentare - seppur provvisoriamente - l’importo delle pensioni minime da 515 a 780€. Un aumento di circa 250€ da corrispondere per quattro mensilità, da marzo a giugno, come fatto per gli altri bonus riconosciuti per COVID-19.
Va detto, però, che nonostante non manchino le proposte, non sembra esserci l’intenzione politica di aumentare l’importo delle pensioni minime.
Perché l’importo della pensione minima non dovrebbe aumentare
In questi giorni in Parlamento è stato approvato un emendamento che stanzia le risorse per l’aumento delle pensioni per invalidi civili totali, per le quali si arriverà fino a 515€. Una decisione scaturita da una sentenza della Corte Costituzionale che non ha lasciato altra scelta.
Il discorso è differente per le pensioni minime, per le quali invece non ci sono sentenze che richiedono un aumento delle stesse. Servirebbe, quindi, la volontà politica che al momento non c’è; basti vedere quanto fatto con i bonus da COVID-19, come pure con il reddito di emergenza, dai quali sono stati esclusi i titolari di pensione qualunque fosse l’importo.
Anche se per solo qualche mese, quindi, l’aumento delle pensioni minime non verrà attuato, visto che dal Governo non arriva alcun segnale in questa direzione.
Un discorso che probabilmente verrà affrontato nuovamente una volta che riprenderà il dialogo sulla riforma delle pensioni, ma anche in quel caso sarà difficile che si procederà in tal senso viste anche le indicazioni che arrivano dall’UE riguardo alla necessità di non aumentare ulteriormente la spesa pensionistica.
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