Pensione anticipata più tardi? Ecco cosa ha deciso l’ultima legge di Bilancio peggiorando quanto stabilito dalla legge Fornero.
Tra le novità della legge di Bilancio 2025 ce n’è una che va a svantaggio di quei dipendenti pubblici che accedono alla pensione anticipata, quella misura - prevista dalla legge Fornero - che consente di andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi, un anno in meno per le donne.
Va detto che rispetto a quanto previsto dalla riforma del 2011 la pensione anticipata è molto cambiata, se non altro per l’introduzione nel 2019 di una finestra mobile, ossia di quel meccanismo che rimanda la decorrenza della pensione. Solitamente, infatti, per chi accede alla pensione di vecchiaia il primo assegno decorre dal mese successivo a quello in cui vengono maturati i requisiti (67 anni di età e 20 anni di contributi), e così era anche per la pensione anticipata. Tuttavia, con la riforma del 2019 è stata introdotta una finestra mobile di tre mesi, rimandando così il pagamento della pensione per coloro che maturano i requisiti per la pensione anticipata, “costringendoli” di fatto a restare al lavoro per qualche altro mese così da non rischiare di restare senza alcuna entrata.
Ed è proprio sulla finestra mobile in oggetto che interviene la legge di Bilancio 2025, allungano ulteriormente i termini. Ma non per tutti: a dover “accettare” di rimandare sempre più l’uscita dal lavoro sono gli iscritti ex Inpdap (Cpdel, Cps, Cpi e Cpug), ossia i dipendenti del pubblico impiego, che alla data del 31 dicembre 1995 - che ha contrassegnato il passaggio dal sistema retributivo al contributivo - hanno maturato meno di 15 anni di contributi.
Le nuove finestre mobili della pensione anticipata per i dipendenti pubblici
La cattiva notizia è che nella legge di Bilancio viene previsto un vero e proprio calendario che incrementerà progressivamente la durata della finestra mobile della pensione anticipata per quei dipendenti pubblici con meno di 15 anni di contributi al 31 dicembre 1995.
Nel dettaglio, già per coloro che maturano i requisiti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025 la finestra mobile ha una durata di 4 mesi.
Dopodiché, nei prossimi anni bisognerà considerare i seguenti aumenti:
- 5 mesi per requisiti maturati entro il 31 dicembre 2026.
- 7 mesi per requisiti maturati entro il 31 dicembre 2027.
- 9 mesi per requisiti maturati dal 1° gennaio 2028 in poi.
A decorrere dal 2028 quindi è come se per accedere alla pensione anticipata ci vorranno 9 mesi in più. Anche perché nel frattempo potrebbe esserci l’incremento del requisito contributivo, visto che nel 2027 è in programma l’adeguamento con la speranza di vita con il quale potrebbe risultarne un incremento di due o tre mesi dell’età pensionabile (che varrebbe per tutti, non solo per i dipendenti pubblici).
La finestra mobile può essere lavorata ma non è obbligatorio
Ricordiamo comunque che non è necessario lavorare durante la finestra mobile in quanto i requisiti per l’accesso alla pensione sono da considerare comunque raggiunti.
Tuttavia, considerando che interrompendo il lavoro non si ha né diritto allo stipendio né alla pensione, per molti l’unica soluzione è quella di restare in servizio fino a quando non viene liquidato il primo assegno. Va detto però che perlomeno i contributi versati in questo periodo vengono comunque considerati ai fini del calcolo della pensione, garantendo così un importo più elevato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA