Pensioni, peggiora la legge Fornero o arriva Quota 41? Ecco qual è la verità

Simone Micocci

8 Novembre 2023 - 10:02

Pensioni, la Lega si difende dalle accuse di aver peggiorato la legge Fornero e rilancia su Quota 41. Cosa c’è di vero nelle dichiarazioni di Matteo Salvini?

Pensioni, peggiora la legge Fornero o arriva Quota 41? Ecco qual è la verità

La Lega è risentita per come una parte della stampa sta descrivendo la riforma delle pensioni attuata con la legge di Bilancio come “peggiorativa della legge Fornero”.

Secondo Salvini, così come per il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, “non è assolutamente vero” in quanto la legge di Bilancio rappresenta un “nuovo passo verso l’introduzione di Quota 41”, misura con cui verrà consentito a tutti di andare in pensione con 41 anni di età indipendentemente dall’età anagrafica.

C’è quindi una distorsione della realtà con lo scopo di andare contro a questo governo oppure è la Lega a non voler vedere cosa effettivamente cambia con la manovra? La verità sta nel mezzo: è vero infatti che la legge di Bilancio 2024 non interviene esclusivamente peggiorando la riforma Fornero (ma in alcuni punti lo fa), ma lo è altrettanto il fatto che sicuramente ci sono stati peggioramenti rispetto alla scorsa manovra. Quindi, almeno in confronto a quanto fatto dalla legge di Bilancio 2023 possiamo dire che più che un passo avanti verso l’introduzione di Quota 41 per tutti si deve parlare di passo indietro, in quanto andare in pensione nel 2024 - almeno per certi aspetti - sarà più complicato rispetto al 2023.

Le legge di Bilancio 2024 peggiora Quota 103

Matteo Salvini ha risposto alle critiche sulle pensioni dichiarando che in realtà la legge di Bilancio 2024 permetterà di andare in pensione a circa 50 mila lavoratrici e lavoratori con un’età media di 63 anni.

Molto probabilmente Salvini si riferisce a Quota 103, con la quale appunto verrà consentito per un altro anno di andare in pensione con 41 anni di contributi al compimento dei 62 anni di età. Una misura che complice le modifiche apportate con la legge di Bilancio 2024 riguarderà molti meno lavoratori rispetto al 2023: ricordiamo infatti che per accedere a Quota 103 il prossimo anno bisognerà accettare un ricalcolo interamente contributivo della pensione, con il rischio così di una netta riduzione dell’importo dell’assegno.

Ma d’altronde si sta parlando di 50 mila persone, a fronte di circa 730.000 pensionamenti stimati: davvero troppo poco per definirlo un “nuovo passo verso l’abolizione di quella schifezza chiamata legge Fornero”.

Come la legge di Bilancio 2024 migliora (e peggiora) la legge Fornero

C’è però un merito da dare al governo, anzi due: aver reso più semplice l’accesso alla pensione di vecchiaia per i contributivi puri, così come pure quello alla pensione anticipata a loro riservata (ma in tal caso solo alle donne con figli).

La legge di Bilancio 2024, infatti, interviene direttamente sulla riforma Fornero stabilendo che i contributivi puri (coloro che hanno un’anzianità contributiva successiva al 1 gennaio 1996) possono accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età e con 20 anni di contributi a patto di aver maturato un assegno il cui importo è pari al valore dell’assegno sociale. Non è vero quindi - come dichiarato da Durigon in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera - che “il requisito economico viene abolito”: semplicemente viene ridotto, in quanto oggi per andare in pensione è richiesto un assegno pari a 1,5 volte il valore dell’assegno sociale.

Viene semplificato anche l’accesso alla pensione anticipata riservata ai contributivi, quella in cui il diritto alla pensione si raggiunge all’età di 64 anni e con 20 anni di contributi. Oggi per accedervi bisogna aver maturato un assegno pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale: il prossimo anno, ma solo per le donne con almeno due figli (con un figlio resta pari a 2,8 volte), per andarci basterà avere un assegno pari a 2,6 volte il valore dell’assegno sociale.

Ma ci sono anche dei peggioramenti: per tutti gli uomini, nonché per le donne senza figli, il requisito sale a 3 volte l’assegno sociale: una scelta necessaria perché, come spiega Durigon, è servita a “creare una curva economica compatibile nel pluriennale”.

Come la legge di Bilancio 2024 peggiora i requisiti per andare in pensione

Quel che la Lega non dice, o che comunque tenta di nascondere, è che effettivamente tra la legge di Bilancio 2023 e quella del 2024 c’è stato un netto peggioramento dei requisiti per l’accesso alla pensione. Di Quota 103 abbiamo già parlato, ma va anche affrontato il tema dell’Ape Sociale: per accedere all’anticipo pensionistico, che si rivolge alle categorie dei fragili, infatti, bisognerà aver compiuto 63 anni e 5 mesi di età, mentre oggi ne bastano 63.

C’è poi il capitolo Opzione Donna, già nettamente peggiorata dalla scorsa manovra con il vincolo per cui a potervi accedere sono solamente le lavoratrici invalide, caregiver e licenziate (o in corso di) da grandi aziende. Con la manovra oltre a mantenere questa penalizzante limitazione viene anche incrementato di un anno il requisito anagrafico: non più 60 anni, ma 61, ferma restando la possibilità di ridurre questo requisito di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni.

Ricapitolando, la legge di Bilancio 2024 peggiora e migliora la riforma Fornero per alcuni aspetti, ma si tratta di certo di un passo indietro rispetto a quanto era stato fatto con la scorsa manovra, già altamente criticata dai sindacati. Di introduzione di Quota 41 si parlava già lo scorso anno, salvo poi fare i conti con una dura realtà: non ci sono le risorse, né ora né mai visto che come dichiarato dallo stesso ministro dell’Economia, il leghista Giorgetti, non esistono riforme delle pensioni sostenibili con l’attuale situazione demografica.

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