Pensioni, 1,5% in meno per ogni anno di anticipo: la proposta dell’ex Presidente Inps

Antonio Cosenza

27 Gennaio 2020 - 08:55

Riforma delle pensioni, anche l’ex Presidente dell’Inps si aggiunge alla lista delle proposte. Penalizzazione dell’1,5% per ogni anno di anticipo, età pensionabile fissa a 67 anni.

Pensioni, 1,5% in meno per ogni anno di anticipo: la proposta dell’ex Presidente Inps

È passato poco più di un anno da quando Tito Boeri non è più presidente dell’Inps, tuttavia questo non ha smesso di interessarsi di pensioni e in un’intervista rilasciata a La Stampa prova ad indicare la “ricetta” per uscire dall’impasse che sembra essersi creata tra Governo e sindacati (che oggi si incontreranno per la prima volta).

Secondo l’ex Presidente dell’Inps una riforma delle pensioni che consenta di “uscire da Quota 100 senza creare troppi danni” è semplice da progettare, basta far pagare coloro che intendono anticipare l’accesso alla pensione. Quindi, così come fatto dall’attuale Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, anche Boeri parla di prevedere una penalizzazione per coloro che decidono di andare in pensione in anticipo.

Vediamo di cosa tratta questa proposta in attesa di saperne di più sull’incontro che avrà luogo nella giornata di oggi presso il Ministero del Lavoro.

Riforma pensioni: il progetto di Tito Boeri

Quando era alla presidenza dell’Inps Boeri era fortemente contrario a Quota 100, in quanto secondo lui questa misura avrebbe innalzato la spesa pensionistica portandola ad un livello insostenibile per le casse dello Stato. Nel frattempo Boeri non ha cambiato idea, in quanto secondo lui Quota 100 “ha aumentato le diseguaglianze fra classi di età e di reddito, creando peraltro enormi buchi alla scuola e alla sanità”.

Adesso questo ha provato a dettare la via per quella che sarà la strada che il nuovo Governo dovrà prendere per colmare l’assenza di Quota 100 una volta che la fase sperimentale (per la quale non ci sono possibilità di proroghe, almeno con questa maggioranza) terminerà. Nel dettaglio, secondo Boeri prevedere misure di flessibilità non è complicato, in quanto basterebbe evitare di avvantaggiare chi esce prima rispetto a coloro che decidono di attendere continuando a lavorare fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Una penalizzazione che però sarebbe differente rispetto a quella indicata dall’attuale Presidente dell’Inps; Pasquale Tridico, infatti, ha proposto un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno, con una penalizzazione che a seconda della posizione contributiva dell’interessato potrebbe arrivare fino al 40%.

L’idea di Boeri, invece, è più “morbida”: secondo l’ex Presidente dell’Inps, infatti, per far sì che la flessibilità in uscita sia sostenibile per le casse dello Stato basterebbe prevedere una penalizzazione dell’1,5% per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia.

Ad esempio, per coloro che - come proposto dai sindacati - decidono di andare in pensione all’età di 62 anni, anticipando quindi di cinque anni, ci sarebbe una penalizzazione del 7,5%, comunque inferiore rispetto a quella prospettata da un ricalcolo contributivo dell’assegno.

Una proposta di questo tipo sicuramente soddisferebbe maggiormente i sindacati, i quali ad oggi sono fermi riguardo alla loro idea di prevedere requisiti più agevoli per l’accesso alla pensione che però non contemplano una penalizzazione dell’assegno.

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