Pensioni, perché Quota 100 non ha funzionato: quello che Salvini non dice

Antonio Cosenza

29/09/2020

Quota 100 via nel 2022, Salvini non ci sta: chi ha ragione? I numeri sono dalla parte di Giuseppe Conte.

Pensioni, perché Quota 100 non ha funzionato: quello che Salvini non dice

Quota 100 non sarà rinnovata dopo la scadenza naturale, come confermato dal Presidente del Consiglio nei giorni scorsi. Al suo posto una Quota 98 per i lavoratori usuranti e una Quota 102 per gli altri; misure su cui Governo e sindacati lavoreranno nelle prossime settimane sperando di raggiungere un accordo che soddisfi tutti.

Alla notizia che Quota 100 non sarà rinnovata è seguita la dura reazione di Matteo Salvini, colui che è stato il principale promotore della riforma delle pensioni attuata lo scorso anno. Secondo il leader della Lega è un grande errore non rinnovare Quota 100, una misura che in questi mesi è servita per limitare gli effetti della riforma Fornero del 2011.

Ma è davvero così grave non rinnovare Quota 100? In realtà ci sono diversi motivi che ci fanno dire che in realtà questa misura non è stata un successo, in quanto non ha raggiunto i risultati attesi alla vigilia. Sono i dati ufficiali a dirlo, svelando il grande inganno di Matteo Salvini che in queste ore continua a vantarsi per aver cancellato la Legge Fornero.

Quota 100 non ha cancellato la Legge Fornero

Come prima cosa dobbiamo ribadire un concetto molto importante: Quota 100, finanziata dalla Legge di Bilancio con un investimento complessivo di 20 miliardi di euro, non ha mai cancellato la Legge Fornero che ancora oggi si applica alla maggioranza dei lavoratori che vanno in pensione.

Quota 100 è stata una finestra temporanea (ricordiamo che fin da subito è stata fissata una validità solo triennale) che ha riguardato una minoranza totale dei nuovi pensionati, come confermano i dati ufficiali.

Ricordiamo che Salvini aveva anticipato che Quota 100 avrebbe coinvolto circa 500 mila lavoratori per tutto il triennio, di cui 290 mila erano attesi già nel primo anno.

Ovviamente per tracciare un bilancio definitivo della misura dovremo attendere la fine del triennio, tuttavia già i risultati raggiunti fino ad oggi ci dicono che i risultati raggiunti rischiano di essere ampiamente inferiori alle aspettative.

Secondo quanto dichiarato da Pasquale Tridico, Presidente dell’INPS, nel 2019 sono state 229 mila le domande presentate, di cui 75 mila per il settore pubblico e 154 per il settore privato. Per il 2020, invece, il dato più aggiornato è quello di giugno 2020, quando le domande per Quota 100 erano 48 mila. Già quest’anno, quindi, è prevista una riduzione rispetto al 2019.

Complessivamente, dopo più di 20 mesi dall’avvio di Quota 100, sono 277 mila le domande presentate, di cui 202 mila sono state accolte, 35 mila rifiutate e 39 mila in attesa di risposta.

Il numero di adesioni, quindi, si preannuncia al di sotto delle attese, visto che al momento non siamo neppure alla metà di quanto indicato dal leader della Lega.

E non è detto si tratti di una brutta notizia: questi numeri, infatti, hanno portato ad una revisione dell’iniziale stanziamento per Quota 100, con l’ufficio parlamentare di bilancio che ha rivisto al ribasso i costi della misura attestandoli a 2,6 miliardi nel 2019 e 5,9 miliardi nel 2020 (con un avanzo rispettivamente di 1,2 e 2 miliardi di euro).

Quota 100 ha davvero creato più posti di lavoro?

Secondo Salvini, il vantaggio offerto da Quota 100 sarebbe stato anche quello di creare nuovi posti di lavoro. Il leader della Lega, infatti, era convinto che ogni uscita anticipata avrebbe portato ad almeno due assunzioni.

Una stima poi rivista al ribasso in un secondo momento, con Salvini sicuro ci sarebbe stato almeno un turnover uno ad uno.

Gli ultimi dati a riguardo, però, ci dicono che non è così. Come possiamo leggere in un recente report della Corte dei Conti, infatti, “è molto probabile che i nuovi pensionati con Quota 100 siano sostituiti solo parzialmente con nuovi occupati”.

Ad oggi, il tasso di sostituzione è del 40%: ogni 100 uscite anticipate con Quota 100, infatti, ci sono 40 assunzioni. Una valutazione non particolarmente ottimistica, che dimostra come Quota 100 abbia fallito su entrambi gli ambiti.

Ed è per questo motivo che in pochi la rimpiangeranno.

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