Pensioni, pessime notizie. Svelata la percentuale che aumenta gli importi

Simone Micocci

23/10/2024

Di quanto aumentano le pensioni nel 2025? Le ultime previsioni sono al ribasso.

Pensioni, pessime notizie. Svelata la percentuale che aumenta gli importi

Più volte in queste settimane vi abbiamo parlato della rivalutazione delle pensioni, il meccanismo con cui ogni inizio anno gli importi dei trattamenti assistenziali e previdenziali vengono rivalutati sulla base dell’inflazione accertata negli ultimi 12 mesi.

La buona notizia, che abbiamo già avuto modo di approfondire, è quella per cui nel 2025 si ritorna al meccanismo originario di rivalutazione, come definito ai sensi della legge n. 448 del 1998. La cattiva è che stando alle indiscrezioni che arrivano da fonti governative, il tasso di perequazione utilizzato quest’anno sarà molto più basso rispetto alla stima contenuta nel Def approvato lo scorso aprile, dove si parlava di un +1,6%.

D’altronde specialmente negli ultimi mesi l’inflazione ha subito un brusco rallentamento, tanto che la Bce ha ritenuto ci fossero le condizioni per iniziare a tagliare i tassi di interesse. A settembre la crescita dei prezzi è stata di appena lo 0,7% su base annua, dopo l’1,1% di agosto, scendendo quindi ben oltre la soglia ideale del 2%.

Ecco perché il tasso di rivalutazione che l’Istat dovrebbe ufficializzare il mese prossimo dovrebbe essere molto più basso rispetto a quello atteso, con gli aumenti delle pensioni che saranno più limitati rispetto a quanto riconosciuto negli ultimi due anni.

Il tasso di rivalutazione previsto per il 2025

Secondo fonti di Palazzo, quest’anno il tasso di perequazione non sarà pari all’1,6% come da previsione contenuta nel Def 2024, bensì di appena l’1%.

Questo significa che, ai sensi di quanto previsto dalla legge n. 448 del 1998, dal momento che con la legge di Bilancio 2025 non è stato confermato il taglio introdotto negli ultimi due anni dal governo Meloni, le percentuali di rivalutazione saranno pari a:

  • per la parte di importo entro le 4 volte il trattamento minimo, quindi 2.394,44 euro lordi, l’aumento avviene interamente, quindi all’1% del tasso. Nella migliore delle ipotesi quindi ne risulterà un incremento di poco meno di 24 euro lordi mensili sulla pensione;
  • per la parte di importo compresa tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo (2.993,05 euro), la perequazione sarà invece al 90% del tasso, lo 0,9% quindi in questo caso. Questo significa che al massimo, per questa parte di importo, vengono riconosciuti altri 5,38 euro;
  • per la parte che supera 5 volte il trattamento minimo, invece, la perequazione è pari al 75% del tasso, quindi lo 0,75% in questo caso specifico. Ad esempio su una pensione di 4.000 euro spetterà un aumento di ulteriori 7,55 euro.

Di fatto, considerando qual è l’importo medio delle pensioni in Italia, possiamo dire che nel 2025 gli aumenti saranno compresi tra i 10 e i 30 euro al mese, cifre che ricordiamo sono da intendersi al lordo delle imposte.

Ricordiamo poi che quest’anno non è previsto alcun conguaglio della rivalutazione delle pensioni, né anticipato al 2024 né a gennaio 2025. Questo perché il tasso provvisorio utilizzato per aumentare le pensioni a inizio anno corrente, pari al 5,4%, si è rivelato essere anche quello definitivo: non c’è alcuna differenza quindi da riconoscere ai pensionati.

La rivalutazione dei trattamenti previdenziali

La rivalutazione si applica non solo sui trattamenti previdenziali - tutte le pensioni, compresa quella di reversibilità - ma anche su quelli assistenziali.

Ad esempio sulle pensioni minime, oggi pari a 598,61 euro che con la nuova rivalutazione salirebbero a 604,59 euro. Ma attenzione, perché in legge di Bilancio è prevista una rivalutazione straordinaria del 2,2% (più bassa rispetto al 2,7% applicato quest’anno), quindi di fatto gli assegni più bassi potranno godere di un aumento fino a 617 euro circa.

A godere della rivalutazione sarebbe anche l’ex pensione sociale, quell’Assegno che oggi è pari a 534,41 euro ma che per effetto dell’aumento dell’1% aumenterà di altri 5 euro circa, arrivando a poco meno di 540 euro mensili.

E ancora, le pensioni di invalidità civile, oggi pari a 333,33 euro: per loro si arriverà a 336,66 euro.

Per tutte queste tre misure va considerato però l’incremento al milione, che nel caso degli inabili totali al lavoro spetta indipendentemente dall’età anagrafica (se maggiorenni) mentre per Assegno sociale e pensioni minime solo al compimento dei 70 anni (ma per quest’ultime c’è la possibilità di ridurre il requisito di 1 anno per ogni 5 di contributi, fino a un massimo di 5 anni). Grazie a questa maggiorazione, introdotta nel lontano 2001 dal governo Berlusconi, l’importo potrà salire fino a 741 euro.

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