Pensioni, i nuovi importi per minima, invalidità e Assegno sociale

Simone Micocci

15 Aprile 2025 - 09:39

Pensioni, prime indicazioni sull’aumento che verrà riconosciuto nel 2026. Ecco le conseguenze per pensione minima, di invalidità civile e per l’Assegno sociale.

Pensioni, i nuovi importi per minima, invalidità e Assegno sociale

Come abbiamo già avuto modo di spiegare, con l’approvazione del Documento di Economia e Finanza 2025 (Def), il governo ha espresso una prima stima rispetto a quello che sarà l’aumento dei trattamenti previdenziali e assistenziali a decorrere dall’1 gennaio 2026.

Ricordiamo, infatti, che tanto per le pensioni quanto per altre misure di tipo assistenziale, vedi ad esempio l’integrazione al minimo della pensione, o anche agli assegni riconosciuti agli invalidi civili o all’Assegno sociale, a inizio anno gli importi vengono adeguati al costo della vita, prendendo come riferimento il tasso di inflazione accertato per gli ultimi 12 mesi.

A oggi è ancora presto per sapere quale sarà esattamente la percentuale che verrà utilizzata per la rivalutazione 2026 - per adesso l’Istat ha ufficializzato una crescita rispettivamente dello 0,9%, dell’1,6% e del 2,0% per gennaio, febbraio e marzo - ma non sappiamo come proseguirà l’andamento anche alla luce del fatto di ciò che può succedere sul piano internazionale, in particolare per quanto riguarda i costi dell’energia o le decisioni prese da Trump per quanto riguarda i dazi.

Possiamo però guardare alle previsioni contenute nel Def per farci un’idea di quale sarà l’aumento garantito che, vi anticipiamo, sarà sicuramente migliore rispetto a quello riconosciuto a inizio 2025 con una rivalutazione dello 0,8%. Nel frattempo, infatti, i prezzi sono tornati a salire - merito anche dello stop alla politica monetaria restrittiva messo in atto dalla Bce - tanto che per la rivalutazione 2026 il tasso accertato dovrebbe essere più del doppio rispetto a quello dell’anno precedente.

A tal proposito, vediamo quali sarebbero le conseguenze per tre delle misure di sostegno più importanti, la pensione minima, la pensione di invalidità e l’Assegno sociale.

La rivalutazione 2026, prime indicazioni

Nel Documento di Economia e Finanza è stimato un Ipca (Indice dei prezzi al consumo) pari al 2,1%. La rivalutazione dovrebbe tuttavia essere più bassa, tanto che possiamo stimare che il tasso sarà compreso tra l’1,6% e l’1,8%.

Delle conseguenze sulle pensioni ne abbiamo già parlato - trovate qui le tabelle con gli importi - qui concentriamoci su quello che sarà l’effetto per i trattamenti di tipo assistenziale.

L’integrazione al minimo della pensione

In Italia è prevista una soglia minima della pensione. Si tratta si un importo minimo che viene garantito a coloro che soddisfano determinati requisiti: ad esempio l’assenza di altri redditi, o anche un contributo settimanale versato entro la scadenza del 31 dicembre 1995.

Oggi la soglia al di sotto della quale spetta la cosiddetta integrazione al trattamento minimo, utile appunto a far raggiungere l’importo previsto, è pari a 603,40 euro mensili. A questa si aggiunge poi la rivalutazione straordinaria del 2,2% voluta dal governo Meloni, che porta l’importo a raggiungere fino a un massimo di 616,57 euro.

Nel 2026, complice una rivalutazione tra l’1,6% e l’1,8%, l’importo della pensione minima salirà tra 613,05 e 614,26 euro. A ciò si aggiunge la rivalutazione straordinaria che tuttavia per il prossimo anno si riduce dal 2,2% all’1,7%. L’importo massimo sarà quindi compreso tra 623,47 e 624,70 euro.

Ovviamente questi importi sono solamente una stima, ma nelle realtà - salvo scossoni imprevisti per l’inflazione - non dovrebbero essere particolarmente distanti.

La pensione di invalidità

Oggi la pensione per invalidi civili - con percentuale superiore al 74% - ha un importo pari a 336 euro. Lo stesso spetta ai minori che hanno diritto alla cosiddetta indennità di frequenza (con la differenza che questa viene pagata per sole 12 mensilità non comprendendo la tredicesima).

Anche questa misura è soggetta a rivalutazione annua, con il tasso accertato che viene applicato per intero sull’importo della prestazione. Ecco quindi che per le pensioni di invalidità civile l’importo nel 2026 dovrebbe salire da un minimo di 341,37 a un massimo di 342,04 euro.

L’Assegno (o pensione) sociale

Concludiamo con quella che da molti viene ancora, ma erroneamente, definita come “pensione” sociale. Ci riferiamo all’Assegno sociale, prestazione che viene riconosciuta al compimento dei 67 anni - stessa età richiesta per il pensionamento di vecchiaia - a coloro che non hanno altri redditi (o comunque non sufficienti per condurre una vita dignitosa).

Oggi l’Assegno sociale ha un importo pari a 538,68 euro, e per averne diritto in misura intera è necessario avere un reddito personale pari a zero, mentre quello coniugale eventualmente non deve superare 7.002,84 euro. Per chi supera queste soglie spetta in misura parziale, fino a concorrenza dell’importo annuo dell’Assegno sociale stesso.

Ebbene, laddove la rivalutazione dovesse essere tra l’1,6% e l’1,8% l’importo massimo dell’Assegno sociale salirebbe tra 547,29 e 548,37 euro.

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