Continua il dibattito sulla riforma delle pensioni. A Sky Tg24 Pasquale Tridico, Presidente dell’INPS, fa chiarezza su quali sono le categorie di lavoratori ai quali va garantita la flessibilità.
Che per i conti dell’INPS non sia un bel periodo - volendo utilizzare un eufemismo - non è un segreto, ed è anche per questo che nelle ultime settimane il Presidente dell’Istituto, Pasquale Tridico, sta provando ad inserirsi nel dibattito per la prossima riforma delle pensioni.
A tal proposito, dopo che l’Istituto ha dato le proprie indicazioni sulla riforma delle pensioni, il Presidente Pasquale Tridico - intervenendo a Sky Tg24 - ha spiegato come vede da parte sua il futuro delle pensioni dopo Quota 100.
Tra solo un anno, infatti, Quota 100 cesserà di esistere e bisognerà pensare ad una soluzione per far sì che ci possa comunque essere una flessibilità in uscita così da non penalizzare coloro che per pochi mesi non riusciranno ad andare in pensione a 62 anni. In merito a questa possibilità il Presidente Tridico, che è ben consapevole dello stato dei conti dell’Istituto, ha detto di sperare che il Governo intervenga nel limitare il più possibile la platea di coloro che potranno anticipare l’accesso alla pensione.
Per gli altri restano a disposizione le misure come regolamentate dalla riforma Fornero del 2011, con il pensionamento, quindi, che potrà esserci non prima del compimento dei 67 anni di età (o in alternativa al raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata).
Bisognerà fare attenzione, infatti, a non fare aumentare ancora la spesa per le pensioni in quanto i conti dell’INPS sono già piuttosto malmessi a causa della crisi da Covid che ha comportato un aumento degli esborsi e una riduzione delle entrate.
Riforma delle pensioni solo per gravosi e usuranti: il piano del Presidente dell’INPS
Non è la prima volta che il Presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, parla della riforma delle pensioni e della possibilità che nuove misure di flessibilità possano riguardare solamente una categoria ristretta di lavoratori.
Garantire flessibilità al sistema, infatti, è molto importante, ma allo stesso tempo bisogna guardare alla stabilità dello stesso. Per questo motivo, Tridico ha dichiarato di preferire una riforma delle pensioni che tuteli le categorie di lavoratori che più necessitano di uscire dal mercato del lavoro in anticipo.
Si tratta dei lavoratori gravosi e usuranti, per i quali bisognerà potenziare le misure di flessibilità già esistenti (come ad esempio Quota 41). Questi, infatti, appartengono ad una categoria che da anni necessita di una maggior tutela ma che ad oggi non ha ancora ricevuto quanto dovrebbe.
E per gli altri? Va detto che nel frattempo il Governo sta valutando la possibilità di estendere l’elenco dei lavori usuranti e gravosi così da comprendervi nuove professionalità. Per tutti coloro ai quali non verrà riconosciuta la gravosità del lavoro svolto, però, l’unica strada a disposizione sarebbe quella tracciata nel 2011 dalla cosiddetta Legge Fornero.
Quindi, pensione a 67 anni o in alternativa con 42 anni e 10 mesi di contributi (indipendentemente dall’età) con la pensione anticipata.
Anche se il debito dell’INPS non preoccupa - dal momento che, spiega Tridico, “finché fa parte del bilancio dello Stato il suo debito è un debito del Paese” - bisognerà comunque fare attenzione alle prossime scelte sul fronte pensioni così da evitare che si ripeta quanto già successo con Quota 100.
Pensione di garanzia necessaria secondo Tridico
D’altra parte il Presidente dell’INPS ha parlato di pensione di garanzia, spiegando che sarà importante prevedere una forma di tutela per quei lavoratori che rientrano interamente nel regime contributivo.
Questi rischiano di avere una pensione al di sotto della soglia della povertà e per questo motivo bisognerà intervenire già da oggi andando a riempire i buchi contributivi di chi - ad esempio - ha dedicato molti anni allo studio. Nel dettaglio, secondo Tridico questi periodi dovranno essere valorizzati in modo migliore rispetto a quanto già previsto dal riscatto della laura, sulla falsariga di quanto già avviene in Germania.
E allo stesso tempo bisognerà fissare una soglia minima di pensione garantita a coloro che pagheranno le conseguenze del passaggio al sistema contributivo. Una pensione di garanzia per tutelare tutti coloro che si sono inseriti nel mercato del lavoro dopo il 1° gennaio 1996.
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