INPS: calo di 50,00€ nell’importo medio delle pensioni. Ma in futuro andrà sempre peggio; vediamo perché.
Pensioni: il report annuale dell’INPS ci offre una fotografia su quanto successo nel 2020, sia per quanto riguarda il numero degli assegni liquidati che per l’importo medio degli stessi.
Questi dati ci dicono che l’importo medio delle pensioni è in netto calo nel 2020: una situazione che purtroppo è destinata a peggiorare nei prossimi anni poichè con il passare del tempo si faranno sempre più tangibili gli effetti delle riforme delle pensioni del passato.
Il passaggio dal retributivo al contributivo porterà ad una progressiva riduzione degli importi delle pensioni e anche le difficoltà del mercato del lavoro non aiuteranno; e a questo si aggiunge la crisi economica scaturita da quella sanitaria, la quale per i prossimi anni avrà ripercussioni sulla rivalutazione dei contributi accreditati negli anni, comportando una riduzione dell’importo delle pensioni da liquidare.
Chi andrà in pensione nei prossimi anni, quindi, percepirà importi sempre più bassi; e i dati del 2020 confermano che la strada intrapresa è proprio questa e che in futuro bisognerà per forza discutere di una pensione di garanzia se non si vuole che per rendere sostenibile il sistema pensionistico si vada ad aumentare il numero di pensionati con una condizione economica inferiore alla soglia di povertà.
Pensione nel 2020: nuovo calo degli importi
L’importo medio mensile delle pensioni, quindi, è in netto calo nel 2020. Come emerge dai dati riportati dall’INPS, infatti, siamo passati da una media di 1.299,00€ nel 2019 a 1.240,00€ nel 2020.
Un crollo di circa 50,00€ che non può non far riflettere. Nel dettaglio, l’importo più basso resta quello delle pensioni ai superstiti (e non potrebbe essere altrimenti in quanto è raro che venga riconosciuto il 100% di quanto spettante al defunto), per le quali l’importo medio è di 768,00€. A seguire l’importo medio degli assegni di invalidità, fermi ad una media di 792,00€ (questi comunque nei prossimi mesi beneficeranno dell’aumento previsto dal Decreto Agosto).
Per le pensioni di vecchiaia, invece, gli assegni si attestano sugli 893,00€, mentre per le pensioni anticipate - per le quali il valore registrato è il più alto - si arriva persino a 2.001,00€.
Ad incidere sull’importo delle pensioni sono maggiormente gli assegni percepiti dai dipendenti pubblici. Per loro, infatti, l’assegno medio mensile è di 1.998,00€, molto più rispetto all’importo medio dei lavoratori del privato (1.345,00€). Va molto peggio ai lavoratori autonomi, per i quali l’assegno mensile medio è di soli 847,00€.
Pensioni sempre più basse nei prossimi anni: perché?
Come anticipato, il calo delle pensioni registrato tra il 2019 e il 2020 si confermerà anche nei prossimi anni.
Con il passare degli anni, infatti, per i nuovi pensionati sarà sempre maggiore la quota di pensione calcolata con il sistema contributivo, regime introdotto dal 1° gennaio 1996. E arriverà un momento in cui tutte le pensioni saranno calcolate con il contributivo, sistema ben più penalizzante rispetto al retributivo (e qui vi spieghiamo il motivo).
A questo bisogna aggiungere che i coefficienti di trasformazione del sistema contributivo, i quali vengono aggiornati ogni due anni, sono sempre più penalizzanti per il lavoratore in quanto vengono adeguati all’aumento delle aspettative di vita.
Ad un sistema di calcolo sempre più svantaggioso, vanno aggiunte le difficoltà del mercato del lavoro: stipendi sempre più bassi e difficoltà ad avere un impiego stabile contribuiranno a ridurre le pensioni future. E la crisi scaturita dal Covid, con un calo del PIL che avrà ripercussione sui coefficienti di rivalutazione, di certo non aiuta.
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