Ecco la riforma delle pensioni attuata con la legge di Bilancio 2024: tutte le novità in arrivo (ma c’è ancora qualche dubbio).
Il governo ha approvato il testo della legge di Bilancio 2024 all’interno della quale c’è anche un pacchetto riservato alle pensioni. Non una vera e propria riforma, quanto più una serie di misure che intervengono su flessibilità, importi e pensioni future senza però stravolgere la legge Fornero.
Quel che viene stravolta è Opzione Donna che entra a far parte di una nuova misura che ingloba anche l’Ape Sociale. Novità anche per la pensione di vecchiaia, dalla quale viene eliminato il requisito fino a oggi richiesto a coloro che avendo iniziato a lavorare dopo il 1 gennaio 1996 hanno la pensione calcolata direttamente con il regime contributivo.
Vediamo quindi quali sono le novità della riforma delle pensioni finanziata dalla manovra e quale sarà il loro impatto sulle regole per il pensionamento.
La riforma delle pensioni punto per punto
Come anticipato, sono tre gli ambiti di intervento:
- flessibilità, permettendo ad alcune categorie di poter anticipare l’accesso alla pensione;
- importi, aumentando le pensioni minime e valutando un nuovo taglio alla rivalutazione;
- pensioni future, prevedendo misure volte ad aumentare le possibilità che gli assegni futuri possano godere di un importo maggiore rispetto a quello atteso con le regole del contributivo.
Per ogni ambito ci sono molte certezze e qualche dubbio che verrà chiarito solamente con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del testo della manovra.
Quota 103 diventa Quota 104
Ma scendiamo nei dettagli della riforma e partiamo da quella che è una vera e propria sorpresa: per quanto riguarda Quota 103 non c’è solo la proroga ma anche un cambio dei requisiti.
Se fino a oggi è stato possibile accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi e 62 anni di età (ma con una serie di limitazioni, come ad esempio percepire una pensione non superiore a una certa soglia), dal prossimo anno il limite anagrafico salirà a 63 anni diventando così una Quota 104.
Nuova Ape Sociale e Opzione Donna
Ape Sociale e Opzione Donna confluiscono in una nuova misura. Nel dettaglio, verrà consentito il pensionamento anticipato a coloro che all’età di 63 anni hanno maturato almeno:
- 36 anni di contributi se disoccupati, invalidi, gravosi, caregiver;
- 35 anni di contributi se donne.
Di fatto un cambiamento notevole rispetto al passato, visto che per l’Ape sociale erano sufficienti 30 anni di contributi per andare in pensione (eccetto per i gravosi ai quali ne erano richiesti 36), mentre per Opzione Donna il requisito anagrafico poteva essere abbassato fino a 58 anni.
Pensione di vecchiaia
Novità anche per la pensione di vecchiaia, alla quale oggi si può accedere a 67 anni di età e con 20 anni di contributi. Questi requisiti non cambieranno nel 2024, ma viene meno la condizione secondo cui i contributivi puri (chi ha un’anzianità contributiva successiva all’1 gennaio 1996) possono accedervi solamente se hanno un assegno pari o superiore a 1,5 volte l’Assegno sociale.
Aumento pensioni minime
Così come nel 2023, anche il prossimo anno ci sarà un ulteriore balzello in avanti per le pensioni minime. Per quanto riguarda gli under 75 non ci sono dubbi sul fatto che da una rivalutazione straordinaria dell’1,5% si passerà a una del 2,7%: considerando anche l’adeguamento con il costo della vita atteso a gennaio si dovrebbe arrivare così a circa 615 euro.
Da valutare invece la misura dell’incremento riservato agli over 75: nel 2023 è stato pari al 6,4%, possibile che quest’anno sia maggiore innalzando le minime fino a 670 euro almeno.
Taglio alla rivalutazione
Altro dubbio riguarda la possibilità che il governo Meloni possa aver tagliato nuovamente la rivalutazione oltre a un certo importo. Già con la scorsa manovra è stato approvato un meccanismo che ha reso meno conveniente la rivalutazione per gli assegni sopra una certa soglia, con 2,5 miliardi di euro risparmiati. Alla luce di un’inflazione ancora molto alta (il tasso stimato è del 5,4%), potrebbe esserci un’ulteriore sforbiciata così da recuperare quelle risorse necessarie al completamento della manovra.
Pensioni future, incentivi alla pensione complementare
È opinione comune che per disinnescare la bomba sulle pensioni future, che rischiano di essere molto basse a causa dell’applicazione per intero del regime contributivo, serva puntare maggiormente sul secondo pilastro previdenziale.
A tal proposito, un primo intervento in tale direzione è quello che prevedere l’accreditamento del Tfr direttamente nel fondo pensione, a meno che il lavoratore non ne dia comunicazione differente.
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